Una mimosa non basta!
Dietro le frasi di circostanza, tanta è ancora la strada da percorrere per una reale parità di genere.
(Giovanni Costantini)08/03/2021
La lotta per la parità di genere è una cartina di tornasole della qualità della nostra democrazia e l’altro lato della medaglia della battaglia per la giustizia sociale.
“Se dovessimo tornare indietro noi con i nostri diritti fondamentali tornerebbe indietro tutta la democrazia italiana” ci ricorda con forza Carla Nespolo (ANPI – video).
Eppure secondo gli ultimi dati le donne hanno in Europa retribuzioni più basse rispetto agli uomini del 15% (ISTAT). Il tasso di occupazione delle donne in Italia è pari al 56% contro il 75% degli uomini (CENSIS). Le manager donne in Italia sono il 28%. Soltanto il 24% dei docenti universitari sono donne (MIUR).
Peraltro la pandemia ha accresciuto ulteriormente questo divario. In un contesto nel quale la povertà assoluta in Italia torna a crescere, con un milione di nuovi poveri nel 2020 per un totale di 5,6 milioni (Rapporto sulla povertà, ISTAT), “a pagarne il prezzo più alto sono le donne: sono 2 milioni 277mila quelle vivono in condizioni di indigenza, più numerose - in termini assoluti - di minori, giovani e anziani” (ActionAid, Donne povere in Italia: i dati del rapporto Istat).
Se questa è la situazione allora ancora più forte deve riecheggiare l’incitamento alle donne italiane di Caterina da Siena, questa figura così luminosa e e tra le più incendiarie della nostra storia: “Traete fuori il capo, uscite in campo a combattere per la libertà. Venite e non andate ad aspettare il tempo, perché il tempo non aspetta noi”.
“Se dovessimo tornare indietro noi con i nostri diritti fondamentali tornerebbe indietro tutta la democrazia italiana” ci ricorda con forza Carla Nespolo (ANPI – video).
Eppure secondo gli ultimi dati le donne hanno in Europa retribuzioni più basse rispetto agli uomini del 15% (ISTAT). Il tasso di occupazione delle donne in Italia è pari al 56% contro il 75% degli uomini (CENSIS). Le manager donne in Italia sono il 28%. Soltanto il 24% dei docenti universitari sono donne (MIUR).
Peraltro la pandemia ha accresciuto ulteriormente questo divario. In un contesto nel quale la povertà assoluta in Italia torna a crescere, con un milione di nuovi poveri nel 2020 per un totale di 5,6 milioni (Rapporto sulla povertà, ISTAT), “a pagarne il prezzo più alto sono le donne: sono 2 milioni 277mila quelle vivono in condizioni di indigenza, più numerose - in termini assoluti - di minori, giovani e anziani” (ActionAid, Donne povere in Italia: i dati del rapporto Istat).
Se questa è la situazione allora ancora più forte deve riecheggiare l’incitamento alle donne italiane di Caterina da Siena, questa figura così luminosa e e tra le più incendiarie della nostra storia: “Traete fuori il capo, uscite in campo a combattere per la libertà. Venite e non andate ad aspettare il tempo, perché il tempo non aspetta noi”.