Vaccini, vaccini delle nostre brame…

Da gennaio sarà in distribuzione il vaccino anti-COVID19, ma non sarà per tutti subito. Un piano nazionale ne regolamenta la distribuzione. Basterà a salvare i lombardi dall’imperizia dimostrata dalla Regione nella campagna del vaccino influenzale? ()
vaccino nuova
Ve la ricordate la regina cattiva che chiedeva allo specchio chi fosse la più bella del reame? Scusate l’ardita metafora ma lei sembra ognuno di noi quando consultiamo - febbrilmente e continuamente - tutti i mezzi d’informazione - specchi parlanti moderni- utili per rassicurarci invano delle nostre incertezze presenti e future. L’interrogativo di tutti noi - spesso espresso in solitudine - è: “Riuscirò ad uscire da questo brutto sogno e riprendere a vivere come prima”. L’invidia e la nostalgia ci colgono nel mentre lo specchio televisivo spara i numeri – in leggera discesa – dei colpiti, dei curati e purtroppo dei decessi. Ormai abbiamo un’unica speranza: l’arrivo del vaccino anti-Covid.

Quando arriverà?
Anch’io non so molto di più se non che il piano vaccini anti-Covid partirà a fine gennaio. L’arsenale consisterà in 202 milioni di dosi disponibili dal primo trimestre 2021. Inizialmente, il vaccino è destinato al personale medico e sanitario e per gli ospiti delle RSA o delle convivenze residenziali. Poi gli over 80, poi via via i cittadini settantenni e sessantenni e altre fasce come lavoratori essenziali, compresi quelli della scuola.
Il piano prevede il coinvolgimento attivo dell’esercito ed una implementazione della rete per monitorare le vaccinazioni sembra con un sistema informativo ad hoc collegato con sistemi regionali.
Non uno ma due monitoraggi: uno per l’utilizzo delle dosi un altro per la sorveglianza degli eventuali episodi avversi.
Non dovrebbe esserci l’obbligo vaccinale, ma i cittadini saranno sollecitati con campagne di persuasione e informazione. L’obbiettivo è raggiungere la cosiddetta e bramata 'immunità di gregge' ottenibile, sembra, quando saranno vaccinati circa i 40 milioni d’italiani o di residenti.

Il piano c’è
Il Piano - spiegato dal ministro Speranza - decollerà a fine gennaio con l’arrivo delle dosi marcate Pfizer che andranno a 300 punti (quasi totalmente negli ospedali). La distribuzione sarà centralizzata e programmata secondo criteri sanitari e scientifici. Dopo la vaccinazione dei settori di popolazione più a rischio questa pratica preventiva avrà carattere di massa presso spazi pubblici o privati più vasti.
È ormai noto che sarà necessario un 'richiamo' dopo una trentina di giorni mentre è tuttora non stimabile la durata dell’immunità acquisita.

Chi volesse leggere tutto il Piano può consultarlo commentato a questo link. Da questo documento apprendiamo che le categorie prioritarie ammontano a circa 20 milioni di persone di cui più di un terzo affette da una o più malattie croniche (Tabella 2)

E in Lombardia?
Di questi milioni di dosi quanti ne arriveranno in Lombardia? Sulla carta le persone che saranno vaccinate nella prima fase saranno circa 308000 lombardi su circa 1,8 milioni di italiani. Per la conservazione e stoccaggio sono stati individuati 65 punti vaccinali in Lombardia su 277 nazionali.
Un esercito di circa 20.000 persone, sanitari e non, dovrebbe garantire la somministrazione di 60 milioni di dosi, equivalente alla vaccinazione di 30 milioni di persone, entro 7 mesi.

Questa pianificazione può farci scorgere la fine di questo tunnel? Può darci maggiori speranze, può porre fine alla lunga autosegregazione e allo stressante carico fisico e psicologico degli operatori sanitari ecc.?
In attesa che tutto si compia nel migliore dei modi entro il 2021 o al massimo per la Pasqua 2022, non si può certo dire che i dubbi di ognuno di noi siano svaniti e si possa rispondere – senza nessuna esitazione – alla domanda rivolta ripetutamente a se stessi: “lo faccio o non lo faccio?”

Lo faccio o non lo faccio?
Quelli senza incertezze saranno: i no-vax che rifiutano anche le vaccinazioni più sperimentate, i negazionisti che sottovalutano l’evidente maggiore letalità del virus, i molti giovani che credono che il morbo sia pericoloso per gli anziani ecc. Per loro la vaccinazione non è necessaria ed è da evitare.
Il problema è che non se ne esce a livello individuale. Gli scienziati affermano che se non si raggiunge l’immunità di gregge con l’immunizzazione della stragrande maggioranza della popolazione (almeno il 75%) il contagio potrà ridursi ma non sparire. Come è dimostrato per tutte le pandemie o le epidemie - attuali e del passato - la riduzione dell’infettività mediante la prevenzione primaria mediante la vaccinazione non può che essere di massa e frutto di una responsabilizzazione collettiva.

Tanti i dubbi
Ci saranno reazioni allergiche? Molto probabilmente sì, come sembra dalle prime notizie dall’Inghilterra dove sono stati segnalati effetti collaterali.
Perché vaccinare prima il personale sanitario o più esposto al contagio? Sembra ovvio che la tutela delle categorie che hanno già pagato duramente gli effetti del Covid oltre ad essere doverosa, permette a tutti di avere la continuità assistenziale.
Ovvia la priorità per i 5 milioni di persone ultraottantenni e ospiti delle case di riposo data la mortalità elevata tra loro dovuta al COVID-19.
Altro dubbio: chi ha superato la malattia anche in assenza di sintomi o colpito da una forma lieve deve vaccinarsi? Non è ancora certo quanto duri la risposta immunitaria in rapporto alla gravità e alla durata dell’episodio morboso, per cui sarebbe meglio – anche in questi casi sottoporsi a vaccinazione.

I pareri esperti
Questi sono solo alcuni dei timori che potremmo avere. Queste brevi risposte solo accennate in base a pareri degli esperti non saranno sicuramente le uniche e molte altre – a volte molto contradditorie - verranno diffuse in questi mesi da tutti i mezzi d’informazione. A noi la scelta – magari aiutati dal nostro medico – tra il contagio probabile e la difesa vaccinale.
Non solo. Dovremo anche considerare le valutazioni provenienti da organismi nazionali ed internazionali. A tutt’oggi i vaccini Biontech e Pfizer sono ancora in attesa di autorizzazione dell’Ema (Agenzia europea dei farmaci) che, dal canto suo, ha fatto sapere che la valutazione procederà con tempi accelerati entro la fine di dicembre.

Il Comitato nazionale di Bioetica ha espresso un parere sulla questione ed ha invitato i responsabili nazionali dell’organizzazione di questa prevenzione di massa “a non ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti” e aggiunge che non “è da escludere l’obbligatorietà del vaccino in casi di emergenza, soprattutto per i gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla sua trasmissione”.

Finisco solo per dare qualche dato sui costi del vaccino. L’acquisto è stato centralizzato a livello europeo per una spesa totale di 8,4 miliardi di euro per la prima trance di 425 milioni di dosi con un costo unitario variante tra i 10 e i 15 euro.

Ma in Lombardia il piano funzionerà?
Mentre penso di avere fornito un quadro prospettico abbastanza rassicurante sull’equa distribuzione del vaccino anti-COVID19, devo . sconsolato - registrare notizie sulla indefinibile campagna vaccinale organizzata dalla Regione Lombardia.
Qui da noi – al contrario di quasi tutte le Regioni – non sono stati raggiunti i target della percentuale di popolazione a rischio. Non solo: da 10 giorni tutta l’operazione è in stallo. Stando alle dichiarazioni dei responsabili dell’ATS di Milano del 5 dicembre, la previsione che ulteriori dosi saranno fornite il 10 e che le vaccinazioni riprenderanno il 15.
Queste informazioni, pubblicate sul Sole 24 Ore, sono strappate qua è la, dalle dichiarazioni dei vari responsabili che avvertono che comunque non arriveranno tutte le forniture richieste. Alla fine, lo stesso giornale riferisce che sono stati distribuiti 1,3 milioni di dosi ai Medici di base ed altre 250.000 agli Ospedali pubblici (ASST). Solo alla fine di dicembre dovrebbero arrivare a un totale di 2,4 milioni di vaccini, appena sufficienti a garantire al 75% la prevenzione antinfluenzale per le categorie di popolazione a titolo prioritario e gratuito (compresi 500mila destinati ai bimbi tra 0-6 anni).

Errori su errori
Proprio nella stagione 2020-2021, che vede il contagio probabile dei due virus, i gestori della sanità pubblica in Lombardia sono riusciti ad assommare errori su errori, disinformazione su disinformazione.
Nel sito regionale viene annunciata la partenza della campagna vaccinale il 15 ottobre. In realtà solo nella prima settimana di novembre sono arrivate poche decine di dosi per ciascun medico.
Alle interrogazioni preoccupate dei consiglieri regionali, l’assessore Gallera ha sciorinato notizie parziali ed inesatte.
Quali saranno le conseguenze della mancata copertura vaccinale?
Gli ottimisti ipotizzano che le misure di contenimento del virus COVID-19 avranno un effetto positivo indiretto sulla diffusione dell’influenza. Le ultime settimane dell’anno vedono 'normalmente' un numero di casi per mille abitanti minore rispetto ai picchi di gennaio-febbraio (vedi grafico). Comunque è indispensabile che la vaccinazione antinfluenzale si compia al più presto e nella maniera più ordinata ed equa possibile, mettendo al primo posto - una volta per tutte - le necessità della popolazione.

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