Com’eravamo nei filmati della Cineteca Italiana

Dai ricchissimi archivi della Cineteca Italiana una proposta di documentari storici dedicati a Milano. ()
Milano o cara immagine
In questi tempi di penuria culturale, il sito della Fondazione Cineteca Italiana propone, sia a pagamento che gratuitamente, numerosi film e documentari di grande valore artistico e storico.

Se interesse e curiosità vi sostengono, è sufficiente collegarsi al sito www.cinetecamilano.it per scoprire un mondo di proposte cinematografiche di grandissimo interesse tra le quali è possibile vedere alcuni documentari (visione gratuita previa registrazione) che hanno Milano al centro delle riprese.

Tra questi si segnala “Via Scarlatti 20” (1984) di Markus Imhoof, regista svizzero autore di quel “La barca è piena” che nel 1982 venne nominato agli Oscar come miglior film straniero. Fotografia e montaggio sono di Maurizio Zaccaro, poi a sua volta regista cinematografico e televisivo. Produce, con la Rai, Ipotesi Cinema Bassano, scuola fondata e diretta, a suo tempo, da Ermanno Olmi.

Con tutte queste nobili credenziali, il breve documentario (26 minuti) racconta magistralmente la vita quotidiana di una vecchia casa di ringhiera a metà degli anni ’80 del secolo scorso tuttora esistente all’indirizzo citato, tra corso Buenos Aires e la Stazione Centrale.

Con una colonna sonora che ripropone voci e rumori in presa diretta, la macchina da presa spia con oggettiva bonarietà la vita che tutti i giorni si manifesta sui ballatoi e nel cortile, attraverso i giochi dei ragazzi e le chiacchiere delle signore, il viavai degli inquilini e le ragioni della portinaia.

Lo scenario è definito dai panni stesi ad asciugare e dalle scale buie che salgono per quattro piani e portano gli inquilini ai rispettivi appartamenti.

Le dinamiche sociali vengono ben restituite dalle animate riunioni di condominio o dalle testimonianze di una vecchia inquilina che ci tiene a dire di essere nata proprio nel 1900.

Tra le chiacchiere da ringhiera e i rumori, sembra di cogliere persino gli odori e i profumi che escono dalle cucine e dalle vecchie mura della casa. L’ultima scena si sofferma su un corteo di matrimonio che attraversa il cortile tra gli applausi e i lanci di riso di tutti gli inquilini.

Ancora più datato, nel senso che è stato girato una ventina d’anni prima, è il documentario “Milano o cara” (1963) con la regia del futuro sindaco di Milano Paolo Pillitteri e il contributo alla sceneggiatura di Bettino Craxi e Carlo Tognoli (si parva licet). Il sottotitolo del film “L’immigrazione meridionale nel Nord” indirizza la prima parte della fatica di Pillitteri e soci. Per la cronaca Pillitteri, che ha appena compiuto 80 anni, quando ha girato il film ne aveva 23, mentre Craxi e Tognoli ne avevano rispettivamente 29 e 25.

Le immagini della Stazione Centrale rievocano l’arrivo degli immigrati nella grande metropoli milanese accompagnate dalla retorica di un commento che sottolinea tutte le caratteristiche più negative del fenomeno. “Il cammino della speranza” è infatti costellato da “miseria antica” e “fame insaziabile” che sono i principali moventi della salita al Nord di migliaia e migliaia di cittadini meridionali che, nella Milano del boom economico, si adattano a sopportare i lavori più umili e più pesanti in condizione sociali e abitative decisamente sconfortante.

Il film segue gli immigrati nei loro posti di lavoro e nelle abitazioni che spesso ospitano più nuclei familiari, per non dire delle situazioni in cui sono costretti a dormire in misere stanze condivise da più persone.

Insomma un saggio di sociologia forse un po’ spicciola ma comunque efficace per raccontare il malessere che in quegli anni accompagna la crescita del nostro Paese dove gli oltre trecentomila immigrati dal sud presenti nella provincia di Milano debbono anche difendersi dal racket del lavoro e non possono neppure permettersi un pasto completo in trattoria a 240 lire.

Nella seconda parte, il film cambia registro e rivela la sua vera natura di propaganda per il Partito Socialista Italiano in occasione delle elezioni dell’aprile 1963. Seguono dichiarazioni di amministratori socialisti del territorio e un’intervista/comizio di Pietro Nenni che sostiene il ruolo fondamentale del suo partito per il benessere dell’Italia, meridionali compresi.

Per la cronaca quelle elezioni riportarono poi una flessione della DC e del PSI (lieve) e una avanzata del PCI.

Il film si chiude sulle note esaltanti dell’Internazionale che, in quel tempo, accomunava tutta la sinistra.

Le proposte della Cineteca Italiana però non finiscono qui, altri documentari raccontano la Milano di quegli anni e contribuiscono a ricostruire un clima e un ambiente che è utile conoscere e approfondire anche per capire cosa sta succedendo oggi e cosa accadrà domani nella nostra città.

(Massimo Cecconi)



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