Scuola. La forza della partecipazione

Venerdì 27 novembre si è riunito online il Tavolo per la Nonviolenza del Municipio 3. Ne parliamo con Emanuela Fumagalli, presidente di Mondo senza guerre e senza violenza e della rete ED.UMA.NA. ()
scuola bimbi
Ho seguito con molto interesse il convegno (*) sulla scuola e ugualmente quello contro la violenza sulle donne dello stesso giorno. Due discorsi contro la violenza che si compendiano, unitamente alla violenza sull'ambiente, e indicano l'esigenza della partecipazione e della responsabilità individuale e forse un mutamento più profondo per una società più umana?

Siamo in un momento dove sono evidenti, nella nostra quotidianità, le molte forme di violenza e quindi è importante ora più che mai essere cittadini attivi, cambiare il nostro stile di vita verso scelte più sostenibili. È urgente accrescere la nostra consapevolezza nella quotidianità per creare un futuro migliore per noi e per le future generazioni. Ciascuno, nella scuola come nei luoghi di lavoro o in famiglia, può fare la differenza ed essere modello di riferimento per i più giovani e per altri cittadini e cittadine. E’ un punto di partenza imprescindibile, allo stesso tempo, è importante rendersi conto dell’interdipendenza degli esseri mani e quindi costruire insieme ad altri, non rimanere isolati, cucire il tessuto sociale a partire dal proprio quartiere, dove la scuola possa essere hub del territorio.

Questo riaccendersi del discorso sulla partecipazione è una conseguenza della discussione sulla DAD?

La DAD ha amplificato le problematiche relazionali che già esistevano tra docenti, educandi e famiglie, e quindi ha reso necessario accendere un dibattito su come migliorare la condivisione dei problemi, per trovare una soluzione comune. Ci si è resi conto velocemente che la scuola è il fulcro di tutta la cittadinanza, nessuno è escluso, certamente ha un impatto sulle famiglie, ma anche sui cittadini che non sono coinvolti direttamente, si pensi solo a chi al lavoro ha visto sparire le colleghe che sono state costrette a restare a casa per occuparsi dei figli e figlie in DAD.

Quanto mantenere della DAD una volta tornati alla futura normalità, quali i limiti dell'abitudine alle relazioni umane prevalentemente tramite il computer, quali i vantaggi?

Penso che ci siano alcuni vantaggi, grazie alla confidenza con il sistema di comunicazione digitale ottenuto con la DAD.
È possibile poter svolgere i lavori in gruppo a distanza, velocizzare la conoscenza del computer attraverso attività ludiche, incentivare la realizzazione di video per fruire alcuni percorsi didattici e un aumento della modalità didattica della classe capovolta, con videolezioni preparate dai docenti.
Inoltre spero proprio ci sarà un forte miglioramento del seguimento dei ragazzi/e che non possono frequentare la scuola a causa dell’ospedalizzazione. Sappiamo che la DAD ha anche molti limiti, soprattutto dovuti alla scarsa inclusione di chi ha difficoltà e che avrà necessità di un recupero veloce, non appena sarà possibile.
Circa le relazioni penso che la DAD abbia fatto riflettere tutti che la normalità di potersi incontrare, stare abbracciati, condividere oggetti e perfino lavorare intorno ad un tavolo è un privilegio ed è quindi importante valorizzare quei momenti anche in ambito scolastico. Sarà urgente incentivare le relazioni grazie anche ad una didattica innovativa come il cooperative learning, dove la partecipazione attiva, la collaborazione e il non giudizio rappresentino pilastri fondanti.

Qual è il principale strumento da realizzare per una scuola del territorio? Quali esperimenti riusciti in zona?

Innanzitutto riuscire a dialogare in maniera collaborativa tra i soggetti della comunità educante, attraverso incontri permanenti di confronto su temi pratici ma anche su temi pedagogici legati all’educazione.
Momenti di interscambio di esperienze e di punti di vista diversi e momenti formativi per aumentare ed approfondire il proprio ruolo di docenti o genitore.
Vorremmo una scuola letteralmente aperta al territorio, che diventi un punto di riferimento nel quartiere, che lavori in sinergia con le altre scuole, con le associazioni e con il Municipio, ipotizzando nuovi usi dello spazio-scuola, dando nuova vita agli edifici e garantendo attività extra-scolastiche negli spazi a disposizione.
La forza è nel rendere stabili e concreti i Tavoli di dialogo tra amministrazione municipale, istituzioni scolastiche e culturali, associazioni genitori, e terzo settore per sviluppare una visione comune e rendere possibile la divisione delle diverse responsabilità educative. Riteniamo fondamentale sperimentare questa possibilità in un luogo circoscritto che è il quartiere. Ci stiamo muovendo infatti a sostegno del progetto della Scuola Sconfinata, promosso da ‘Etudachapartestai?' e Fondazione Feltrinelli, a cui collaboriamo assiduamente.
HumanZone è un esempio chiaro di come si può lavorare insieme, è un progetto del Tavolo per la Nonviolenza del Municipio 3 e vede la partecipazione di scuole, associazioni genitori, associazioni del territorio, evidenzia come si possa lavorare bene insieme, quando gli intenti comuni sono chiari e la relazione è costantemente gestita con la cura e il coordinamento di persone dedicate.

Quale politica per l'aggiornamento dei docenti, per rendere più omogeneo e competente l'approccio metodologico?

È necessario ripensare la formazione dei docenti e degli educatori/educatrici a partire da una revisione del curriculum universitario, attivando percorsi chiari di formazione che li portino all’abilitazione nelle diverse discipline.
Chiediamo di investire fondi per ridurre a 16 il numero di alunni/e per classe, per costruire laboratori nelle scuole, per retribuire le ore di co-progettazione necessarie ai percorsi interdisciplinari, per organizzare una formazione permanente per tutta la comunità educante e soprattutto sviluppare competenze relazionali, abilità dialogiche ed empatiche. Inoltre sarebbe cruciale formare i più giovani per un migliore utilizzo e comprensione dei media digitali, che sarà una delle grandi sfide del futuro.
Siamo in un momento cruciale e sarebbe quantomeno inopportuno che tutte queste discussioni sulla scuola finissero in fumo, per tornare ad una normalità che non ci piaceva neanche prima. I cambiamenti avvengono proprio in momenti di difficoltà, momenti che ci rendono consapevoli della possibilità di miglioramento… penso tocchi a dirigenti, docenti, associazioni genitori, referenti del Municipio in collaborazione con le associazioni del territorio prendere questo treno del cambiamento e condurlo verso il futuro, per scongiurare che si torni alla scuola di prima.


(*) "Scuola. La forza della partecipazione durante l'emergenza sanitaria”. Tavolo per la Nonviolenza del Comune e del Municipio 3, venerdì 27 novembre, “Mondo Senza Guerre e Senza Violenza”, CGD-Coordinamento Genitori Democratici Lombardia e HumanZone.

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