Non ci resta che leggere

Il libro è sempre e comunque una gran bella risorsa, a maggior ragione quando forze di causa maggiore costringono alla clausura, e qualche consiglio di lettura può essere utile. ()
il criminale pallido immagine
L’esercizio della lettura è raccomandabile sotto ogni aspetto per studio, aggiornamento, per cultura personale ma anche per puro diletto. Va da sé che sia buona norma avere confidenza con la carta stampata che può essere di sollievo nei momenti più bui. E la locuzione “non ci resta che leggere” non vuole affatto essere riduttiva, anzi vuole rafforzare il piacere di conoscere storie, personaggi, situazioni che solo un buon libro può offrire. In attesa che, accanto a un buon libro, si possa tornare al cinema, a teatro, a vedere mostre o a sentire musica.
E poiché di tempi bui trattasi, giusto per non aggravare il clima, i consigli di lettura sono di carattere leggero pur nel rispetto della buona qualità della scrittura.


Il noir, un tempo considerato di genere, ha lasciato nel corso del tempo ottimi segni di sé. Se può forse essere annoverato nella letteratura d’evasione, un noir è pur sempre figlio dei suoi tempi e restituisce, a volte meglio di un saggio paludato, il clima sociale, politico ed economico in cui il suo autore lo colloca.
Prendete il caso di “Il criminale pallido” di Philipp Kerr, ambientato a Berlino durante il nazismo, in cui un investigatore privato viene eccezionalmente cooptato nella Kriminalpolizei per risolvere gli omicidi seriali di giovani ragazze di pura razza ariana. Il crimine ha a che fare con il regime e con la sua strategia di colpevolizzare e sopprimere la popolazione ebraica. Altro non va detto se non che 346 pagine ben scritte l’investigatore Bernie Gunther si afferma come “il detective privato antinazista più scorretto di sempre”.
Il libro fa parte di una trilogia di cui è consigliata la lettura per intero.


Di diverso registro il romanzo di Cristina Cassar Scalia “Sabbia nera” ambientato nella Sicilia dei giorni nostri.
Però attenzione, al di là della collocazione geografica, nessuna parentela con Camilleri e con il suo commissario Montalbano.
La protagonista del racconto è il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi, palermitana di nascita che, dopo aver prestato servizio in quel di Milano, opera ora a Catania a capo della sezione Reati contro la persona della squadra Mobile di quella città.
Il racconto è avvincente e risponde alla sintomatica definizione, in esergo, di Georges Simenon secondo cui “Il delitto non conta… Conta quello che accade, o è accaduto, nella testa di chi lo ha commesso”.


Terza e ultima suggestione è il romanzo “Il più grande criminale di Roma è stato amico mio” di Aurelio Picca, prolifico e versatile autore che ha esplorato vari aspetti della narrativa contemporanea.
Il racconto ripercorre la vita esagerata di Laudovino De Sanctis, detto Lallo lo Zoppo, feroce malavitoso romano, attivo nell’Urbe con rapine, sequestri e imprese varie negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.
Le sanguinose imprese di De Sanctis sono raccontare nel libro da un suo epigono immaginario che mitizza la figura del bandito sino a crearsene una ragione di vita.
Il romanzo è nudo e crudo, forte e violento, di quella violenza necessaria però a restituire una storia tragicamente cupa da cui si fa fatica a trarne una morale ben resa dalla dedica dell’autore che compare in epigrafe:” Lo dedico agli ammazzati, ai torturati, a chi non c’entrava niente. Pure ai feroci, perché nella via regna il caso e il caos. Meritano tutti pietà. Sono nelle mani di Dio”. E la pietas è la colonna sonora del racconto.
La scrittura riproduce efficacemente la parola detta con tutte le sue inflessioni gergali e dialettali e restituisce una disperazione umana difficilmente sanabile.


Tre piccoli consigli di lettura anche per ricordare che fortunatamente le librerie sono ancora aperte e sarebbe bene nonché utile approfittarne.


Philipp Kerr, Il criminale pallido
Fazi editore, pp. 346, € 15

Cristina Cassar Scalia, Sabbia nera
Einaudi, pp. 392, € 13,50

Aurelio Picca, Il più grande criminale di Roma è stato amico mio
Bompiani, pp. 247, € 17

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