Ripartenze: Blue Note Recording Studio di via Fucini 22, intervista con Andrea

La musica e il canto ci rendono felici, come è stato confermato dai numerosi filmati che giravano in internet durante il lockdown e dai cori dai balconi. Registrare suoni e voci deve essere quindi come raggiungere il cielo ogni giorno. Lo chiedo al titolare di un centro di registrazione di Città Studi. ()
Blue Note
In cosa consiste il vostro lavoro?

Noi offriamo agli artisti di oggi e di domani uno spazio e gli strumenti per dare voce alla loro creatività, che si tratti di una sala attrezzata per suonare o studiare, o si tratti di realizzare una registrazione.

Che cosa ha determinato la scelta di questo particolare lavoro?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita e della vita della mia famiglia. Terminato il mio percorso accademico, dovevo prendere una serie di decisioni su “cosa fare da grande” e avere uno spazio già allestito e pronto per essere sfruttato a dovere era un’occasione unica per unire una professione alla mia più grande passione, cioè la musica.

È giusta o errata la supposizione che un lavoro collegato alla musica rende felice chi lo fa?

Dipende da chi svolge quel lavoro. Se si ama quello che si fa, si è felici qualunque cosa si faccia, che sia nella musica o in qualsiasi altro settore.

Come vi siete organizzati durante i due mesi di lockdown?

Naturalmente non si poteva accedere ai nostri spazi. Da casa, con il PC, abbiamo cercato di organizzarci un minimo, ma poiché il nostro lavoro si sviluppa con le persone, non abbiamo potuto fare granché.

Avete avuto problemi economici?

Certo, ma viste le circostanze, abbiamo atteso come molti altri. Per due mesi abbiamo fatturato zero, ma valeva la pena fare qualche sacrificio e tenere duro sino alla ripresa.

Cosa è successo a maggio, con la ripresa?

Con la riapertura di maggio siamo stati travolti dalla quantità di persone che avevano voglia di fare musica. Questo afflusso di persone ci ha sorpreso piacevolmente, è stata un'espressione di vitalità e desiderio del fare.

Come vi siete organizzati?

Abbiamo due sale, una grande e una piccola. La sala grande ha visto una riduzione da sei a quattro persone e questo, per fortuna, è sufficiente per la maggior parte delle band. La sala piccola era da tre persone e ora funziona per sessioni individuali.
Comunque siamo sopravvissuti.

Come affrontate questa seconda fase di contagi?

Al momento stiamo facendo lavori per ampliare l'utilizzo delle sale a dieci elementi con pannelli di plexiglass. Naturalmente, come già facevamo, seguiamo tutte le norme sanitarie, come è necessario: misuriamo la temperatura, facciamo disinfettare le mani, cambiamo l'aria, sanifichiamo i microfoni, alcuni comunque portano il proprio.
Dobbiamo assolutamente garantire la sicurezza a chi viene da noi.

Questo produce limiti alla vostra attività?

Relativamente, perché per gestirla abbiamo sempre avuto un calendario per le prenotazioni scaglionate. Questa cosa oggi ci fa gioco perché non possono esserci code; l'ingresso e l'uscita sono differenziati e i gruppi non possono incrociarsi.

Come è vissuta questa seconda ondata da voi e dai vostri clienti?

A differenza del periodo precedente le persone sono meno timorose, perché sanno qual è il pericolo; l'esperienza ci ha insegnato come dobbiamo comportarci, tuttavia resta la consapevolezza del rischio e si impara ad adeguare la nostra vita alle norme, che ci limitano, ma sono necessarie e tutelano la sicurezza della salute nostra e altrui, e la sicurezza economica di noi tutti.

Contatti:
bluenotestudio@tin.it
tel. 348.748.92.15

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