La Scuola al centro del Quartiere - prima parte

Dai grandi urbanisti del secolo scorso, ancora stimoli per ripensare le nostre città: le scuole come le vecchie piazze, le unità di vicinato, la formazione dei giovani alla consapevolezza civile e alla cultura urbana. ()
scuola al centro
Circa un secolo fa nella Chicago fumigante di industrie ferroviarie finanza e mattatoi del bestiame appena arrivato dal West, prendeva tumultuosamente forma l'idea di quartiere moderno.
Ci riflettevano architetti e sociologi: l'urbanistica ancora non esisteva come pensiero a sé, a cercare di fondere in qualche modo i due aspetti dello spazio e delle relazioni.

Era stato un grande architetto, Daniel H. Burnham, a tracciare le linee generali di sviluppo della metropoli nel 1909, con un Piano di iniziativa privata adottato in linea di massima anche dall'amministrazione pubblica, e mirabilmente illustrato dalle tavole a colori di un artista di formazione francese, perché i cittadini capissero meglio lo sforzo collettivo che li attendeva in futuro.
Dentro le maglie di quel piano fatto di viali, parchi, vedute monumentali, altri architetti dovevano per così dire riempire i vuoti di senso con la vita reale delle persone, progettando edifici di abitazione, servizi, giardini.
Un concorso bandito nel 1913 a cui parteciparono decine di grandi studi di progettazione, fissava le linee generali di questo tassello del mosaico metropolitano: una zona residenziale ben collegata e servita, da cui fosse agevole raggiungere altre aree come quelle per il lavoro o i servizi superiori, e definita sommariamente da un quadrato di circa 800 m di lato (equivalente a 20-30 isolati urbani classici americani) dentro cui il progettista potesse sbizzarrirsi con forme di case, strade di servizio, verde, cortili, piazze.

L'unità di vicinato
Nasceva così, per usare il titolo di uno dei progetti, neppure il più interessante, quello dell'architetto William Drummond, la Neighborhood Unit, o Unità di Vicinato, o Quartiere Autosufficiente come altri avrebbero tradotto in italiano il concetto tanti anni più tardi.
Ma come abbiamo accennato all'inizio non c'erano al lavoro solo gli architetti nella Chicago da un milione di abitanti ancora in crescita esplosiva. Si davano molto da fare vari soggetti legati alle discipline sociali, a partire dalla famosa Scuola Ecologica di Sociologia, che coi primi studi di Robert E. Park sulle comunità urbane specie immigrate, individuava tutti i vari tentativi di ricostruire nella metropoli moderna le antiche comunità e relazioni di villaggio.

Un sussidiario per le politiche urbane
O la borghesia illuminata che, dopo aver promosso il grande Chicago Plan di Daniel Burnham, si domandava concretamente: sapranno le generazioni future dare forma concreta e conseguente a un progetto così vasto e ambizioso? E rispondendosi in modo a dir poco singolare, individuando nella scuola media un vero e proprio strumento di formazione dei giovani, gli adulti cittadini del futuro, ai temi delle politiche urbane.
Nel 1911 a firma di Walter Moody viene pubblicata la prima versione del Wacker's Manual of the Plan of Chicago. Municipal Economy, un sussidiario di letture ed esercizi che gli insegnanti delle scuole cittadine (poi anche in altre città americane) useranno fin quasi alla seconda guerra mondiale. Per insegnare in modo semplice e non specialistico il problema della casa, dell'amministrazione cittadina, o altri aspetti, dai parchi all'ordine pubblico alla gestione dei rifiuti o trasporti.

Un nuovo ruolo per la scuola
La scuola, oltre che strumento di comunicazione e cultura urbana, assumeva in quegli anni però anche un nuovo ruolo per il nascente Movimento dei Centro Sociali. Da quando a inizio secolo con una nuova legge sulle elezioni gli edifici scolastici erano stati adibiti a seggi e poi luoghi dei comizi, a queste attività estranee a quelle di istruzione se ne erano via via aggiunte molte altre.
Dal piuttosto prevedibile luogo di riunione per organismi come comitati cittadini tematici, dalla beneficenza alla temperanza e via dicendo, a sede di club e associazioni, ad attività più inclusive dallo sport e tempo libero, cultura, musica, giardinaggio, che ne facevano un nodo comunitario per il quartiere-villaggio cercato dai cittadini di più recente data, e descritto scientificamente dalla citata Scuola Ecologica.
La scuola così si ritrovava, in quanto edificio e in quanto istituzione, al centro dei quartieri, e ne sarebbe presto diventato anche il nodo teorico-pratico grazie alle osservazioni di un giovane sociologo di New York di passaggio a Chicago.

L'intuizione di Perry
Clarence A. Perry, così si chiamava il giovane studioso, in una relazione a un congresso a Memphis, nel 1914 riassumeva sinteticamente il valore spaziale di quel nuovo ruolo della scuola, dei suoi valori, delle sue mura e aule con una osservazione: è frequentata ormai nelle varie fasce orarie quotidiane praticamente da tutti coloro che hanno interesse a incontrarsi e relazionarsi per qualche motivo, e che risiedono entro un certo raggio, di alcune centinaia di metri. Distanza facilmente percorribile a piedi in sicurezza da qualunque adulto, senza stancarsi, la stessa che possono percorrere senza perdersi o rischiare cattivi incontri gli alunni che frequentano le classi.
Perry aveva così intuito, forse senza rendersene ben conto in un primo tempo, quella che poi sarebbe stata la dimensione ideale del quartiere, già sperimentata in quel grosso lotto del concorso tra architetti, ponendo al suo centro un polo di attrazione sociale e culturale come la scuola, ignorata in quanto tale dai progettisti di edifici.

(continua)


Per saperne di più:

Clarence A. Perry, «The School as a Factor in Neighborhood Development», intervento alla National Conference of Charities and Correction, Memphis, Tennessee, maggio 1914; New York, Russel Sage Foundation, 1914 – Traduzione di Fabrizio Bottini «La Scuola al Centro del Quartiere»;

Roberto Calandra, «La teoria americana della Neighborhood Unit», Metron, gennaio 1946.

Immagine di copertina: Illustrated Catalogue of School Supplies, Boston 1898, lotto di trasformazione: Alfred B. Yeomans, City Residential Land Development, Chicago 1916.


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