Coronavirus e criminalità

Aiuti in tempo di Coronavirus, servono provvedimenti anche contro le infiltrazioni mafiose nelle piccole e grandi attività economiche. ()
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Questa emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica segnerà l’inizio di un’epoca nuova per l’economia, la politica, la società.
Sarà l’occasione per riportare la politica a governare l’economia verso il soddisfacimento dei bisogni delle persone?

Le vicende di queste settimane non potevano parlare più chiaro: il ritardo delle misure di contenimento del contagio per tenere aperte le aziende qualche giorno in più, a Bergamo come negli USA, ha causato un’impennata dei contagi e dei morti, e un blocco ancora più prolungato delle attività produttive. Le vicende di queste settimane hanno dimostrato a tutti quanto sia insensato dare la precedenza a obiettivi economici di breve periodo quando è in gioco la salute, la vita e la stessa economia di lungo periodo.

Non sappiamo ancora se la risultante dei milioni di comportamenti individuali farà pendere l’ago della bilancia verso modi di vita più cooperativi e indirizzati al bene comune. Ma sappiamo per certo che il fermo delle attività produttive durerà a lungo, la crisi economica ci sarà e si farà sentire.
O lo Stato riuscirà ad aiutare chi si sta ritrovando povero oppure aumenterà il numero di coloro che, nella disperazione, si rivolgeranno a chi non mancherà di presentarsi come benefattore, magari ben vestito e con modi gentili; lo stesso che fino al giorno prima ha fatto i soldi con estorsioni e minacce.
Dovremo tutti stare attenti ai tentativi di sfruttamento della situazione da parte della criminalità organizzata.

I numeri sulle estorsioni e le denunce per usura in Lombardia raccontano che il fenomeno è in aumento già da prima dell’emergenza a causa della crisi economica di lungo corso.
Nel rapporto del 2016 “Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia”, promosso dalla Giunta regionale, si legge come il numero delle denunce di estorsione, cioè di richiesta del 'pizzo' in varie forme, sia aumentato a Milano in modo consistente nel periodo 2010-2016 passando da 389 a 529 denunce annuali.
Estorsioni che obbligano i piccoli imprenditori a indebitarsi o a cedere le attività agli stessi estortori, che sono interessati ad avere attività legali per riciclare denaro sporco. Queste attività come bar o attività sportive permettono inoltre ai criminali di essere presenti sul territorio, offrire lavori non specializzati e individuare potenziali vittime di usura.

Interessante a questo proposito è leggere il rapporto dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli studi di Milano che dedica un intero capitolo alla nuova frontiera della sanità.
Nello stesso rapporto si legge che anche il fenomeno dell’usura è in crescita e colpisce le piccole e medie imprese e anche le famiglie. Un dato allarmante è che solo il 3% dei casi è stato rilevato a seguito di denuncia da parte della vittima. Le vittime non denunciano; per paura, per uno strano senso di colpa da parte di chi ha sottostimato il rischio ma anche per un assurdo senso di riconoscenza.
I casi rilevati di usura nel Nord Italia sono passati negli stessi anni da 124 a 209 anche se i numeri reali sono di gran lunga maggiori.

Per affrontare il problema lo Stato dal 1992 sostiene e incoraggia chi decide di opporsi al racket e all’usura. Ha istituito infatti un Fondo di solidarietà che, “in caso di estorsione, prevede per le vittime un’elargizione pecuniaria, senza l'obbligo di restituzione, come contributo al ristoro del danno patrimoniale subito. In caso di usura, il Fondo consente l’accesso a un mutuo decennale a interessi zero per il rilancio dell'attività economica in un contesto di legalità”.
Il successo del funzionamento di questi meccanismi di sostegno alle vittime dipende dalla tempestività delle procedure e dalla protezione che lo Stato riesce a garantire ai denuncianti.

In questi giorni lo Stato sta approntando aiuti economici alle imprese colpite dal fermo dovuto al Coronavirus. Anche in questo caso l’efficacia delle misure dipenderà dalle modalità con le quali questi aiuti verranno erogati. Ci sono infatti due esigenze contrapposte: distribuire i soldi tempestivamente ma anche in modo equo.
Si apprende sul Sole 24 Ore del 4 aprile: “l’erogazione dei soldi sarà immediata e nella semplificazione burocratica ipotizzata dal Governo la valutazione antimafia, ad esempio, sarebbe successiva al prestito”. Confidiamo nel senso civico in quest’ora di crisi.
E teniamo gli occhi ben aperti.

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