La prima donna… alla presidenza della Corte Costituzionale

Dopo “Donne di scienza”, inauguriamo oggi una nuova rubrica dedicata alle donne che con intelligenza, coraggio e determinazione hanno per prime operato in ambiti da sempre riservati solo agli uomini.
L’investitura di Marta Cartabia alla quarta carica dello Stato è un momento importante, in un Paese, il nostro, che è agli ultimi posti in Europa in ordine alla presenza delle donne nei luoghi di potere.
()
Immagine
Marta Cartabia è la prima donna eletta a capo della Consulta. Sarà un mandato di nove mesi , ma questa elezione è un segnale per tutte le istituzioni in quanto l’elezione è avvenuta all’unanimità dei voti e dei consensi. Come ha ricordato lei stessa, è solo dal 1963 che la legge ha consentito alle donne di accedere alla magistratura, ma sebbene oggi le giuriste siano la maggioranza, non è ancora così nelle giurisdizioni superiori e ai loro vertici.

Cartabia è una costituzionalista, laureatasi a Milano con Valerio Onida e con una specializzazione a Marsiglia in diritto costituzionale comparato. Giurista e accademica, gestisce un dottorato di ricerca presso l’Università Europea di Fiesole, ha svolto a lungo ricerche negli U.S.A. e altrove, e attualmente ha la cattedra di Diritto Costituzionale all’Università della Bicocca di Milano, dopo essere stata docente a Verona, e dopo aver insegnato in numerosi atenei in Italia e all'estero. Non può che essere considerata una vera esperta internazionale di diritto pubblico.

Dal 2003 al 2006 è stata componente del Network of indipendent experts of fundamental rights della Commissione Europea e dal 2008 al 2010 ha ricoperto analogo incarico a Vienna ed è membro della Commissione Venezia. Entra alla Corte Costituzionale nel 2011 e già nel 2014 viene eletta vicepresidente. Tuttavia non è una noiosa azzeccagarbugli, è anche una donna maritata con tre figli che ama il trekking, il jogging e la musica. Quando nel 2010 è andata negli Usa a insegnare per un anno, ha portato con sé i suoi ragazzi che all’epoca erano poco più che adolescenti.

La Presidente che gestirà la quarta carica dello stato si considera “un’apripista” perché “seppure le donne possano essere fiere del cammino fatto, molta strada rimane da fare”, ha commentato.
Tra le sue priorità ora il “problema di civiltà” di un Paese in cui calano gli omicidi, ma aumentano i femminicidi e poi l’ancora caldo tema dei permessi premio ai detenuti per reati mafiosi e la preoccupazione per il sovraffollamento delle carceri.

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha