Donne di Scienza: Nawal al-Sa'dawi

Celebre scrittrice, psichiatra e attivista egiziana è autrice di oltre 40 libri ed ha avuto una vita molto difficile. La sua principale battaglia è stata contro la mutilazione genitale femminile e l'oscurantismo della società patriarcale. E' descritta come la Simone de Beauvoir del mondo arabo. ()
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E' nata nel 1931 in un piccolo villaggio nilotico, vicino al Cairo, in una famiglia di otto figli. Suo padre era un funzionario governativo del ministero dell'Educazione Nazionale, moderatamente progressista ed educò la figlia al rispetto di se stessa e alla libertà d'espressione. All'età di 5 anni iniziò a contestare le leggi retrograde e bigotte della sua famiglia. A sei anni subì la circoncisione da parte della daya, la donna del rasoio.

Fu grazie all'appoggio della madre, che l'incoraggiò sempre, che, pur essendo donna, poté studiare. Alla scuola superiore fondò il “teatro della Libertà” del quale era sceneggiatrice, regista, interprete. Mentre frequentava la facoltà di medicina s'impegnò nelle prime lotte politiche.

Si laureò nel 1955 col massimo dei voti e si specializzò in psichiatria per aiutare le donne attraverso la terapia, per renderle consapevoli della loro identità e dignità.
Dal 1973 al 1975 lavorò come ricercatrice nel campo delle nevrosi all'università del Cairo.
Dal 1979 al 1980 è stata consigliera delle Nazioni Unite per il Women's Programme in Africa e Medio oriente.

La scrittura diventa il mezzo che le consente di affrontare argomenti tabù della società araba-islamica contro i quali ha lottato per oltre cinquant’anni, soprattutto con il libro “Donne e Sesso” pubblicato nel 1969 e vietato dalle autorità politiche e religiose, perché vi si condanna la mutilazione genitale.

Un attento studio dei testi sacri delle tre religioni monoteiste, iniziato da bambina, le ha permesso di testimoniare come un programma politico violento e oscurantista si sia imposto, usando la mancanza di istruzione e la strumentalizzazione dell'autorità del divino, a cui attribuire insegnamenti e precetti. Ha fatto comprendere con l'esempio personale che il velo imposto alle donne nella sua cultura di origine è un velo imposto alla mente.

Nel 1981 fu incarcerata per alcuni mesi per aver protestato contro gli Accordi di Camp David e contro la legge che impone il partito unico. Fu citata in giudizio affinché venisse separata dal marito, lo scrittore e militante marxista Sherif Hetata, secondo una legge che dà la possibilità a chiunque di intromettersi nella vita privata ed intima di una coppia.

Ha fondato un’Associazione di Solidarietà con le Donne Arabe che è stata chiusa dal governo nel 1991. Accusata di apostasia e di eresia, emigrò con il marito, perché minacciati di morte, dal 1991 al 1996.

Ha ricevuto diversi premi letterari, tenuto conferenze in molte università e ha partecipato a numerose conferenze internazionali e nazionali.

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne ha rilasciato una dichiarazione, di cui riportiamo l’incipit:
“La nuova Unione delle Donne Egiziane, formata in piazza Tahrir da giovani donne e giovani uomini rivoluzionari, ha lottato dalla rivoluzione del gennaio 2011 per unire i gruppi femministi e progressisti in Egitto, e lottato collettivamente per un nuovo sistema in Egitto, basato sulla vera libertà (non sulla falsa democrazia del capitalismo patriarcale), sulla vera dignità, sulla giustizia socio-economica e sull’uguaglianza per tutti, a prescindere dal sesso, dalla religione, dalla classe e dalla razza.
Ma da allora la povertà e l’oppressione delle donne è aumentata sotto il potere crescente del fondamentalismo religioso e dello sfruttamento di classe.
Le donne sono la metà della società. Non possono essere liberate in un paese che non è liberato. Associamo la nostra liberazione dal patriarcato alla liberazione del nostro paese dal colonialismo e dall’oppressione religiosa, nel nome di Dio, dell’amore, della pace e della democrazia.”

Nel 2005, in un atto di sfida simbolico, decise di presentarsi alle elezioni presidenziali contro l’allora presidente Hosni Mubarak, ovviamente anche questo le fu impedito.
Fra un licenziamento e l’altro, un' incarcerazione e una denuncia, numerosi suoi libri furono censurati e tuttora vietati.
Riuscì tuttavia a far approvare una legge contro l'infibulazione, che purtroppo non viene rispettata.

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