Il convegno "Cibo e cambiamento climatico"

Riportiamo un sunto dell'intervento "Oltre il bio" svolto da Andrea Calori all'Auditorium Stefano Cerri giovedì 7 novembre 2019. In un successivo articolo gli altri interventi. ()
foto CiboeC
Storicamente la consapevolezza dei rapporti tra cibo e clima si inquadra principalmente in relazione ai percorsi che hanno portato al biologico, che in Italia ha portato alla certificazione UE e, nel mondo, ad un'ampia serie di certificazioni "di mercato" volte a regolare il rapporto tra le produzioni agricole e alcune componenti ambientali.

Successivamente si sono sviluppate anche altre forme di certificazioni "ufficiali" volte a regolare altre dimensioni della produzione agricola in rapporto a temi connessi con la sostenibilità, in particolare nelle sue dimensioni sociale e ambientale. Questo ampliamento del mondo della regolazione è avvenuto anche perchè il "bio certificato" come lo conosciamo in Europa tratta solo alcuni degli aspetti delle relazioni tra cibo e ambiente e, in realtà, pochi aspetti legati al clima.

Ampliando lo sguardo, l'evoluzione del rapporto cibo/ambiente ha mille sfaccettature anche sotto il profilo dei modi di considerarlo, analizzarlo, certificarlo e regolarlo.

Il riferimento è prima di tutto all'universo delle certificazioni "non di mercato" (o di altri tipi di mercato) che esistono in tutto il mondo e che considerano sia altri fattori produtivi, sia tipi di componenti ambientali che altre certificazioni (come quella Bio-UE) non considerano.

Ad un altro livello, poi, c'è la consapevolezza oramai acquisita sia culturalmente, sia scientificamente, sia istituzionalmente, del "cibo come sistema", che considera il cibo come prodotto agricolo (senza l'atto del coltivare non c'è niente altro...) ma anche come elemento in relazione ad un'ampia serie di fattori che chiamiamo "sistema alimentare".

In un'ottica più ampia e, insieme, più profonda, ciò che coltiviamo e che mangiamo dipende dalla forma che ha il sistema alimentare, che si compone di "cicli alimentari" propriamente intesi (produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, consumo, scarti, rifiuti e materie di recupero) e di "contesti" che coincidono con i sistemi sociali, economici e ambientali nei quali si sviluppano i cicli alimentari.

Pensare al rapporto tra cibo e ambiente, anche "solo" nella prospettiva del rapporto tra cibo e clima, significa dunque considerare l'insieme dei rapporti tra sistema alimentare e clima. Senza questo approccio sistemico, d'altra parte, non esiste il concetto di sostenibilità, prima ancora che delle azioni "verso la sostenibilità" che non siano solo settoriali.

Negli ultimi dieci anni si sono sempre più moltiplicate le iniziative di carattere scientifico e istituzionale volte a dare forma ad un approccio sistemico alla comprensione del rapporto tra cibo e ambiente, con uno sguardo specifico sulle questioni climatiche.
Si è consolidata una lettura strutturale sia degli effetti strutturali che l'attuale sistema alimentare ha sull'ambiente nelle sue componenti climatiche, sia degli effetti che il cambiamento climatico ha sul sistema stesso, a partire dagli impatti sulle produzioni (desertificazione, perdita biodiversità, migrazioni rurali, ecc.).

Tutto ciò avviene per una rinnovata relazione tra sperimentazioni locali, movimenti globali e ricerca scientifica, che ha portato al (ri)affermarsi di approcci più profondi e integrati alla sostenibilità, come quello agroecologico, fino a comprendere altre dimensioni della sostenibilità che interessano maggiormente altre componenti dei sistemi alimentari (diete sostenibili, trasporti, trasformazkione, economia circolare, ecc.).

Tutto ciò porta ad una (ri)comprensione delle ragioni profonde che, alcuni decenni fa, avevano portato alla diffusione dei "marchi bio". Ragioni che danno voce ulteriore anche ai vari "movimenti del cibo" che, considerati nelle loro dinamiche a livello mondiale e non solo locale o italiano, hanno proseguito sulla strada che aveva generato le reti solidali di cui fanno parte anche i GAS, per trovare alleanze inedite con altre espressioni dell'innovazione sociale e con altri spazi culturali e politici a livello locale e sovralocale, più espressamente focalizzate sul cambiamento climatico.

Andrea Calori

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