Donne di Scienza: Valentina Tereshkova

La donna delle stelle che il 16 giugno 1963 divenne la prima cosmonautica a viaggiare nello spazio, lasciando un'impronta decisiva nel novecento, compì un percorso che la portò dal lavoro di operaia, all'avventura spaziale, alla laurea in ingegneria ()
6e1 Valentina Tereshkova
Nata il 6 marzo 1937 e cresciuta a Maslennikovo, piccolo paesino nella regione di Yaroslavl, rimase orfana di padre, caduto durante la seconda guerra mondiale.
Sua madre, operaia in un'industria tessile, fu costretta a crescere i tre figli da sola e Valentina, a soli 17 anni, dovette interrompere gli studi e seguire la madre in fabbrica; più tardi riuscì tuttavia a conseguire il diploma tecnico nei corsi serali.
A portarla nello spazio fu la sua passione per il paracadutismo – effettuò il suo primo lancio il 21 maggio 1959 –, nonché l'ardore politico, che la fecero diventare segretario della locale sezione di Komsomol, la lega dei giovani comunisti.

Realizzato con successo lo storico lancio di Yuri Gagarin, Kamanin, il capo del programma spaziale, convinse le autorità sovietiche ad avviare un programma femminile: era l'epoca di Krusciov. Tereshkova venne scelta probabilmente grazie alla sua esperienza nel paracadutismo.
La navicella Vostok 6 era infatti completamente automizzata e dunque non servivano doti di pilotaggio, perché il cosmonauta veniva espulso dalla capsula in fase di rientro. Una procedura rischiosa che necessitava di doti particolari.

Valentina, in quello storico volo nel 1963 che doveva durare un giorno , si trovò ad affrontare imprevisti di ogni tipo - vomitò mentre si trovava in orbita, la sua missione venne prolungata di due giorni, pare per rettificarere l'orientamento della navicella che la stessa Tereskova aveva notato non essere corretto e che l'avrebbe portata a perdersi nello spazio, patì dolori intensi dovuti alla posizione costretta, legata al sedile, e picchiò la testa nel casco durante l'atterraggio -, alla fine totalizzò più ore nello spazio di tutti gli astronauti americani messi insieme.

Al suo ritorno sulla Terra dovette combattere anche il pregiudizio di genere, dato che diversi esponenti dell'Aeronautica e del programma spaziale iniziarono a mettere in circolo voci maliziose che la descrivevano come “incompetente e isterica”. Kamanin però la difese contro ogni calunnia e alla fine la decorò con ogni possibile onorifecenza e il titolo di pilota-cosmonauta dell'Unione Sovietica.

Nello stesso anno si sposò con l'astronauta Nikolaev ed ebbe una figlia che diventò medico e che fu molto seguita, al fine di osservare se i voli nello spazio avevano effetti negativi.
In seguito Valentina studiò ingegneria all'accademia dell'aeronautica militare, si laureò e divenne membro del Comitato Centrale del PCUS; nel 2011 venne eletta nella Duma per la regione di Yaroslav.

Il 7 febbraio 2014 ha partecipato alla cerimonia d'apertura delle Olimpiadi invernali di Sochi, portando, insieme ad altre 7 personalità russe, la bandiera olimpica.
Una valle lunare porta il suo nome.

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