Donne di Scienza: il XIX Secolo

La diversità di genere, che era prevalsa per tutto il XVIII secolo, permane nel XIX secolo. Solo verso la fine del secolo si avvia l’equiparazione dei contenuti e della metodologia nell'educazione. ()
5a2 donne in fabbrica
L’Ottocento è il secolo delle grandi rivoluzioni industriali: si sviluppano le macchine a vapore, già avviate nella seconda metà del ‘700, e si introducono l’elettricità, i prodotti chimici e il petrolio. È un secolo eccezionale per i grandi sviluppi sul piano pratico, collegati alla ricerca scientifica, come il calore e l’elettromagnetismo. S’instaura uno stretto rapporto tra scienza, tecnologia e industria; si rivoluziona la tecnologia produttiva, delle comunicazioni e dei trasporti; si utilizzano nuove fonti energetiche; crescono le dimensioni delle aziende; mutano i rapporti tra l'industria e gli istituti bancari e finanziari.
Un sommario elenco di alcuni eventi suggerisce l’idea dei processi di trasformazione del periodo:

1803 John Dalton ipotizza l’atomo come particella indivisibile
1807 primo sistema di illuminazione pubblica stradale a gas
1830 prima ferrovia per collegare due città: Liverpool-Manchester
1837 Charles Babbage presenta il progetto della macchina analitica, precursore dei moderni computer
1837 invenzione del telegrafo elettrico
1839 nasce la fotografia
1853 invenzione del motore a scoppio
1859 Charles Darwin e il concetto di selezione naturale ed evoluzione: “L’origine delle specie”
1865 John Stuart Mill propone un programma per il suffragio femminile
1867 Karl Marx e l’ideologia comunista: “Il Capitale”
1869 nasce nel Regno Unito il movimento delle suffragette per il diritto di voto alle donne
1869 Dmitrij Ivanovič Mendeleev e la struttura della materia con la Tavola periodica degli elementi
1871 nasce il telefono con brevetto Antonio Meucci
1876 l’invenzione del telefono è attribuita ad Alexander Graham Bell
1877 invenzione del fonografo e della lampadina ad incandescenza
1880 (decennio): prime centrali elettriche a corrente continua e trasmissione in corrente alternata
1892 Hendrik Antoon Lorentz e la teoria elettronica della materia
1893 Nikola Tesla e Guglielmo Marconi: la trasmissione a distanza tramite onde radio
1895 nasce il cinema con i fratelli Lumière
1897 Joseph John Thomson dimostra l’esistenza dell’elettrone
1897 Millicent Fawcett fonda la National Union of Women’s Suffrage
1985 istituzione del premio Nobel dal testamento del chimico Alfred Nobel
1899 nasce la Fiat (Fabbrica italiana automobili Torino)

Lo storico Eric Hobsbawm individua oltre cento personaggi di rilievo in quello che chiama “il lungo Ottocento”; le donne sono solo 10, tra cui un’imperatrice, una regina, alcune scrittrici, un’attrice, un’infermiera, una femminista, una pittrice, e nessuna scienziata.
In effetti, i cambiamenti sociali legati al progresso industriale producono il consistente ingresso delle donne in molti settori lavorativi, ma nessun apprezzabile avanzamento nell’educazione e negli alti livelli aziendali o di ricerca.
Purtroppo l’Ottocento fu anche il secolo in cui in Italia, così come in Europa, maggiormente si produssero testi “scientifici” volti a provare l’inferiorità biologica della donna rispetto all’uomo, riservandole così un ruolo subalterno nella società.
Il mutamento della struttura della società pone in discussione la funzione delle donne essenzialmente sul piano lavorativo.
Lo sviluppo industriale richiede manodopera e ciò rende la donna soggetto sociale all’esterno della famiglia, non più relegata al ruolo di “angelo del focolare”. Pochi erano d’accordo con il legislatore francese Jules Simon che nel 1860 asserì “una donna che lavora non è più una donna”, ma si poneva forte il problema sulla conciliabilità tra famiglia, lavoro salariato e femminilità. Infatti il modello di sviluppo economico legato al capitalismo richiedeva un impegno a tempo pieno della lavoratrice lontano da casa.
Comunque il lavoro femminile a domicilio o nelle fabbriche fu oggetto di sfruttamento salariale, poiché non era regolamentato da una legislazione. Un delegato all’Esposizione del 1867 disse: “All’uomo il legname e i metalli. Alla donna la famiglia e i tessuti”. In base al sesso, i compiti che richiedevano agilità, pazienza e sopportazione vennero affidati alle donne, per “natura” più adatte, mentre le attività che richiedevano forza e abilità andavano agli uomini. I più bassi salari delle donne rispecchiavano tali valutazioni; in un circolo vizioso si dimostrava che le donne erano meno produttive degli uomini e, al tempo stesso, che esse non potevano lavorare come gli uomini. Nell’economia politica del tempo, il salario di un uomo doveva essere sufficiente per sostenere l’intera famiglia; il salario di una moglie appena sufficiente al suo mantenimento”.
Secondo i codici civili o secondo tradizione le donne erano sottoposte alla tutela dell’uomo (padre, marito) con una sorta di “cittadinanza asimmetrica”; di conseguenza le donne sole o unico sostegno della famiglia erano povere.
Sul piano della ricerca scientifica, siamo ancora all’eccezione che conferma la regola.
Per la maggior parte del XIX secolo le donne sono rimaste escluse dall’educazione scientifica formale, ma proprio in questo periodo hanno cominciato ad essere ammesse in ambienti eruditi e di studio per concessione di luminari dell’epoca, raggiungendo l’eccellenza ai massimi livelli.
Proporremo prossimamente alcune donne rappresentative dei due aspetti: il pieno successo e la notorietà per una di esse, anche se a caro prezzo, e l’anonimato per le altre, ancora ostaggi della prevalenza maschile, pur con tutte le caratteristiche per primeggiare.

1776 – 1831 Marie Sophie Germain, matematica
1815 – 1852 Augusta Ada Byron, matematica e programmazione
1867 – 1934 Marie Curie, chimica e fisica
1861 – 1912 Nettie Stevens, genetica e biologia
1875 – 1948 Mileva Maric, prima moglie di Albert Einstein, matematica e fisica

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