Moni Ovadia e il migrante che è in noi

Moni Ovadia protagonista di un incontro sul tema “Il migrante che è in noi, stranieri a noi stessi”. Una riflessione sui migranti di ieri e di oggi. Spazio Oberdan, 29 gennaio, ore 21.15 ()
Ovadia immagine articolo
Moni (Salomone all’anagrafe) Ovadia è da molti anni ormai considerato un’autorevole “istituzione” di impegno civile, un coraggioso militante dei valori più autentici dell’umanità. Ebreo d’origine, la vasta cultura umanistica e la conoscenza di molte lingue sono alcune delle caratteristiche, come dire, di struttura che lo contraddistinguono.

Dalla fine degli anni ’60 del secolo che fu, che lo vedono musicalmente impegnato nella ricerca e nella riproposizione della cultura e della musica popolare con Roberto Leydi, alle esperienze di musica progressiva con il Gruppo Folk Internazionale, Ovadia ha intrapreso un percorso sempre più articolato e coerente che si è manifestato, soprattutto ma non solo, attraverso una metodica e illuminata diffusione della cultura ebraica. Nel corso degli anni, accanto alle sue performances di teatro musicale in gran parte ispirato alla tradizione yiddish, è sempre più spesso protagonista di battaglie civili, sempre accanto alle lotte e alle sofferenze degli “ultimi” o di quelli che Frantz Fanon chiamava “i dannati della terra”.

L’evento che verrà ospitato il 29 gennaio da Spazio Oberdan vedrà Ovadia protagonista di una riflessione sui temi della migrazione, un racconto dal vivo attraverso parole, immagini e intermezzi musicali che spinge a riflettere sul dramma dell’emigrazione, attraverso la testimonianza di un artista che ha fatto del “vagabondaggio culturale” il suo principale riferimento.
Le parole di Ovadia aiuteranno a comprendere meglio la temperie che stiamo vivendo, che si presenta sempre più spesso con toni drammatici se non addirittura tragici.

Accompagnamento musicale del fisarmonicista Albert Florian Mihai.

La serata è un evento culturale della Fondazione Franco Verga, associazione di promozione sociale che opera da più di cinquant’anni per l’integrazione sociale di migranti e rifugiati, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana.

Ingresso libero sino a esaurimento posti (apertura sala ore 20.30).
Una forte testimonianza di impegno civile e sociale.

p.s. Cineteca Italiana informa che lo spettacolo delle ore 21.15 è sold out. E' previsto un ulteriore spettacolo alle ore 22.15 per cui è possibile ritirare un tagliando di prenotazione presso Spazio Oberdan a partire dal 25 gennaio, ore pomeridiane.

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha