A Milano nasce l’”amministrazione condivisa” con i Patti di Collaborazione per la gestione dei beni comuni.

I cittadini milanesi da anni possono “adottare” il verde pubblico. Ora con i Patti di Collaborazione cittadini comuni, comitati, gruppi informali, social street , associazioni, scuole possono realizzare progetti di gestione e manutenzione dei beni comuni urbani. Lo hanno spiegato in un incontro pubblico in Municipio 3 l’assessore Antonella Bruzzese e Lorenzo Lipparini, assessore alla Partecipazione del Comune di Milano. ()
patti di collaborazione
L’impegno del Municipio 3 a promuovere forme di collaborazione per la cura e l’attivazione del verde e degli spazi pubblici continua: all’incontro pubblico “Quali strumenti per collaborare alla cura del verde?” lo scorso 10 dicembre presso la Sala Consiliare è stato illustrato il nuovo approccio,in stile “anglosassone” della responsabilizzazione dei cittadini sulla gestione della cosa pubblica, al di là dell’ormai consolidato tema dell’adozione del verde. Si tratta dei nuovi Patti di Collaborazione per la gestione condivisa dei beni comuni, attraverso i quali, approvati in via sperimentale nel marzo di quest’anno ,cittadini attivi, volontari, comitati e gruppi informali, social street , associazioni legalmente riconosciute, scuole, comitati di genitori, fondazioni possono collaborare con l’amministrazione per realizzare progetti di gestione e manutenzione dei beni comuni urbani: dalle aree verdi, a porzioni di terreno, da ogni tipo di spazio a installazioni per la pratica dello sport.

I patti di collaborazione, già attivi in diversi comuni italiani, prevedono, in applicazione del principio di sussidiarietà, introdotto nel 2001 nell’art. 118 della Costituzione, che l’Amministrazione comunale (ma anche Stato, Regioni, Città Metropolitane e Province)sostenga e valorizzi l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, che mettono a disposizione, a titolo spontaneo, volontario e gratuito, energie, risorse e competenze a favore della comunità, volta al perseguimento di finalità di interesse generale. I comuni che hanno realizzato Patti di Collaborazione sono ormai quasi 200 in tutta Italia. Citiamo Bologna, Siena, L’Aquila, Ivrea, Acireale, Brugherio.

Il patto è uno strumento per liberare energie , valorizzare capacità , rimettere in moto situazioni bloccate, dando vita a esperimenti di “amministrazione condivisa”, una formula organizzativa fondata sulla collaborazione fra amministrazione e cittadini che integra il modello tradizionale basato sulla separazione tra amministratori e amministrati spesso in conflitto tra loro.

Così, introducendo l’incontro, l’assessore all’Urbanistica Antonella Bruzzese ha ricordato come il Municipio 3 che sta già da tempo lavorando alla mappatura delle aree verdi per individuare quali sono adatte a attivare collaborazioni con i cittadini, ora intenda sperimentare esperienze più avanzate di coinvolgimento dei cittadini nella cosa pubblica. Alcuni strumenti come le sponsorizzazioni hanno una storia ventennale, altri come i Patti di collaborazione, argomento principale della serata, sono del tutto nuovi e in fase di sperimentazione.

Il dottor Cannata, responsabile del servizio sponsorizzazioni aree verdi ha inizialmente fatto il punto sullo stato della condivisione della gestione del verde tra Comune e cittadini, esperienza che esiste ormai da venti anni a diversi livelli, dalla sponsorizzazione alla gestione volontaria di piccoli spazi di verde pubblico da parte di singoli cittadini, condomini, comitati, associazioni, laddove la struttura centrale spesso non è in grado di fare per le piccole dimensioni. Un triangolo di verde mantenuto in ordine, uno spazio tolto al parcheggio tollerato o improprio non è solo più bello, è importante per le piante: uno dei motivi per cui le piante sotto il vento e la pioggia cadono è perché sono trattate male, quotidianamente, soprattutto nell’impianto arboreo. Dargli spazio, respiro può essere una modalità per far vivere meglio le piante. All'interno delle aree verdi è anche possibile prendersi cura di arredi, panchine, giochi, aree cani, campi bocce e basket….

Ma la vera novità l’ha introdotta Lorenzo Lipparini, Assessore alla partecipazione del Comune di Milano. Lipparini introducendo il tema dell’ “amministrazione condivisa”, cioè di come aumentare l’interazione dei cittadini con il Comune e il Municipio, ha ricordato che questa nuova amministrazione appena insediata, ormai due anni e mezzo fa, ha istituito un ufficio con l’obiettivo di aumentare l’ interazione con i cittadini nelle decisioni del Comune e dei Municipi. E’ l’attività che viene rubricata sotto la voce “amministrazione condivisa”, cioè come fare in modo che le responsabilità amministrative del Comune siano portate avanti in cogestione con i gruppi più o meno organizzati in modo formale di cittadini che sono interessati a prendersi cura della propria città, del proprio territorio. L’idea dunque è estendere l’esperienza del verde ad aree dedicate alla mobilità e sosta, piuttosto che piazze, luoghi pubblici, fino a edifici piccoli o grandi: aree neglette, ma interessanti per le attività dei cittadini.

In aiuto di questo processo è giunta una decisione della corte dei conti che autorizza i comuni a accendere assicurazioni a proprie spese, cosa prima non consentita, per i cittadini volontari che agiscono per conto del Comune con attività sul territorio per migliorare i beni comuni. Ciò non è tanto importante laddove operavano associazioni costituite che già hanno queste polizze, ma lo è per i gruppi informali, i comitati, le social street, i comitati genitori delle scuole. Questo laddove si abbia alle spalle un “Patto di collaborazione”.

Una particolarità introdotta è che queste attività, lanciate con una delibera del marzo scorso, possono essere attivate “dall’alto o dal basso “ . Il Comune propone delle località su cui ha interesse a sviluppare progetti , ma la stessa cosa possono fare i cittadini che chiedono di poter aver accesso a quelle aree. L’ambizione è quella di fare una composizione dei diversi interessi mettendosi attorno a un tavolo e trovando il modo di cogestire un intervento in cui ognuno riesca a fare la sua parte al meglio, allontanandoci così dal modello della concessione e verso il modello della cogestione.

I Municipi sono centrali in questi progetti, svolgendo quel ruolo di antenna del territorio che è la loro vocazione. Ovviamente i Municipi vanno dotati di risorse e competenze adeguate decentrate.

Si sta cercando di creare un modello milanese di “amministrazione condivisa”, iniziando con una logica in verità un po’ dall’alto al basso. “Urbanismo tattico” lo ha definito Lipparini. Ma cos’è l’Urbanismo tattico ? Parliamo di politiche pubbliche e di pianificazione territoriale per il bene comune. Con un approccio più veloce, sulla scala di quartiere, che interviene sullo spazio pubblico grazie a coinvolgimenti della cittadinanza, utilizzando interventi temporanei a basso costo . Più veloce e condiviso dell’Urbanistica strategica. E’ in qualche modo la risposta dal basso senza sostituirlo, al normale e più lento processo di pianificazione e sviluppo delle città.

Al termine dell’intervento di Lipparini, Eugenio Petz, responsabile dei Patti di Collaborazione, ha spiegato che i patti possono servire a molte cose, ma soprattutto possono creare comunità dove non c’è. Questo è l’obiettivo principale dello strumento, che il Comune con la sola azione amministrativa non può fare.

Lo strumento non è un contratto, ma un accordo, uno strumento consensuale, un patto appunto, che si aggiunge agli strumenti ordinari senza toglier loro spazio. Il patto diventa lo strumento più idoneo laddove l’amministrazione insieme ai cittadini attivi co-decide le finalità di un intervento. E’ uno strumento di democrazia nuova, la cui palestra è la realtà vicina a noi, nelle strade e nelle piazze con un rapporto tra l’amministrazione e il cittadino attivo che deve essere di fiducia: ecco perché è un patto, non un contratto. Le responsabilità devono essere condivise, compresa quella, ad esempio di dare ai cittadini le chiavi per aprire e chiudere un luogo pubblico. Il patto è stato studiato per essere stipulato con i soggetti più diversi dalle associazioni, ai comitati, ai gruppi di cittadini, alle social street. Ovviamente i soggetti devono iscriversi a un albo di gruppi informali.

La prima fase è di sperimentazione e si concentra a Milano su otto spazi individuati dall’Amministrazione.

Cinque potranno essere utilizzati per iniziative temporanee:

- l’area di Piazza Tirana

- l’area di largo A. Balestra

- le aree verdi di via del Cardellino e di via Cesariano

- l’Anfiteatro Martesana in largo Parco Martiri della Libertà Iracheni

- le aree pedonali di via Micene e via Abbiati

Tre invece saranno destinati a progetti di carattere continuativo:

-l’immobile confiscato alla mafia in via Espinasse 106, che dovrà essere destinato a finalità che siano coerenti con la legislazione in materia di utilizzo di beni confiscati alla criminalità organizzata

-il campo bocce del parco Franca Rame nel quartiere Adriano

-i locali a uso commerciale posti al piano terra dell’edificio ERP di via Giovanola 13/27 sfitti da lungo tempo

Già in fase di avanzata realizzazione sono gli Interventi di rigenerazione urbana su Via Abbiati, con sei o sette associazioni di quartiere, con murales, orti condivisi, rimodulazione della sosta tollerata sui parterre, e gli interventi di recupero di vandalismo grafico, in particolare quelli al terminal bus di Lampugnano che viene ripulito ogni volta che viene imbrattato da un’associazione in accordo con il Comune e con il concessionario della stazione.

Nel Municipio 3 l’assessore al Territorio e Urbanistica Antonella Bruzzese ha annunciato un percorso per il rilancio ambientale e sociale della rotonda di Rimembranze di Lambrate proposto a ViviLambrate, raggruppamento di associazioni che da tempo si stanno occupando della riqualificazione del quartiere (importante il loro contributo alla riqualificazione della rotonda di Rimembranze di Lambrate) per produrre e presentare un progetto che sarà basato su un Patto di Collaborazione.

I soggetti interessati a sottoscrivere un patto di collaborazione con l'Amministrazione posso prendere contatti scrivendo una mail all'indirizzo partecipazione@comune.milano.it allegando una relazione del progetto completa dei dettagli relativi a finalità, attività che si svolgeranno e loro durata.


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