Lo sguardo di Michelangelo

La Cineteca Italiana propone presso Spazio Oberdan una rassegna di undici film in 35 mm di Michelangelo Antonioni per restituire tutta la complessità narrativa di un autore fondamentale per il cinema italiano. ()
antonioni immagine
Un cinema difficile che indaga su una società in cerca di se stessa.
Un cinema più vicino all’esperienza europea che non a quella italiana che parte dal neorealismo per dilatare la ricerca nei rapporti umani e sociali, cercando di cogliere lo sgomento di stare al mondo, compiere azioni, insomma vivere.

Nella sua lunga carriera di autore hanno collaborato con Antonioni, tra gli altri, scrittori e sceneggiatori come Ennio Flaiano, Tonino Guerra, Suso Cecchi D’Amico, Alba De Cespedes e attori di assoluto calibro come Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau, Valentina Cortese, Alida Valli, Alain Delon, Vanessa Redgrave e Jack Nicholson.
Insistita la presenza di Monica Vitti, algida musa, che con Antonioni condivise anche parte della sua vita privata.

Dalla desolata e desolante Milano di “La notte” (1961), alla solitaria pianura padana di “Il grido” (1956), sino alla deflagrazione epocale di “Zabriskie Point” (1970) e alla destrutturazione razionale di "Blow-Up” (1966), Antonioni traccia un percorso cinematografico volutamente anomalo che mal si addice a un cinema conciliante e rassicurante.
In rassegna anche l’opera prima “Cronaca di un amore” (1950) da cui si dipana una fitta rete di personaggi colpiti dal mal di esistere.

Ogni film di Antonioni, alla sua uscita, provocava accese discussioni e opposte interpretazioni.
E’ interessante ora valutare se il suo cinema regge ancora alle dilaganti nevrosi contemporanee.
Per il programma completo e le modalità di accesso è consigliabile consultare il sito www.cinetecamilano.it

Un grido nel deserto durante un’eclisse?

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