Sabato 10 novembre in piazza della Scala alle ore 15 per dire NO al DDL Pillon
Alla manifestazione aderiscono numerose associazioni e movimenti: la rete nazionale dei centri antiviolenza, l'UDI, Pangea, Telefono rosa, Maschile Plurale, Non una di meno, il Movimento per l'Infanzia, Terre des Hommes e molte altre ancora, oltre ai sindacati.
Questo decreto è un ulteriore attacco ai diritti civili conquistati non solo dalle donne, ma dall’intera società, negli ultimi decenni del secolo scorso. E non tiene conto alcuno della realtà di un Paese dove, per dirne solo alcune, l’occupazione femminile è ai più bassi livelli di Europa, i servizi sono carenti, e non esiste equità retributiva fra uomini e donne.
Il DDL Pillon sostiene e prevede che la richiesta di separazione dei genitori comporti obbligatoriamente una fase di mediazione famigliare a loro spese.
L'obbligatorietà della mediazione famigliare è distruttiva dell'equilibrio tra i genitori in fase di separazione, e prepara alla guerra, anziché all'armistizio. Ogni situazione di coppia è un unicum, poche sono le situazioni tranquille, molto spesso le richieste di separazione nascono da denunce di violenze domestiche; quale tipo di comunicazione potrebbe esserci di conseguenza, quella del far west?
I genitori, sostiene Pillon, devono contribuire parimenti a mantenere, al livello economico precedente, i figli e dividere ugualmente il tempo di permanenza dei figli nelle singole abitazioni, 12 giorni per ciascuno. Decidere insieme quali persone debbano frequentare i figli, quali scuole, quali sport ecc.
Nella realtà reale e non virtuale la disoccupazione dilaga e per una donna con prole è molto più difficile trovare lavoro, rispetto a un uomo con prole. Forse questo significa che nessuno si aspetta che un uomo sappia dedicarsi ai figli come una donna?
Non è poi risaputo e accertato che le donne guadagnano meno rispetto ad un uguale attività svolta da un uomo? E che alle donne sono riservate attività meno qualificate e perciò meno retribuite?
I figli, sostiene Pillon, dovranno trascorre pari tempo con entrambi i genitori : 12 giorni di permanenza per ciascuno.
Che dire dei figli che sarebbero obbligati a trascorrere comunque la metà del tempo con un genitore che non li ama o che detestano? Come mantenere la continuità educativa e scolastica, come lasciare gli amici e le attività abituali?
Diciamo no alla violenza che sottintende questo disegno di Legge.
Diciamo a Pillon di togliere gli occhiali da sole e studiare la realtà del paese, prima che cumuli di scarpe rosse divengano un'attrazione turistica, così come lo è stato il delitto d'onore in tempi non lontani.
Più che un disegno di Legge, sembra una vendetta contro la parità dei generi.
SABATO IN PIAZZA DELLA SCALA DICIAMO NO AL DISEGNO DI LEGGE PILLON
Agedo
Marche, ArciAtea Rete per la laicità, Arcichedonne, Associazione Casa
di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, Associazione Demetra
Donne Trezzano sul Naviglio, Associazione Donne in Quota, Associazione
Federico nel cuore, Associazione Parla con me, Associazione di
promozione sociale Donn.è, Associazione Onde Rosa, Associazione Rebel
Network, Associazione Rossosispera, Associazione Ventunesimodonna
Corsico, Camera minorile di Milano, CGIL, Casa delle donne di Milano,
Centro Antiviolenza Cerchi D'Acqua s.c.a.r.l., Conferenza Metropolitana
delle Donne Democratiche, Coordinamento SNOQ Lombardia, IFE (Iniziativa
Femminista Europea in Italia), I Sentinelli, La Fabbrica delle idee, LeU
Milano, Libreria Antigone di Milano, PCI Federazione di Milano, PD
Milano Metropolitana, PD Lombardia, Retedonne Snoq Cremona, Se Non Ora
Quando Venezia, Se Non Ora Quando Lodi, Sinistra Italiana Milano, SVSDAD
Onlus , Towanda, Uil Milano e Lombardia, Women in White - Society di
Como, Studio Legale Associato Banfi e Rochat del foro di Milano