Euforia
Valeria Golino dirige un film che, pur affrontando un tema esplicitamente tragico, vira inesorabilmente verso i toni della commedia sia pur drammatica. Se non altro è occasione per vedere alla prova due eccellenti attori.
(Massimo Cecconi)05/11/2018
Due fratelli, agli antipodi per carattere ed esperienze di vita, si ritrovano in occasione di una grave malattia di uno dei due.
Matteo (Riccardo Scamarcio) è un omosessuale senza veri affetti, ai limiti della caricatura, che brucia la propria vita tra un lavoro ben remunerato, una casa di lusso e una miracolosa corte di amici che lo asseconda negli eccessi. Ettore (Valerio Mastandrea), che si definisce invece un uomo normale, è un insegnante con un figlio, un matrimonio in crisi, un nuovo amore e un tumore al cervello.
A tratti melenso, spesso estetizzante, il racconto resta però sempre in superficie senza indagare sino in fondo, malgrado la partecipata prova d’attore dei due protagonisti, lo spessore psicologico e umano dei due personaggi che sembrano invece affrontarsi in schermaglie esistenziali a volte prive di senso.
Inspiegabile, ad esempio, il pellegrinaggio a Medjugorje il cui unico effetto sembra essere un improvvisato e fugace rapporto sessuale.
In un barcamenarsi di colpe e di relativi complessi, emerge la difficoltà a raccontare sino in fondo un’umana tragedia che pure è palesemente esplicitata anche se non interiorizzata.
Nel cast Isabella Ferrari, Jasmine Trinca e Valentina Cervi.
Si può vedere con qualche precauzione.
In programmazione al cinema Plinius
Matteo (Riccardo Scamarcio) è un omosessuale senza veri affetti, ai limiti della caricatura, che brucia la propria vita tra un lavoro ben remunerato, una casa di lusso e una miracolosa corte di amici che lo asseconda negli eccessi. Ettore (Valerio Mastandrea), che si definisce invece un uomo normale, è un insegnante con un figlio, un matrimonio in crisi, un nuovo amore e un tumore al cervello.
I due si incontrano in un momento drammatico per la vita di entrambi e cercano di stabilire un rapporto al di là dei reciproci usi e costumi, tra una terapia in ospedale e vivaci scambi di opinioni che sembrano dimostrare solo quanto siano distanti l’uno dall’altro.
A tratti melenso, spesso estetizzante, il racconto resta però sempre in superficie senza indagare sino in fondo, malgrado la partecipata prova d’attore dei due protagonisti, lo spessore psicologico e umano dei due personaggi che sembrano invece affrontarsi in schermaglie esistenziali a volte prive di senso.
Inspiegabile, ad esempio, il pellegrinaggio a Medjugorje il cui unico effetto sembra essere un improvvisato e fugace rapporto sessuale.
In un barcamenarsi di colpe e di relativi complessi, emerge la difficoltà a raccontare sino in fondo un’umana tragedia che pure è palesemente esplicitata anche se non interiorizzata.
Poetica la scena in cui i due fratelli improvvisano un balletto, imitando Stanlio e Olio. L’abbraccio finale tra i due, sotto un cielo di Roma ricamato da un imponente volo di storni, richiama i versi di Brecht:”Quando gli si danno due manate di terra, quasi ognuno ha amato il mondo”.
Nel cast Isabella Ferrari, Jasmine Trinca e Valentina Cervi.
Si può vedere con qualche precauzione.
In programmazione al cinema Plinius