Mimmo Lucano. L'esperienza di Riace non si può cancellare

Per non essere disumani dobbiamo reagire. Questo il significato della coda di centinaia di persone in fila per entrare in Sala Alessi la sera di martedì 30 novembre e partecipare all’incontro “Da Riace a Lodi. Solidarietà e diritti”. ()
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Mi ero ripromesso di non mancare e di non arrivare tardi, la Sala Alessi non ha una grande capienza, però mai mi sarei aspettato di trovare così tante persone in paziente attesa, una coda che arrivava in piazza San Fedele, mai vista per un evento organizzato senza gran clamore, diramato tramite le pagine fb e l’invio di mail degli organizzatori, il movimento “Milano in Comune” e Costituzionebenecomune.

Una partecipazione che sta a testimoniare il rifiuto della politica che non ha rispetto della dignità umana, che sfrutta le situazioni drammatiche per carpire consensi, che nega il principio della solidarietà come fondamento della convivenza civile e democratica di un popolo.
Non si tratta di discutere sulla questione migranti e sui provvedimenti da adottare per risolvere il problema, si tratta di riconoscere che esistono altri criteri e modi per affrontare il problema, che altri hanno dimostrato di essere capaci di trovare soluzioni pratiche basate sulla solidarietà come criterio e sul riconoscimento dell'umanità del nostro prossimo come metodo.

Certo questo scardina l’atteggiamento ormai imperante e considerato del tutto normale con cui si negano i diritti umani, si rifiuta l’accoglienza, si discrimina e si prova fastidio nei confronti del povero e del derelitto; la società non sopporta il fatto che la povertà esista e non vuol considerare che, da sempre, ciò avvenga a causa del sistema politico-sociale in vigore.
Riace rappresenta la cartina di tornasole che rivela come il crescente consenso alle posizioni xenofobe e conservatrici, da noi come altrove nel mondo, prerogativa della parte più reazionaria della popolazione, di coloro che hanno rendite e posizioni di privilegio da proteggere, di coloro che non hanno altra preoccupazione che quella di difendere la “roba”, abbia messo radici tanto da diventare normale.

Un consenso abilmente fomentato e ben orchestrato dall’alto, alimentando il clima di intolleranza, di egoismo sociale, di ottuse rivendicazioni, per distrarre l’attenzione dalla gravità della crisi in cui ci troviamo. Con quali conseguenze?
Difficile contrastare qualcosa che fa parte della natura umana, ma l’azione di Salvini, ministro dell’Interno, a Riace ha avviato un percorso e imboccato una strada che non vorremmo veder ripercorsa poiché rivela un volto dis-umano.

Mi indigna e non riesco ad accettare che Mimmo Lucano, al di là delle dovute azioni che la magistratura ha l'obbligo di compiere, sia stato oggetto di una persecuzione, revoca dei fondi, arresto, obbligo di domicilio coatto al di fuori del comune in cui è sindaco, smantellamento di un sistema di accoglienza virtuoso e di successo sul piano sociale e umano, preso e da prendere ad esempio da tante altre amministrazioni locali (RECOSOL La Rete dei comuni solidali).

Un’altra umanità è possibile, come hanno voluto testimoniare i cittadini in coda per entrare in Sala Alessi.


#IOSTOCONRIACE. RACCOLTA POPOLARE DI SOLIDARIETÀ’
RECOSOL chiede a tutti/e di sostenere il modello Riace partecipando alla raccolta popolare di solidarietà attraverso una donazione unica o periodica (la campagna rimarrà attiva fino a dicembre 2018):

RECOSOL, IBAN: IT92R0501801000000000179515, causale Riace.

(Foto di https://www.facebook.com/events/368843433657778/)

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