Nell’autunno del 1938 il regime fascista emanò una serie di leggi, le cosiddette “leggi razziali”,
che introducevano radicali discriminazioni fra gli appartenenti alla
“razza ariana” e i non ariani, in particolare gli ebrei, che all’epoca,
in Italia, erano circa 47.000, di cui 10.000 stranieri. Le leggi
sancirono il totale isolamento dalla società italiana degli ebrei, ai
quali fu impedito di sposarsi con una ariana o un ariano, di far parte
del partito fascista, di possedere aziende o società con più di cento
dipendenti, di essere impiegati dello Stato, di esercitare una serie
innumerevole di professioni tra le quali quella del medico, del
farmacista, dell’avvocato, commercialista, ingegnere, architetto, ecc.
A ottant’anni da quegli sciagurati eventi e dato che il problema del razzismo è purtroppo ancora molto attuale, proponiamo due film a diverso titolo legati a quel tema.
Il primo, La scelta di Leone di
Florence Mauro è un ritratto di Leone Ginzburg. La sua morte a soli 34
anni a Regina Coeli sotto la feroce tortura nazista; gli anni del
confino, l'impegno nel Partito d'Azione e in Giustizia e Libertà, il
lavoro editoriale all'Einaudi (di cui è il grande ispiratore) fanno di
lui una figura centrale della cultura e dell'identità torinese negli
anni in cui questa si afferma come punto di riferimento morale e
intellettuale per la Nazione intera, punta di diamante di un'Italia che
continua a lottare per difendere i suoi valori più alti.
Il secondo, 1938 Quando scoprimmo di non essere più italiani di
Pietro Suber rievoca invece in modo più diretto proprio la
promulgazione delle leggi razziali, mettendo in evidenza le
responsabilità non solo di chi quelle leggi volle ma anche dei tanti che
non vi si opposero.
Il regista Pietro Suber incontrerà il pubblico presente in sala alla proiezione del 24 ottobre ore 21.15.
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