Senza muri

Martedì 28 agosto, in una piazza San Babila blindata, la Milano democratica ha manifestato contro il razzismo e l’antieuropeismo del nostro governo. ()
St Ambroeus S.Babila
La piazza, snaturata dai lavori in corso per la nuova linea della metropolitana, si riempie lentamente.
I cordoni delle forze dell’ordine, in tenuta antisommossa come a Milano non si vedeva da tempo, bloccano l’ingresso a corso Monforte dove, nella sede più istituzionale possibile, si sta consumando il fatale incontro tra il ministro degli interni della repubblica italiana e il primo ministro della repubblica ungherese.
Fatto che, qualche tempo fa, sarebbe passato quasi sotto silenzio ma che oggi assume significati importanti, se non enormi, per il futuro dell’Europa e per le politiche di accoglienza e di solidarietà civile.
In piazza, sventolano poche bandiere e insegne di sindacati, associazioni, partiti. Ci sono, tra gli altri, i rappresentanti del PD e di LeU, numerosi assessori e consiglieri comunali ma, soprattutto, tanta tanta gente venuta a testimoniare la propria contrarietà per quanto sta accadendo nella sede della Prefettura.
Lo slogan più forte è “Europa senza muri”, che accomuna migliaia di cittadini nella prima grande manifestazione milanese contro il governo Lega/5 stelle.
Sul palco improvvisato si alternano i rappresentanti degli organizzatori della manifestazione, tra cui I sentinelli, Insieme senza muri e l’Anpi, sotto il palco i giocatori del St Ambroeus, squadra di calcio totalmente costituita da rifugiati richiedenti asilo, tengono il loro allenamento settimanale, simbolico quanto si voglia, contro chi vorrebbe chiudere le frontiere e ripristinare il CIE (Centro d’espulsione) in via Corelli.
Cartelli colorati ci ricordano che dobbiamo “Restare Umani” ed esprimono concetti forti come “Aprire i porti, aprire le porte”.
Nessuna sbavatura di estremismo, solo grande determinazione contro chi vuole farci tornare al più torbido medioevo della politica e dei valori civile e sociali.
A conclusione della manifestazione, si forma spontaneo un corteo con in testa i ragazzi immigrati che indossano magliette gialle sulle quali spicca la scritta “Love Trumps Hate” (L’amore sconfigge l’odio), dietro di loro le note appassionate della Banda degli Ottoni (grazie di esistere) e migliaia di cittadini che con consapevolezza raggiungono piazza Oberdan per dare un segnale forte a questo governo, per dire che Milano non ci sta, che Milano è antirazzista ed europea. Senza retorica.


(Massimo Cecconi) Foto di copertina di Roberta Depalo



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