La stagione teatrale 2018/2019 dell'Elfo/Puccini

La multisala di corso Buenos Aires propone una stagione articolata e fitta tra produzioni, riprese e ospitalità. Buon teatro per tutti, nel segno di una proposta culturale che offre l’estro alla discussione e al confronto, come nella migliore tradizione del nostro teatro. ()
Afghanistan immagine
I numeri la dicono già lunga: 23 produzioni per un totale di 60 titoli per 500 repliche complessive.
Numeri importanti per un teatro che vanta già il primato di essere tra i più significativi dell’Italia intera, a suggellare una situazione complessiva milanese che fa ben sperare per le sorti del teatro italiano tutto.
Va da sé che è impensabile, se non addirittura impossibile, elencare tutti i 60 titoli in programma per cui si rimanda al sito www.elfo.org dove è confortevole reperire tutte le necessarie informazioni per costruirsi una stagione teatrale su misura.

L’immagine floreale che accompagna la stagione 2018/2019, dono dell’artista americana di grande fama Kiki Smith, fa da preludio a un viaggio che si preannuncia felicemente insidioso e coinvolgente, con alcune incognite che si andranno a scoprire nelle diverse tappe, segnate da approcci diversi al teatro, sempre però coerenti con uno spirito di narrazione mai banale o scontato.
Tra fine ottobre e fine novembre, si annuncia la seconda parte del progetto dedicata all’Afghanistan che ora assume il titolo di “Afghanistan: Enduring Freedom”, un affresco a più voci (cinque autori di matrice anglosassone) che racconta le vicende più recenti di un paese sempre sull’orlo di una crisi politica, sociale e morale. Regia dei padroni di casa Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. In contemporanea c’è anche la possibilità di vedere la prima parte del lavoro “Afghanistan-Il grande gioco”.

Il 5 dicembre esordio della riscrittura scenica di un famoso romanzo di Mark Haddon. Grande attesa per “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Simon Stephens, coprodotto con il Teatro Stabile di Torino. Alla regia la solita, ancorché solida, coppia Bruni/De Capitani, musiche di Teho Teardo e coreografie di Fattoria Vittadini. I disegni dell’eclettico Bruni sono animati in video da Francesco Frongia.
Da vedere.
Tra metà gennaio 2019 e i primi di febbraio “Dedalo e Icaro” di Tindaro Granata per la regia di Giacomo Ferraù e Francesco Frongia, una lettura originale dei malesseri della nostra società, tra realtà e mito. Coproduzione con la giovane compagnia Eco di fondo.
Ritorna (dal 24 gennaio al 10 febbraio) un titolo che farà ancora una volta discutere (prima rappresentazione nel 2002) incentrato com’è sui disvalori del fascismo e di tutti i fascismi. “Mai morti”, testo e regia di Renato Sarti, interpretazione “aggressiva” di Bebo Storti, offre il pretesto per riflettere ancora una volta sul fascismo del ventennio e su quello dei nostri giorni. Coproduce il Teatro della Cooperativa.

A febbraio una nuova versione di “La tempesta di Shakespeare”, uno spettacolo per attore, fantocci, figure animate e musica ideato da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, a significare che Shakespeare è universale e insostituibile nell’immaginario del teatro internazionale.
Dal 26 febbraio al 10 marzo Arturo Cirillo mette in scena “La scuola delle mogli” di Molière, un classico del teatro che ritrova nuova vita grazie alla coproduzione di Elfo, Marche Teatro e Teatro Stabile di Napoli.
Per chi l’avesse perso nella stagione testé conclusa, consigliabilissimo “L’acrobata” di Laura Forti con Cristina Crippa e Alessandro Bruni Ocaña, regia di Elio De Capitani. Un lucido dramma sulla storia del Cile di Pinochet ricostruito sul filo della memoria e dell’allegoria scenica.

Tra i grandi ritorni si segnala, infine, “Sogno di una notte di mezza estate”, un must del Teatro dell’Elfo (prima edizione nel 1981), dove si misurano, tra gli altri, Corinna Agustoni e Luca Toracca, figure storiche del teatro. Regia di Elio De Capitani che, in questa occasione, non sarà in scena a interpretare il suo Bottom con spiccato accento bergamasco (del resto il regista è nato a Sottochiesa Taleggio).
Nell’impossibilità, come detto, di dare conto di tutto il programma, si aggiungono solo alcune ulteriori suggestioni giusto per dare il peso del grande lavoro che sta dietro alla prossima stagione.
Qualche titolo: “Libri da ardere” di Amélie Acomb, regia di Cristina Crippa, tra i fondatori dell’Elfo; “Chet!” di Leo Muscato e Laura Perini, con musiche originali eseguite dal vino da Paolo Fresu (e Chet fa di cognome naturalmente Baker); “Antigone” di Sofocle, regia di Gigi Dall’Aglio e interpretazione di Arianna Scommegna, una delle attrici più importanti del nostro teatro; “Isabel Green” di Emanuele Aldrovandi e regia di Serena Sinigaglia; “I ragazzi che si amano” da Jacques Prévert, recital di Gabriele Lavia e, infine, tre titoli storici della compagnia Carrozzeria Orfeo tra il 17 giugno e il 5 luglio 2019.
Resta da segnalare una piacevole curiosità che consiste in un imprevedibile scambio di cortesie tra il Teatro Franco Parenti e il Teatro dell’Elfo, entrambi riconosciuti “Teatri di rilevante interesse culturale” dal Ministero della cultura.

Il Parenti sarà in scena all’Elfo dal 5 al 17 febbraio con “Buon anno, ragazzi” di Francesco Brandi, con la regia di Raphael Tobia Vogel, promettente figliolo di Andrée Ruth Shammah, mentre l’Elfo sarà in trasferta al teatro di via Pier Lombardo con “Kaddish” di Allen Ginsberg, nuova edizione interpretata da Ferdinando Bruni.
Coup de théâtre?

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