L’ecomostro di via Maiocchi è sempre lì. Per quanto ancora?
Dall’ormai lontano 2011 gli abitanti delle vie Eustachi, Maiocchi, Stoppani e Zambeletti convivono con lo scheletro dell’edificio in legno abbandonato e con l’incombente sagoma della gru inutiilizata da allora che svetta minacciosa sulle loro teste.
(Paolo Burgio)20/06/2018
Nell’assoluta immobilità di chi dovrebbe scongiurare ii pericolo e nella totale assenza di interesse da parte dell’amministrazione la situazione dell’ecomostro di via Maiocchi 13, iniziato nel 2010 e rimasto incompiuto per il fallimento dell’impresa costruttrice, con annessa gru svettante al di sopra degli edifici circostanti, sta diventando kafkiana.
A nulla sono valse le azioni intraprese dagli abitanti tramite le richieste alla curatela fallimentare, le proteste, le petizioni e le interpellanze avanzate dal Comitato anti Ecomostro.
Ne abbiamo riferito in passato e non sono mancati articoli sui principali quotidiani milanesi che denunciavano una situazione insostenibile, un edificio costruito in dispregio delle norme (“criminali “ sono stati definiti i responsabili del progetto e della costruzione), inizialmente prevista con strutture in cemento armato e poi modificata con strutture in legno, per fare in fretta e ridurre i tempi di realizzazione.
Dopo il blocco dei lavori e la chiusura del cantiere da anni nulla si muove, edificio e gru restano lì, ben poco rassicuranti, per non dire minacciosi, sulle nostre teste. Attendiamo che succeda un incidente per porre qualche rimedio?
Certo i cittadini non possono rassegnarsi e restare immobili; l’amministrazione deve dare qualche segnale di esistenza in vita di fronte a questo stato di cose.
A nulla sono valse le azioni intraprese dagli abitanti tramite le richieste alla curatela fallimentare, le proteste, le petizioni e le interpellanze avanzate dal Comitato anti Ecomostro.
Ne abbiamo riferito in passato e non sono mancati articoli sui principali quotidiani milanesi che denunciavano una situazione insostenibile, un edificio costruito in dispregio delle norme (“criminali “ sono stati definiti i responsabili del progetto e della costruzione), inizialmente prevista con strutture in cemento armato e poi modificata con strutture in legno, per fare in fretta e ridurre i tempi di realizzazione.
Dopo il blocco dei lavori e la chiusura del cantiere da anni nulla si muove, edificio e gru restano lì, ben poco rassicuranti, per non dire minacciosi, sulle nostre teste. Attendiamo che succeda un incidente per porre qualche rimedio?
Certo i cittadini non possono rassegnarsi e restare immobili; l’amministrazione deve dare qualche segnale di esistenza in vita di fronte a questo stato di cose.