Omaggio a Robert Guédiguian

La Cineteca Italiana presenta allo Spazio Oberdan dal 26 dicembre al 4 gennaio una rassegna dedicata al regista francese di origini armene. ()
le nevi del kilimangiaro immagine

Il piccolo mondo del quartiere dell’Estaque di Marsiglia fa naturalmente e anagraficamente parte dell’immaginario narrativo di Robert Guédiguian che non solo vi è nato nel 1953 ma che è divenuto lo scenario di gran parte dei suoi film a partire da quel “Marius et Jeanette” (1997) che lo ha fatto conoscere e apprezzare in Francia e nel mondo.

Un microcosmo protettivo in cui si consumano storie anche drammatiche che trovano però una ragione di essere in un contesto di abitudini, rituali, ideali che sono poi quelli di una classe operaia ormai in via d’estinzione.

Nei suoi film compaiono spesso gli stessi attori come se il regista stesse, in qualche modo, raccontando la stessa storia attraverso le stesse facce e gli stessi personaggi.

Così Ariane Ascaride, Jean Pierre Darroussin e Gérard Meylan sono assurti a maschere emblematiche di un mondo ben radicato con buoni e forti sentimenti: solidarietà amicizia, famiglia, nel bene e nel male.

Una trilogia, se così si può definire, ben presente in tutta la filmografia di Guédiguian compreso il film “La villa”, presentato all’ultimo Festival di Venezia e non presente in rassegna, in attesa che possa usufruire di una normale programmazione.

Invece, in rassegna, fa eccezione quel “Le passeggiate al Campo di Marte” (2005), in cui il regista si occupa della grande storia mettendo al centro del suo racconto la persona del presidente francese François Mitterand descritto non tanto in quanto personaggio pubblico ma come uomo alla fine della propria vita.

Valenza storica, ed è un’anteprima per l’Italia, anche “Une histoire de fou” (2015) sulle lotte del popolo armeno negli anni ’70 del secolo che fu.

Su tutto, rimane pur sempre la poesia velata di “Le nevi del Kilimangiaro” (2011) in cui una classe operaia al canto del cigno lascia un segno notevole dei suoi valori e della sua identità. Invano, sembrerebbe.

Accompagna il ciclo il documentario “Dans Marseille” (2015) di Cristiano Donghi e Giuseppe Bilotti che racconta proprio la città in cui Robert Guédiguian, molto più che un artigiano del cinema, è nato e ha ambientato gran parte delle sue potenti storie.

Il programma completo è naturalmente consultabile nel sito www.cinetecamilano.it

Di buon cinema si tratta, come (quasi) sempre accade nella programmazione della Cineteca Italiana. Honneur au mérite.



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