Inquinamento e mobilità condivisa

Una grande flotta di 16.000 biciclette e circa 2.000 auto condivise a disposizione dei cittadini per migliorare il traffico e ridurre le emissioni inquinanti. ()
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Le vediamo passare sempre più spesso. Sono nere con le ruote rosse, oppure nere e gialle. Sono le biciclette “in condivisione”, in “sharing”. Sono tante, parcheggiate un po’ ovunque. Sì, perché proprio questa è la novità: non bisogna più prendere una bici da uno stallo (sperando di trovarla) e poi riparcheggiarla in un nuovo stallo (sperando che sia vicino alla nostra destinazione e che ci sia un posto libero). Questa nuova modalità di condivisione e noleggio funziona proprio come quella delle auto: basta scaricare una app sul cellulare e si potranno identificare le bici libere più vicine; sempre col cellulare si sblocca la bici e si inizia il noleggio. Arrivati a destinazione dalla app si termina il noleggio e la bici risulta bloccata fino al nuovo utilizzo. Una piccola rivoluzione nella mobilità “giovane” (e non solo).

Le 4.500 biciclette di BikeMi, quelle del Comune di Milano, hanno avuto il merito di educare i milanesi all’uso della bicicletta condivisa, ma queste sono proprio comode. E poi sono davvero tante 8.000 quelle di Mobike e 4.000 quelle di Ofo, i due gestori privati che dal Comune di Milano hanno avuto l’autorizzazione ad operare sulla città.

Una flotta di tutto rispetto

Se a queste 16.000 biciclette sommiamo le circa 2.000 auto fra Car2Go, Share'ngo, DriveNow, Enjoy, e.Vai, e poi l’eCooltra e lo ZigZag scooter sharing di Yamaha che già sappiamo sbarcherà a Milano in primavera, allora ci accorgiamo che la flotta milanese di mezzi in condivisione inizia ad essere più che dignitosa.

Una flotta che fa di Milano la capitale del car sharing, con l'80% del business italiano, ma anche una delle flotte di mobilità condivisa più grandi d’Europa.

Abituarsi a muoversi in bicicletta, o con mezzi pubblici, o con mezzi condivisi significa molto sia per la comunità, in termini di viabilità e di inquinamento, sia per il privato in termini di salute, tempo dedicato agli spostamenti e anche di costi (in Italia un’auto ha un costo medio annuale di 7000€ e rimane ferma per il 95% del suo tempo utile!)

Dal possesso all’accesso

E qualcosa nelle abitudini dei milanesi sta davvero cambiando: le circonvallazioni non sono più un flusso ininterrotto diurno e notturno di veicoli. Sarà forse a causa della crisi economica, o forse delle limitazioni imposte dalla zona C - i paventati timori dei commercianti di perdita di clientela non si sono verificati -, o sarà forse per l'ottimizzazione del servizio pubblico di trasporti, ma sicuramente anche per l'incremento dell'uso di biciclette e mezzi condivisi.

Insomma, non è stata solo la crisi economica a ridurre le auto circolanti! In 4 anni, il livello delle polveri sottili è sceso del 38%,segno di un cambio di paradigma sociale: dal possesso all'accessoche ha ricevuto una spinta anche dal trasporto pubblico locale. Vengono infatti considerati di massima priorità investimenti volti a favorire l'intermodalità, parcheggi di scambio, integrazione tariffaria, forme alternative di mobilità, uso di tecnologie. (dati dal sito di Cittadinanza Attiva).

Le direttive europee

Rimediare all'inquinamento senza rinunciare alla mobilità necessaria a una moderna capitale d'affari è l'impegno che Milano si sta assumendo e che coinvolge l’amministrazione e i cittadini. E invero, oggi Milano è la città che in Italia sta compiendo più sforzi nella riduzione delle emissioni inquinanti e nel recepire le direttive europee – JRC Joint Research Centre.

Era indispensabile e urgente cercare rimedi considerando che entro il 2050 la popolazione residente in aree urbane potrebbe essere l'87% del totale di questa Europa sovraffollata. Spostarsi dalle periferie per lavoro, mantenendo le abitudini attuali, significherebbe più auto, code, intasamenti, incidenti, smog, perdita di tempo libero prezioso.

L’obiettivo finale è la riduzione di COdel 60% nel 2050 rispetto ai valori del 1990, per questo scopo il Parlamento Europeo propone di potenziare la mobilità alternativa e ridurre il traffico privato entro il 2030 con il raddoppio dei trasporti pubblici nelle aree urbane e la rete extra urbana e offrire una possibilità di scelta tra treni, auto pooling, taxi, bus, biciclette, bike sharing, auto sharing, risciò, veicoli a energia solare, suffragate da un servizio di informazioni di viaggio in tempo reale per pianificare gli spostamenti. Questo proposito, che non può essere coercitivo, dev'essere il risultato di scelte consapevoli, frutto di motivazioni individuali; il cittadino deve poter scegliere il trasporto migliore in termini di costi e tempi. Il futuro sarà anche il business della mobilità (fonte Cittadinanza attiva).

Diminuire le emissioni di gas serra

Il Comune di Milano ha aderito al PAES – Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile per la riduzione dei gas serra a partire dal 2008 - e al Governant of Major – patto dei Sindaci – nel 2012 (Mayors Act) e al nuovo patto dei Sindaci alla fine del 2015, che impegna i Sindaci ad elaborare un Piano d'azione per l'energia sostenibile e il clima (PAESC) con la pianificazione locale, per lanciare un movimento “dal basso”, che è riuscito a mobilitare un gran numero d'autorità locali. L'obiettivo era di diminuire l'emissione di gas serra data al 92% da emissioni di CO2, il restante da gas tossici e particolato fine (i microinquinanti PM10 e PM2,5, i metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sia gassosi che solidi, che vengono prodotti dal traffico autoveicolare e da combustione di materiali organici e risultano cancerogeni, in particolare il benzopirene].

Per procedere nel piano di riduzione dell'inquinamento il Comune di Milano dal 2011 ad oggi ha previsto ed attuato: la sostituzione delle lampade con quelle a led nell'illuminazione municipale, la sostituzione di autoveicoli inquinanti (gasolio) e delle caldaie a gasolio negli edifici pubblici, l'ampliamento della Area C, l’incremento dei chilometri di piste ciclabili, del bike sharing e auto sharing in tutte le loro varianti, il teleriscaldamento e lo sviluppo del fotovoltaico.

Molto è stato fatto, ma molto resta da fare

Nel sito del Comune di Milano è presente un rapporto giornaliero sulla qualità dell'aria redatto da AMAT (l'ufficio tecnico del Comune di Milano per la mobilità, l'ambiente e il territorio) mediante dati trasmessi da ARPA Lombardia. Dai dati raccolti negli anni risulta che la concentrazione di PM10 (il particolato solido espresso in micron) è diminuita del 41% rispetto al 1998 – anno d'inizio delle rilevazioni -, mentre il PM2,5 è diminuito del 37% rispetto al 2006.

Dalle fonti ARPA risulta che i limiti stabiliti delle quantità di elementi inquinanti presenti nell'aria derivanti dalla combustione ( soprattutto da emissioni del traffico) per la protezione della salute umana non devono essere superati più di 25 giorni l'anno. Per l'ozono si è passati dai 66 giorni di superamento dei valori nel 2006 a 12 giorni nel 2014; per il PM10 da 55 giorni nel 2006 a 35 nel 2014. Il PM 2,5 (particolato ultrafine, il più cancerogeno) nel 2008 aveva raggiunto una media annua di 31 giorni rispetto al valore limite di 30 e nel 2014 una media annua di 25 giorni rispetto al valore limite di 25. (fonte ARPA Lombardia 2015 Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ).


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