ORME Ortica Memoria

Complice la riunione di Giunta comunale che si è tenuta in via del tutto eccezionale alla Balera dell’Ortica, il sindaco e i suoi colleghi sono presenti in massa all’inaugurazione ufficiale di un progetto del tutto originale se non addirittura unico. ()
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Presentato il 29 settembre dal sindaco Beppe Sala il primo quartiere museo dove la memoria del ‘900 è dipinta sui muri.

Le orme sono come le impronte digitali, sono uniche e lasciano un segno destinato a durare nel tempo.

Tempo e memoria sono i due elementi di base che ispirano l’impresa artistica di “ORME Ortica Memoria” che nasce “con l’obiettivo di creare un itinerario culturale e identitario, un percorso di ricerca della memoria che porti i milanesi e i visitatori fuori dal centro, per ampliare visione, emozione e conoscenza della nostra città e delle sue periferie ricche di storie e di energie sociali”.

Così enunciato il contenuto dell’iniziativa, l’associazione ORME, con la collaborazione artistica del collettivo Orticanoodles, intende definire un vero e proprio quartiere museo, illustrando i muri del quartiere secondo un percorso storico che vuole ricordare il ‘900 milanese nei suoi più significativi aspetti sociali, civili e culturali.

Qualche segno, ci auguriamo ormai indelebile, connota già da ora il ponte della ferrovia che sovrasta via San Faustino e il palazzo dove ha sede la Cooperativa Edificatrice Ortica, il prossimo impegno è l’affresco del muro di via Ortica 12 in attesa di compiere, tra il 2017 e il 2019, altre opere di arte urbana (saranno alla fine venti in tutto) che costituiranno uno straordinario museo a cielo aperto.

Perché tutto ciò accade all’Ortica? Al di là dell’intraprendenza di coloro che coordinano il progetto, perché l’Ortica è ancora oggi un quartiere autentico abitato da cittadini che non hanno perso il senso civile di vivere insieme e di condividere un’esperienza di partecipazione e di memoria.

Con i murales, in via San Faustino sono stati affissi numerosi manifesti che riportano i volti delle persone che hanno vissuto e vivono all’Ortica, come l’Angelo che, nel suo milanese strettissimo, è depositario di una memoria unica che percorre gran parte del così detto secolo breve (che poi tanto breve non è stato) o l’Attilio che per decenni ha gestito l’Osteria del gatto nero, luogo leggendario di sbornie e di pacciade, sempre sottolineate da un accompagnamento musicale autenticamente popolare. E poi anche ancora il Ginetto con il suo bizzarro berretto scozzese e poi i nuovi cittadini dell’Ortica, come il calzolaio Rafael, che vengono da lontano, da altre parti del mondo, ma che diventeranno, se già non lo sono, memoria di questo straordinario quartiere.

Sull’alto palazzo che sovrasta la Cooperativa e il Circolino (ristoro e diletto), tra le immagini riprodotte dei vecchi lavoratori di un tempo, figurano le immagini di Karl Marx e di Gesù Cristo, così come, forse con qualche ingenuità, i lavoratori in posa in una fotografia di fine ‘800 li avevano immaginati e raffigurati.

Non resta che andare all’Ortica, subito sotto il ponte cantato da Svampa/Brassens, nel territorio di quel “palo” sfigato inventato da Walter Valdi e cantato da Enzo Jannacci, alla ricerca della nostra storia per non dimenticare mai quello che, nel bene e nel male, è stato.

Per tutti coloro che volessero ulteriori informazioni vale una visita al sito www.orticamemoria.com

E’ qui doveroso ricordare che il progetto è sostenuto dal Municipio 3, presente con il suo presidente Caterina Antola e con i suoi tre assessori, e dalla Legacoop Lombardia. Il progetto artistico, che coinvolge anche quattro scuole del territorio, è diretto da Giovanni Lanzetti, docente dell’Università Bocconi, e coordinato da Walter Contipelli di Orticanoodles.

E ricordatevi che, come si dice da queste parti, l’Ortica è “il quartiere più pungente di Milano”.

Chapeau.



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