Città Studi 2.0
Ecco le mie impressioni (Paolo Morandi)20/07/2017
Chi si aspettava, come me, che la relazione affrontasse punti ancora scoperti, è stato senz'altro deluso.
Il lavoro commissionato
richiedeva infatti che fossero affrontati, ad esempio, lo stato degli edifici oggetto del possibile trasferimento e di ciò non si è vista traccia, così come la promessa rilevazione delle istanze della cittadinanza non è stata citata durante la relazione ne si trova traccia nelle slides.
Ad essere cattivi si può pensare che il lavoro commissionato sia stato ridimensionato a fronte di indicazioni precise e cioè, così come quello di Boston Consulting Group, per dare per scontato lo spostamento delle facoltà scientifiche e quindi inutili rilevazioni che non dessero corpo a questa tesi.
La relazione non ha presentato punti di sostanziale novità rispetto alle notizie sparse che arrivano ormai da anni e semmai può essere servita come riassunto di quanto pubblicato sui vari media.
Riassumo in poche parole la situazione come prospettata dalla relazione:
- il Comune intende confermare la vocazione università e di servizi dell'intera area
- nello spazio demaniale lasciato dalle facoltà si sposterebbero funzioni universitarie di Statale, Politecnico e Bicocca per complessivi 10.000 studenti da sommare agli ulteriori 3000 dati dall'espansione del Politecnico, comportando quindi una diminuzione totale di 4000 studenti sui 34000 attualmente presenti
- nello spazio di proprietà della Statale il Demanio è disposto a rilevare gli edifici di Informatica (in costruzione), Biologia e la Balena Bianca (area didattica su via Golgi) per trasferire uffici pubblici e quindi corrispondendo alla Statale circa 50Mln dei 120Mln necessari di alienazioni per il trasferimento all'area Expo
- un edificio ospedaliero (presumibilmente il Besta) dovrebbe essere ristrutturato per diventare uno studentato
- cosa ne sarà dell'area non di interesse del Demanio e come farà la Statale a trovare i rimanenti 60Mln per il trasferimento?
- cosa ne sarà dell'Istituto dei Tumori? Di recente si è finalmente riparlato di uno dei grandi problemi di quell'area: l'enorme costo di bonifica dovuto al secolo di interventi radioterapici.
- esiste un piano di uso temporaneo degli edifici durante il lungo periodo di transizione oppure la zona dovrà sopportare anni di abbandono e degrado?
Il nodo dei problemi rimane comunque scoperto e cioè la mancanza totale di progettualità!
Quello che appare come "soluzione" è uno spezzatino di interventi che vuole riempire l'area, ma senza una vera regia progettuale.
Eppure dalla relazione di Balducci degli elementi sono pur emersi:
- la presenza di edifici ospedalieri dismessi, ma non destinabili ad altra funzione (INT) potrebbe rappresentare il cuore di una città della ricerca dedicata alla salute
- la presenza di tante funzioni sportive nella zona potrebbe diventare il punto di partenza di una città dello sport
Qualcosa di buono però questa relazione l'ha riportato e cioè la necessità di un progetto di convivenza del quartiere con l'area universitaria. Per carità nulla di nuovo rispetto ai progetti di Campus sostenibile o di quelli presentati dagli studenti del Politecnico nel ciclo di incontri organizzzati nel 2015 da Gabriele Mariani in Consiglio di Zona 3, però per me è importante riportare la centralità del problema che si continua a perdere nella costante ricerca dell'opposizione al trasferimento.
I punti fondamentali sono:
- costruzione di un campus permeabile alla cittadinanza, con passaggi aperti all'interno delle aree universitarie
- pedonalizzazione di via Celoria
- costruzione di un sistema continuo del verde che parta da piazzale Leonardo e vada fino al Parco delle Acque a Rubattino e che abbracci anche il guardino botanico
A questo proposito riporto parte del post dell'Assessore Antonella Bruzzese pubblicato oggi su Facebook:
Questo post presenta uno degli aspetti ad oggi più critici e cioè la mancanza di una definizione economica delle strategie da adottare per salvaguardare Città Studi.Su questi temi lo studio presentato fornisce un quadro di obiettivi interessante e condivisibile. L'auspicio è che tale direzione di lavoro sia confermata e che ci si adoperi per avere le opportune garanzie circa la sua fattibilità economica nel tempo (nell'Odg avevamo richiesto che un piano per Città Studi fosse affiancato da un contestuale piano operativo attento alla dimensione economica e finanziaria, una sorta di Patto per Città Studi sottoscritto dagli attori pubblici coinvolti - l'intenzione di sottoscrivere un Accordo di Programma tra le università mi pare vada esattamente in questa direzione).
Per concludere, siamo ben lontani da una definizione di percorsi praticabili per questo spostamento e la parte più interessante della relazione del Politecnico non è assolutamente vincolata dal trasferimento, per cui è un progetto su cui bisogna comunque lavorare perché è su quello che si gioca il futuro di questo quartiere.
Link alle slides dello studio del Politecnico