“Respira il
teatro”, tema della stagione dell’Elfo, si può leggere come una
esortazione a “respirare” l’aria salubre del buon teatro ma
anche come considerazione che il teatro stesso “respira”, vale a
dire è vivo, vegeto e lotta insieme a noi. Ci piace di più questa
seconda lettura che rende il teatro luogo centrale del vivere civile
e sociale, espressione di cultura a cui non si può rinunciare.
Sul palco a
presentare la stagione a una platea molto nutrita di giornalisti e di
addetti ai lavori il trio di riferimento dell’Elfo, in rigoroso
ordine alfabetico, Ferdinando Bruni, Elio De Capitani e Fiorenzo
Grassi.
Tocca proprio a
quest’ultimo dare i numeri che sono decisamente positivi: record di
6000 abbonati, oltre 160000 spettatori complessivi, 780 alzate di
sipario nelle tre sale che costituiscono il nucleo strutturale del
teatro.
Grandi numeri, degni
di un grande teatro che il Ministero della cultura riconosce come
“Teatro di rilevante interesse culturale”, tra i primi in Italia.
Incassato il
sostegno morale ed economico di Filippo Del Corno, assessore alla
cultura del Comune di Milano, tocca a Bruni e De Capitani alternarsi
nella presentazione della nuova stagione.
50 titoli
complessivi tra cui 18 produzioni tra nuove proposte e riprese.
Intrigante il
progetto che ruota intorno a Oscar Wilde a cui Ferdinando Bruni e
Francesco Frongia dedicano ampia attenzione nella presentazione di
“L’importanza di chiamarsi Ernesto”, con significativa
cancellatura del nome che, in inglese, si può intendere anche come
“onesto” (dal 17 novembre al 10 dicembre), preceduto da “Atti
osceni- I tre processi di Oscar Wilde” di Moises Kaufman (dal 20
ottobre al 12 novembre). Compone il trittico
la ripresa di “Il fantasma di Canterville” con sulfurea lettura
di Ferdinando Bruni (21 novembre/3 dicembre).
Elio De Capitani
risponde da par suo narrando “Frankenstein, il racconto del mostro”
(24 ottobre/5 novembre) e con la regia di “L’acrobata” in cui
si misurano Cristina Crippa e Alessandro Bruni Ocaña (8 gennaio/4
febbraio 2018).
Tra le produzioni,
le riprese più significative riguardano “Otello” per la coregia
e interpretazione di Elio De Capitani (27 aprile/20 maggio) e “Mr
Pùntila e il suo servo Matti” con coregia e interpretazione di
Ferdinando Bruni, giusto per non far torto alcuno allo storico
binomio Bruni/De Capitani (dal 18 gennaio all’11 febbraio 2018).
E ancora piace
segnalare la ripresa di un fortissimo e drammatico “Goli Otok-Isola
della libertà” in cui si misurano Renato Sarti (anche autore del
testo) e Elio De Capitani, “Io non ho mani che mi accarezzano il
viso” per la regia di Francesca Macrì (21 novembre/3 dicembre),
“Una patatina nello zucchero” del corrosivo Alan Bennett di e con
Luca Torracca (12/31 dicembre), “Cous Cous Klan” (12/31
dicembre), nuova proposta di Carrozzeria Orfeo già in passato
presenti con successo nel palinsesto dell’Elfo.
Rimandando, per
limiti di spazio, la visione dell’intero programma e delle modalità
di accesso (abbonamenti, biglietti ecc.) al sito www.elfo.org,
resta da segnalare qualche importante ospitalità che dà il segno di
uno scambio vivace con altre realtà teatrali italiane (al di là di
qualche doverosa battura sulla vicenda del teatro Eliseo di Roma per
la quale si rimanda alle cronache).
In rigoroso ordine
sparso, saranno in scena sui palchi dell’Elfo
autori/registi/artisti quali Michele Sinisi in una personale
rilettura di personaggi shakespeariani come Amleto e Riccardo III,
Jacopo Gassmann con vivaci proposte di teatro contemporaneo, Tindaro
Granata con il pluripremiato “Geppetto e Geppetto”, un felice
ritorno che è già in odore di sold out, Marco Martinelli ed Ermanna
Montanari con “Va pensiero”, Adriana Asti e Giorgio Ferrara che
riprendono la regia di Luca Ronconi per “Danza macabra” di
Strindberg, ricci/forte con il loro “ PPP Ultimo inventario prima
della liquidazione” dedicato a Pier Paolo Pasolini e Alessandro
Gassmann con la sua rilettura del cinematografico “Qualcuno volò
sul nido del cuculo” (10/15 aprile).
Curiosa attesa poi per un “Delitto e castigo” con adattamento e
regia di Konstantin Bogomolov (dal 17 al 24 aprile 2018).
Infine resta da
citare una perentoria affermazione di Gabriele Lavia, che qui porterà
a febbraio il suo “Il padre” di Strindberg, secondo cui:” Il
teatro è la cosa più importante che ha creato l’uomo”.
Chissà mai che
abbia veramente ragione. Certo è che gli Elfi ce la mettono tutta
per farlo credere.