Un tram sulle 23
“Aprile è il più crudele dei mesi”, scriveva T.S. Eliot ed è proprio alla fine di questo mesto mese di aprile 2017 che l’ATM ha deciso di pensionare la linea tramviaria numero 23.
Dal piazzale della stazione di Lambrate al capolinea opposto di piazza Fontana, giusto sotto il triste palazzo che ospitava la Banca Nazionale dell’Agricoltura di tristissima memoria, per 84 anni il 23 ha fatto avanti e indietro, attraversando gran parte di quello che oggi è il Municipio numero 3.
Senza retorica alcuna, in tutti questi anni di onorato servizio il mezzo, della serie storica 1500 risalente alla fine degli anni ’20 del 1900, ha trasportato, in percorrenza alternata casa-lavoro-scuola ecc.ecc., migliaia e migliaia di passeggeri che, intorno al percorso, hanno visto cambiare e modificarsi la città.
Alla fermata di piazza Tonoli, oggi piazza Ascoli, si poteva raggiungere il grande stabilimento delle biciclette Bianchi così come l’Istituto Magistrale Virgilio. Poco oltre, verso la periferia, in piazza Carlo Erba 6, c’era la sede storica della Casa editrice Rizzoli e anche più in là, naturalmente, il Politecnico con tutti i suoi studenti e docenti che hanno sicuramente utilizzato il tram 23.
Un altro pezzo di storia milanese se ne va, per essere sostituito dal tram numero 19. Ma, per i più nostalgici, non sarà la stessa cosa. Ognuno ha i propri ricordi, ma per gli abitanti di Lambrate il 23 era una piccola certezza.
La grande attrice milanese Giulia Lazzarini, che ha trascorso la sua infanzia in una casa in fondo a via Pacini e che avrà sicuramente presso infinite volte il tram 23, ha recentemente detto:” Il teatro va avanti, cambia. Sarebbe terribile se non lo facesse. Quindi nessuna malinconia, solo una gioiosa nostalgia”.
Sostituite la parola teatro con la parola città oppure vita e il gioco è fatto.
Il 23 è morto, lunga vita al 23. Con gioiosa nostalgia.