09/05/2017
Ciclo di incontri "Città bene comune"

A maggio, alla Casa della Cultura, tornano gli incontri di Città Bene Comune, un ciclo dedicato alla cultura del progetto urbano e territoriale prodotto in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano e patrocinato dall'Istituto Nazionale di Urbanistica*. Le ragioni di questa iniziativa sono più d'una ma almeno tre paiono di qualche rilievo.

La prima (in sintesi): sempre più frequentemente le trasformazioni urbanistiche in atto o in nuce nelle principali città italiane, spesso di significativa portata, non sono frutto di una qualsiasi pianificazione o strategia pubblica di lungo periodo ma l'esito di occasioni episodiche, perlopiù di natura finanziaria, riconducibili a interessi particolari. Avvengono cioè senza una salda regia politica che non solo tuteli ma promuova l'interesse collettivo e finiscono con l'avere risvolti non secondari, e non sempre ottimali, tanto sul corpo delle città quanto sulla vita dei loro abitanti. Se a ciò si aggiungono i sempre più frequenti, veri o presunti, processi partecipativi messi in campo dalle amministrazioni locali si comprende bene la necessità di contribuire alla maturazione di una coscienza urbanistica diffusa affinché il cittadino sia il più possibile consapevole di quanto realmente accade nei contesti in cui vive, abbia cioè a disposizione strumenti adeguati per interpretare e decifrare le realtà complesse in cui queste trasformazioni urbanistiche si perfezionano e, qualora lo desiderasse, per argomentare nel merito le proprie opinioni.

La seconda: a fronte di un quadro teorico frammentato e poco incline a individuare linee di azione comuni - tanto dal punto di vista della ricerca quanto da quello del progetto - appare sempre più chiara l'urgenza di favorire un confronto laico e trasparente tra differenti posizioni culturali da cui possano scaturire principi o ipotesi teoriche volti alla ridefinizione di un'idea di città, territorio e paesaggio - oltre che delle filosofie sottese agli strumenti di progetto e di governo di queste stesse entità - ampiamente condivisa o almeno accettabile agli occhi dei più.

La terza ragione, infine, va ricercata nello sforzo di configurare aree di sovrapposizione semantica nella babele dei linguaggi a cui ricorrono nelle loro retoriche i diversi attori che agiscono sulla scena urbana e territoriale in modo che, almeno a grandi linee, risultino comprensibili tra loro e soprattutto alla più ampia platea dei cittadini. Non si sta qui ingenuamente prefigurando una ricomposizione o pacificazione degli interessi espressi dalle forze economiche, politiche, sociali e culturali che negli ultimi decenni hanno avuto un ruolo nelle trasformazioni della città e del territorio. Piuttosto si sta cercando di definire un terreno di dialogo comune o almeno di segnalare l'esigenza di un ambito di dibattito in cui possano confrontarsi e misurarsi razionalmente le ragioni del progetto con quelle della politica, quelle dell'economia con quelle della società, dove cioè le differenti etiche sottese ai modi di agire nei e sui contesti urbani e territoriali trovino un momento di reciproco ascolto.

Si tratta di obiettivi ambiziosi, non c'è dubbio, sproporzionati rispetto alle forze messe in campo oggi e, anche in futuro, presumibilmente spendibili per questa iniziativa e tuttavia si tratta di obiettivi che, pur alla mercé di un mare agitato, vanno nella giusta direzione di cercare risposte a questioni ineludibili per la società contemporanea. A fronte delle enormi questioni ambientali, economiche e sociali che ci riguardano a quale urbanistica stiamo pensando? E per quale città? Quale territorio? Quale paesaggio? Dunque si tratta di obiettivi che pare utile perseguire tenacemente come atto civile, gesto politico e battaglia culturale fondati sulla convinzione che proprio la città, il territorio e il paesaggio siano per molti aspetti e per tutti noi un bene comune. 

La formula adottata per questa quinta edizione di Città Bene Comune è la stessa che caratterizza l'iniziativa dal 2013: quattro appuntamenti (2, 9, 16 e 23 maggio); quattro libri recenti sulla città, il territorio e la cultura del progetto urbano e territoriale espressione di differenti posizioni culturali e selezionati non tanto perché se ne condividono i contenuti ma in quanto ampiamente fondati per impostare una riflessione; tre discussant per ciascun libro chiamati a presentare criticamente ai presenti nella storica sede della Casa della Cultura di via Borgogna 3 questi lavori; infine gli autori dei quattro libri - che a loro volta sono invitati a replicare, motivare, ribadire pubblicamente le proprie convinzioni - e il pubblico, il più possibile coinvolto nella discussione. Un dibattito che - lo segnaliamo per inciso - è anticipato e prosegue su questo sito web dove settimanalmente vengono pubblicati altri punti di vista, altre prese di posizione, altre opinioni su questi e altri libri usciti nelle librerie con la speranza che tutto ciò sia di qualche utilità per la formazione di un pensiero critico sui temi della città, del territorio, del paesaggio, dell'ambiente: del loro governo e del loro progetto, della loro trasformazione radicale o conservazione integrale, della loro gestione creativa o della loro ordinaria amministrazione.

Ospiti del primo incontro, martedì 2 maggio alle 18, saranno Ivan Blečiċ e Arnaldo Cecchini - rispettivamente professore associato di Estimo e valutazione dell'Università degli Studi di Cagliari e professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica dell'Università degli Studi di Sassari - che nel 2016 hanno pubblicato, per i tipi di FrancoAngeli, Verso una pianificazione antifragile. Come pensare al futuro senza prevederlo, un libro che a partire dalla nozione di "antifragilità" immagina un'urbanistica non solo realmente efficace nel governare le trasformazioni urbane e territoriali ma anche capace di "costruire le condizioni per evitare iniquità e bruttezza e favorire il diritto alla città". Animeranno la discussione: Corinna Morandi - professore ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano -, Maurizio Tira - professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica nonché Rettore dell'Università degli Studi di Brescia - e Andrea Villani - già direttore del Centro Studi Piano Intercomunale Milanese e docente di Economia urbana all'Università Cattolica di Milano -.

Martedì 9 maggio, alle 18, sarà la volta di Cristina Bianchetti - professore ordinario di Urbanistica al Politecnico di Torino - che con il suo Spazi che contano. Il progetto urbanistico in epoca neo-liberale (Donzelli 2016) prosegue un'approfondita riflessione critica sul progetto urbanistico contemporaneo che, secondo l'autrice, rischia di essere "di nuovo, un progetto funzionalista perché gioca tutto su aspetti percettivi, di sensibilità, di comfort [e] rende lo spazio e la società piatti". A discuterne in sala saranno presenti Vittorio Gregotti - tra i più importanti architetti italiani -, Giancarlo Paba - già professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica all'Università degli Studi di Firenze e presidente della Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole - e Pier Carlo Palermo - professore emerito di Urbanistica del Politecnico di Milano dove ha fondato e diretto il Dipartimento di Architettura e Pianificazione e dove è stato preside della Facoltà di Architettura e Società -. 

Protagonista del terzo incontro, martedì 16 maggio alle 18, sarà Alberto Clementi - a lungo professore ordinario di Urbanistica della Facoltà di Architettura dell'Università di Pescara di cui è stato anche preside - che nel suo Forme imminenti. Città e innovazione urbana (edito da LISt Lab nel 2016) riflette sui fattori che stanno determinando profonde trasformazioni della città e del territorio e, di conseguenza, del progetto urbano e territoriale: "le questioni dell'ambiente, il valore del paesaggio, la transizione energetica, i mutamenti climatici accelerati e, al contempo, le nuove tecnologie". Discussant della serata saranno Patrizia Gabellini - professore ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano dove ha diretto il Dipartimento di Architettura e Pianificazione, Rosario Pavia - già professore ordinario di Urbanistica all'Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara e direttore del Dipartimento Ambiente Reti e Territorio - e Francesco Ventura - già professore ordinario di Urbanistica dell'Università degli Studi di Firenze -.

L'ultimo appuntamento, martedì 23 maggio alle 18, è con Giancarlo Consonni - professore emerito di Urbanistica del Politecnico di Milano dove dirige con altri l'Archivio Piero Bottoni - che nel suo Urbanità e bellezza. Una crisi di civiltà (Solfanelli 2016) pone la questione della bellezza dei paesaggi e delle città, un'arte di cui "l'Italia è stata maestra" ma che "oggi il Bel Paese sembra aver dimenticato […] per divenire terreno di incursione di esibizionismi devastanti che - scrive - allontanano l'ambiente costruito dall'urbanità". A discutere di questi temi ci saranno Elio Franzini - professore ordinario di Estetica e preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano -, Gabriele Pasqui - professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica e direttore del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano - e Enzo Scandurra - già professore ordinario di Urbanistica dell'Università Sapienza di Roma dove ha diretto il Dipartimento di Architettura e Urbanistica -.