Lear di Edward Bond

All’Elfo Puccini è in scena sino al 7 maggio la tragedia shakespeariana rivista e corretta dal drammaturgo inglese Edward Bond. Grande prova degli interpreti su cui emerge il dolorosissimo Lear di Elio De Capitani ()
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La scena è livida. Uno squarcio apocalittico di rovine e macerie prodotte da una guerra infinita dentro e fuori i corpi degli uomini e delle donne.

Musiche elettroniche ossessive e ossessionanti a definire luci accecanti che lacerano la penombra e il buio.

Proiezioni sullo sfondo indicano i luoghi e i momenti della tragedia.

Sulla scena alquanto spettrale si muovono 8 attori a interpretare i 35 personaggi dell’opera.

Lear è il re visionario accecato dal potere e dalla smania del possesso del destino della sua gente e, soprattutto, delle sue figlie. Per loro ha fatto erigere un muro che dovrebbe proteggere i suoi sudditi.

Recita:” Quando sarò morto la mia gente vivrà dietro questo muro. Sarete anche governati da buffoni, ma vivrete in pace. Il mio muro vi renderà liberi”.

Il centro della tragedia è proprio rappresentato ed esaltato da questo muro che, come quasi sempre accade, anziché proteggere opprime.

Il racconto si sviluppa intorno alla violenza del potere, un viaggio doloroso che inchioda i personaggi al loro destino cruento e senza speranza. Nero su nero, il buio della notte inghiotte Lear, le sue figlie, il popolo frastornato, in balia degli eventi e delle temperie.

Scrive Lisa Ferlazzo Natoli nelle sue note di regia:” Lear di Edward Bond è la tragedia del collasso di un mondo e del linguaggio che questo sostanzia e sostiene, tragedia dello smembramento e della dispersione. E’ il grande racconto della violenza e dell’orrore, della guerra disseminata in ogni atto o parola, degli Stati che edificano se stessi su silenzio e abuso”.

Un’opera complessa, in cui la tracotanza di Lear si scontra con l’ignavia di chi lo circonda. Nulla, neppure il popolo, può fermare il vento del dramma e della storia.

“Ci sono muri dappertutto. Sono sepolto vivo in un muro. Lavoriamo per erigere rovine, sprecare tutte queste vite per costruire un deserto in cui nessuno può vivere”.

Il “Lear” di Shakespeare vide la luce nel 1606. Edward Bond, grande autore e drammaturgo inglese, scrisse il suo lucidissimo “Lear” nel 1971. Sembra oggi.

Nel sofferto ruolo del re cieco, nel corpo e nell’anima, Elio De Capitani è potente e convincente. Con lui ottimi attori a raccogliere applausi convinti. Molti giovani in sala. Buon segno per il teatro. Avanti così.



Lear di Edward Bond

Adattamento e regia, Lisa Ferlazzo Natoli

Traduzione, Tommaso Spinelli

Con Elio De Capitani, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Alice Palazzi, Pilar Perez Aspa, Diego Sepe, Francesco Villano


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