Un’educazione milanese

Prima opera di narrativa per Alberto Rollo, critico e saggista, direttore letterario di Feltrinelli dal 2005 al 2016, recentemente approdato a Baldini&Castoldi. In corsa per il Premio Strega 2017. ()
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Un’educazione milanese che assomiglia molto a una educazione sentimentale o, tout court, a un’educazione alla vita.

Alberto Rollo, milanese con radici salentine, classe 1951, si racconta e ci racconta gli anni della sua formazione sociale e civile in una Milano attraversata da movimenti culturali e politici, trasformazioni epocali, ferite inguaribili come quella prodotta dalla strage di piazza Fontana, la voglia di fare, di costruire, di vivere insomma.

Nel racconto autobiografico di Rollo si riconoscono perfettamente tutti coloro che intorno al 1970, più o meno, avevano vent’anni, chi più, chi meno. Nel racconto ci sono tutte le passioni di quegli anni che qualcuno ha definito formidabili. La politica vissuta come militanza quotidiana, la scoperta del teatro del Living, di Strehler e di Fo, il grande cinema offerto dall’Obraz o dalla Cineteca Italiana di via San Marco.

Ci sono le storie di amicizia che rimangono sotto la pelle tutta la vita, i contrasti di crescita con i genitori, lo stupore delle scoperte dei luoghi della città, le periferie, le architetture in sovrapposizione, persino vecchie osterie indimenticabili come la Briosca sul Naviglio pavese.

Rollo racconta con grande partecipazione. Confessa di avere vissuto alla ricerca di se stesso, muovendo le sue curiosità e i suoi interessi dalla semi periferia di via Mac Mahon e del Ponte della Ghisolfa di testoriana memoria sino al centro della città e delle sue istituzioni laiche.

Della città compaiono luoghi che sono nell’immaginario di molti, se non di tutti i suoi coetanei. La stazione della Bullona, la Rinnovata Pizzigoni, i luoghi fotografati da Gabriele Basilico, le aree Falck e Pirelli, le vie e le piazze attraversate dai cortei della contestazione.

C’è nel racconto di Rollo un amore profondo per Milano che “non è una città di fantasmi”, anche se le officine e le fabbriche non ci sono più, ma piuttosto un luogo di grandi trasformazioni e di grandi occasioni a cui è possibile attribuire il proprio interesse e il proprio rispetto. E amore, appunto.

Nel racconto, che spesso induce in considerazioni di carattere esistenziale, si incontrano i personaggi di riferimento dell’autore. Franco Fortini, Elio Pagliarani e Vittorio Sereni si mescolano con Enzo Jannacci, Ermanno Olmi e Goffredo Fofi, che per molti è stato maestro di vita.

I grandi architetti milanesi si confrontano con Boccioni e con la fulminante lettura di “Angelus Novus” di Walter Benjamin e poi ci sono i tram e la metropolitana, la buona musica e una carezza inaspettata di Valentina Cortese.

Tutti gli umori e i sapori di una città e di una generazione che meritano un’appagante lettura.

Tutta mia la città.


Alberto Rollo

Un’educazione milanese

Il romanzo di una città e di una generazione

Manni, 2016, pp. 317, € 16,00



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