La Milano moderna secondo Piero Bottoni

Un documentatissimo libro del 1954 offre l’opportunità di visitare la nostra zona con gli occhi degli architetti che hanno progettato edifici civili nella prima metà del secolo scorso. ()
PBottoni

Nell’ormai lontano 1954 la casa editrice Domus dette alle stampe un prezioso libretto, tale quanto meno per l’insolito formato 14x14, in cui Piero Bottoni presentava una sua personale “Antologia di Edifici Moderni in Milano”. Quasi 350 pagine in cui il grande architetto raccontava le meraviglie architettoniche di una città che, soprattutto subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, conobbe un momento di straordinaria, forsanche caotica, crescita civile, sociale e strutturale. I nomi che compaiono nell’antologia sono i grandi nomi dell’architettura italiana di quegli anni tra cui, in rigoroso ordine sparso, Asnago e Vender, Gardella, Magistretti, Zanuso, Albini, Lingeri, Ponti, Moretti, Muzio, Terragni, Rogers e la BBPR e, naturalmente, Bottoni stesso.

Insomma il meglio del meglio della nostra architettura che già dagli anni ’20 del secolo scorso aveva cominciato a riconoscersi e a manifestarsi diversa e innovativa.

Accade ora, a più di 70/80 anni di distanza, di girare per la città spesso ignorando  che i palazzi dove abitiamo o dove abitano nostri conoscenti sono stati concepiti in quegli anni da alcuni dei più importanti architetti moderni.

Abbiamo così desunto dal libro, per altro ristampato nel 2010 da Lampi di stampa, tre esempi che riguardano la nostra zona, con l’invito per tutti, se interessati, di andare a vedere quei palazzi che ancora oggi danno un senso al tessuto urbano della nostra città.

Iniziamo il nostro breve viaggio dal fondo di viale Argonne dove, tra le vie Illirico e Birago, si colloca un poderoso quartiere di case popolari progettate dagli architetti Franco Albini, Renato Camus e Giancarlo Parlanti.

La costruzione, compiuta tra il 1938 e il 1939, anticipa gli elementi architettonici che caratterizzeranno gli anni successivi alla guerra. Scrive Bottoni:” Fra i primi esempi a Milano di edifici moderno nel campo dell’edilizia popolare, queste case, frutto di una concorso, sopravvivono alla veloce evoluzione e progressione degli studi e realizzazioni in questo campo, sia storicamente per aver segnato il distacco da tutta la produzione dell’Istituto case popolari che le ha precedute, sia plasticamente per gli elementi della composizione (pieni, vuoti, aperture, aggetti, ecc.) che le inseriscono nel neoplasticismo dell’architettura razionale”.

Giusto per la curiosità, nello stesso complesso, da un ingresso posto nella via Dalmazio Birago, venne ricreato l’alloggio milanese della famiglia lucana protagonista del film “Rocco e i suoi fratelli” (1960) di Luchino Visconti.

Spostiamoci ora verso il fondo di Corso Buenos Aires per ammirare, in via Mercadante 7, una casa per abitazione progettata da Piero Bottoni e costruita nel 1934 che lo stesso architetto così descrive:” Uno dei primi esempi di architettura razionale in Milano. Si noti, pur nella rispondenza funzionale, la libera composizione dei vuoti e pieni, dei colori e delle materie del bovindo, e il sorgere dei primi elementi di un neoplasticismo nella architettura razionale”.

Si precisano così le finiture :” Facciate in pietra gallina di Vicenza e intonaco Terranova. Davanzali in botticino. Facciata arretrata in marmette di graniglia, lucidate a piombo in opera”.

Terzo e ultimo esempio il palazzo per abitazioni, uffici, negozi e cinematografo di corso Buenos Aires angolo via Broggi, progettato dagli architetti Piero Bottoni e Guglielmo Ulrich e costruito negli anni 1947-1949.

“Esempio di libera soluzione plastica ed urbanistica, su un’area circondata da 4 strade, di elementi funzionalmente diversi: negozi, magazzini di vendita, club, cinematografo (nei primi due piani) e blocco d’abitazione (superiormente) entro gli imposti limiti di una speculazione commerciale”.

Il cinema, ormai da molti anni, non c’è più, mentre il palazzo continua a vivere i suoi giorni nell’affaccio svettante sul trafficato corso Buenos Aires.

Il corredo fotografico all’articolo riproduce oggi gli edifici descritti che fanno parte, a pieno titolo, della storia dell’architettura e della civiltà di Milano.

Andare a vedere per credere.


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