Torto marcio

Quarto appuntamento con le avventure noirmetropolitane di Carlo Monterossi, anomalo investigatore suo malgrado. ()
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Dal 2014, la benemerita collana “La memoria” di Sellerio editore Palermo cura la pubblicazione della saga inventata da Alessandro Robecchi autore che, dopo essersi misurato con successo in varie esperienze giornalistiche, radiofoniche e letterarie, è approdato ora a una letteratura che un tempo si sarebbe chiamata di genere ma che oggi, più che mai, di genere non lo è più.

In una Milano riconoscibilissima e attendibile si muove come pesce nell’acqua Carlo Monterossi, disilluso autore televisivo di programmi talmente trash da essere naturalmente anche di grande successo, la “Grande Fabbrica della Merda” come amabilmente lo stesso Monterossi la definisce.

Sempre più schifato del suo mestiere e sempre meno convinto di proseguire nell’esperienza, Monterossi ha il vezzo di imbattersi in storie molto nere nelle quali viene coinvolto per caso, o quasi, e attraverso le quali ha modo di riscrivere la realtà che lo circonda, come ogni buon autore comanda.

Accanto a lui l’amico di sempre Oscar Falcone, estroso investigatore privato, e una serie di personaggi di contorno che vivacemente si ripresentano, romanzo dopo romanzo.

I deuteragonisti sono ancora una volta rappresentati da una piccola squadra di poliziotti capitanati dal vice questore Gregori, in cui sfoggiano tutto il loro acume l’insonne ispettore Carella e l’umanissimo vicesovrintendente con moglie al seguito Tarcisio Ghezzi, esperto in travestimenti.

La vicenda, che si dipana tra antiche storie riaffiorate dagli anni di piombo e implicazioni di attuale malaffare, risulta sufficientemente credibile ancorché forse un po’ forzata appare la presunta collocazione dei responsabili degli omicidi sul terreno del terrorismo islamico anche per via di alcuni sassi che l’assassino, forse meglio gli assassini, si dilettano di far ritrovare accanto ai cadaveri.

Non c’entra assolutamente nulla, ma chi si ricorda del romanzo molto milanese “Il sasso dentro” di Ivan Della Mea?

Il fulcro dell’azione si concentra nei palazzi Aler di piazza Selinunte, case popolari sorte durante il fascismo con architettonico canone razionalista allora all’avanguardia, quello stesso agglomerato di case che, riprese dall’alto, avrebbero dovuto rappresentare la parola DUX.

Ridotte ora in stato di avanzato degrado, il quartiere arabo di San Siro, come viene definito dalle cronache, è nel romanzo popolato da trafficanti vari, calabresi o africani che siano, che spacciano tutto lo spacciabile sotto gli occhi delle forze dell’ordine.

Senza svelare nulla della trama, a cui si dà senso compiuto dopo oltre 400 pagine da percorrere velocemente, verrebbe però da indicare che i buoni sono i cattivi e che i cattivi sono cattivi davvero.

Bella storia, costruita con ritmo, si avvale, come ogni romanzo che si rispetti, di una importante colonna sonora che qui è devotamente dedicata a Bob Dylan. Si legge in un amen ed è un complimento.

Null’ altro resta da riferire. Piovono malinconie.



Torto marcio

di Alessandro Robecchi

Sellerio, pp. 421, € 15,00




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