Questionario sullo scalo di Lambrate. Le risposte dei cittadini.

Incontro sull’esito del questionario. Terzo passo del percorso di consultazione del Municipio 3 sullo scalo di Lambrate. ()
restituzione questionari scali

Siamo stati all’incontro che Venerdì 17 l’assessore all’urbanistica del Municipio 3 Antonella Bruzzese ha organizzato con i cittadini per restituire pubblicamente i risultati dei questionari sullo scalo di Lambrate, terzo momento del percorso di informazione-consultazione dei cittadini dopo l’incontro pubblico del 20 febbraio e il sopralluogo del 4 marzo, di cui abbiamo scritto qualche giorno fa su queste pagine. Circa 40 i questionari compilati dai cittadini. L’intento del Municipio non è di avviare un processo partecipativo, non ce ne sarebbero né il tempo né le condizioni. Il questionario è solo uno strumento di consultazione per raccogliere idee, esigenze e opinioni. La ricchezza delle risposte, mediamente omogenee e compenetrabili, ha dimostrato l’utilità dello strumento di cui il Municipio terrà ampiamente conto nella preparazione della delibera richiesta dal Comune che riporti le indicazioni, le linee guida sulla trasformazione degli scali.


Riprendiamo brevemente i temi proposti dal “questionario” preparato dal Municipio:

  • le principali criticità dell’area intorno allo scalo
  • la ferrovia quale barriera fisica attraversabile solo in alcuni punti; dove è urgente intervenire;
  • sul verde: negli scali si parla di almeno 50% della supeficie a verde; che tipo di verde urbano è più utile nello scalo di Lambrate a rispondere alle esigenze del quartiere;
  • sul mix funzionale: qual è la natura dei servizi e le funzioni pubbliche che sono necessari al quartiere;
  • sugli usi temporanei: è forse il tema più sfidante perché è anche un’opportunità per proporre cose in tempi rapidi.

 

Davanti a una quarantina di persone sedute intorno al tavolo su cui è posata la grande foto aerea dell’area, Davide Fortini, del gruppo di lavoro del Politecnico, esperto di processi partecipativi, affiancato da Antonella Bruzzese, ha riassunto il risultato dell’analisi dei questionari, precisando che si tratta di un percorso di consultazione a supporto della scrittura del documento del Municipio, che non sarà la sommatoria, delle risposte del questionario, ma che , comunque, terrà conto del processo di ascolto.

Un ulteriore passo del percorso conoscitivo si farà durante il “fuori salone”: l’incontro con i 5 studi di architettura che hanno sviluppato le “vision” sugli scali su incarico delle ferrovie. Prima, il 5 aprile sera, è organizzato dal Municipio 3 alle 21 un incontro con Cino Zucchi e un rappresentante dello studio Mecano, due dei cinque progettisti, che hanno sviluppato le esplorazioni progettuali su Lambrate, avendo come ipotesi di partenza il vecchio vincolo sulle volumetrie previste, che sono per Lambrate 34.000 mq di SLP su 70.000 mq. E nell’introduzione l’assessore Bruzzese fa un’interessante affermazione “non è detto che questa SLP sarà confermata nel nuovo Accordo di Programma. Si vedrà se, anche attraverso le nostre riflessioni si possono dare indicazioni di altra natura”. Affermazione che apre spazi interessanti di riflessione e di confronto.

Davide Fortini fa poi una sintesi di quanto è emerso dai questionari. L’obiettivo non è quello di discutere le posizioni diverse e decidere qual è la maggioritaria, ma solo di capire che ci sono posizioni diverse, con argomentazioni diverse che aprono scenari di riflessione interessanti, di cui la politica terrà il debito conto nello scrivere la delibera di indirizzo.

Fortini non ha seguito l’ordine delle domande, ma è partito dai temi che più hanno a che fare con il recupero dello scalo.

A partire dalla questione del mix funzionale: non solo residenze, ma anche funzioni pubbliche.

  • funzioni pubbliche: per carenze pregresse ma anche per la crescita attesa di popolazione per interventi in itinere a Lambrate è richiesto il posizionamento di servizi scolastici con particolare riferimento alla materna e a eventuali spazi in estensione al polo scolastico di via Pini.
  • sempre in ambito di funzioni pubbliche è stata citata la possibilità di insediare lì strutture pubbliche al servizio del cittadino, uffici di decentramento burocratico, servizi sociosanitari con particolare riferimento a servizi per la disabilità:interessante la proposta di un operatore sociosanitario che opera in Via Ventura e che è disponibile a trasferire la propria attività in quest’area.
  • una richiesta marginale ma molto ripetuta è quella di dotare l’area di servizi igienici (problema diffuso in tutta Milano).
  • un secondo gruppo di richieste di servizi è relativo agli spazi culturali e ricreativi: un centro benessere con piscina, un auditorium di grande capienza, insediamenti culturali come un Museo del Lavoro, un Museo della storia dell’”automotive” (legata alla storia di Lambrate e dell’Innocenti) e spazi per attività e prove di musicisti ed esposizione per artisti, sostenendo quelle forme artistiche legate al design di cui Lambrate è ormai un polo.
  • un terzo ambito del mix funzionale è quello legato al lavoro, quindi: spazi per co-working, attività artigianali, ciclostazioni, ovvero, sul tema alimentare, mercati di prodotti agricoli, street market, spazi per commercio di vicinato.
  • sul versante relativo alla vita del quartiere, spazi per associazioni, case di quartiere, aree funzionali per i G.A.S..
  • Il tema della residenza è sostanzialmente citato in senso negativo con l’eccezione di esigenza di residenze temporanee.

Sul secondo tema del questionario, il verde, la domanda era “che tipo di verde urbano è più utile nello Scalo Lambrate per rispondere alle esigenze del quartiere”.

Due “risposte di indirizzo” sono prevalse:

  • il verde non deve essere frammentato, cioè evitiamo i “giardini condominiali”, ma diamo ampiezza e respiro al verde
  • il verde in quello spazio deve essere progettato in una ottica di connessione con le grandi aree verdi del Parco Lambro. Del grande Parco Forlanini e del Giardino Botanico.

Per il tipo di vegetazione indicato ci sono due opzioni , oltre a prati e aiuole fiorite di facile manutenzione è stato detto “alberi ad alto fusto”, decisamente carenti nella zona e usabili anche come barriere antirumore.

Sugli usi, il “paniere” che ne esce è composto da:

  • orti didattici, magari collegati all’ Istituto Vespucci, piuttosto che orti speciali che fanno riferimento ai “phisic gardens” di Londra, speciali giardini seminati a erbe medicinali e con piante di rilevanza botanica, magari come estensione dell’area già prevista in S.Faustino; tutto in cassoni perché non è per ora possibile effettuare bonifiche;
  • spazi attrezzati per sport, fitness, giochi per bambini, campi bocce, aree sosta per runners, area cani
  • un contenitore di biodiversità, la “casa delle farfalle” (c’è già “un progetto farfalle” a Lambrate”)
  • un’ attenzione alle “preesistenze”, come il campo di calcio sul terreno ceduto alle case dei ferroviari e che si insinua proprio nell’area dello scalo
  • qui emergono due posizioni, quella “estrema”, no a nuove residenze, e quella “ridurre la SLP” prevista nel nuovo Accordo di Programma.


Il terzo tema del questionario è quello degli usi temporanei”

  • no alla residenza temporanea, sì alla residenza per usi temporanei a studenti e parenti di degenti in ospedali o RSA;
  • sul tema della mobilità in alcuni momenti l’area può essere utilizzata come parcheggio, per grandi eventi ad esempio;
  • sul verde gli usi temporanei sono sostanzialmente racchiusi nella proposta di valorizzare il verde spontaneo che si è formato nell’area piuttosto che usare in particolare la struttura coperta come vivaio e mercato cittadino dei fiori e delle piante;
  • sulle attività temporanee da insediare: aree per start up, attività di design, commerciali, spazi per musica, ecc., nonché spazi all’aperto per ballo, spettacoli ecc.


Un quarto tema era quello delle barriere, tema articolato e difficile da sintetizzare, anche per la diversità di opinioni.

  • Ciò che emerge sul tema delle difficoltà del passaggio da una parte all’altra della città sono i temi della mobilità, della pedonabilità (percorsi da abbellire nei sottopassaggi, da rendere più sani (estrazione dei fumi in Via Porpora), della ciclabilità. Qui c’è la proposta dell’asse ciclabile nord-sud da sviluppare in prosecuzione delle vie Rodano-Predil all’interno dello scalo a ridosso del rilevato fino alla fine di San Faustino, a innestarsi nella ciclabile di Corelli.

Sempre sulla ciclabilità c’è la necessità di potenziare Porpora, Bassini, Golgi.

  • Nuovo e ricco di novità, è il tema del ruolo della Stazione di Lambrate. Nel redisegno della città bisogna pensare alla stazione di Lambrate con una centralità anche per l’attraversamento quindi lavorare per semplificarlo, usando i passaggi che la stazione già ha, lavorando sullo spazio a parcheggio, riqualificando la P.zza Monte Titano.
  • Sul trasporto pubblico, per facilitare l’attraversamento si propone che alcune linee, in particolare il 33 non si attestino più in Rimembranze ma vengano proiettate più lontano, in particolare in coincidenza con il posizionamento di parcheggi di interscambio vicino alla tangenziale.
  • Sul tema dei varchi, c’è l’indicazione di nuovi varchi su Fraccaroli- San Faustino. - - -- Qualcuno pone anche il tema dell’attraversamento nord-sud accanto al rilevato anche per le macchine.
  • Qualcuno propone di destinare strade esclusivamente a un tipo di mobilità, ad esempio Palmanova e Porpora alle auto e Bassini alle biciclette.


Per quanto riguarda il punto delle criticitàsu cui il questionario chiede di esprimersi,

questa era la prima domanda, che esplorata per ultima, consente di verificare che i temi critici sono poi stati trattati con la dovuta ampiezza: il tema della mobilità, dell’attraversamento, dei parcheggi di interscambio insufficicienti, dell’inquinamento acustico, delle aree ex produttive abbandonate e dei nuovi cantieri, attivi o fermi, della fase 2 del PRU Rubattino che non riparte, dell’eccesso di popolazione insediata e che si insedierà, soprattutto rispetto ai servizi previsti, dell’assenza di residenze per brevi periodi, della carenza di servizi pubblici e privati.

Infine, il tema da non sottovalutare degli usi impropri degli spazi, della microcriminalità, della sporcizia e degli imbrattamenti e, quindi della insicurezza percepita.

Infine pesa e va messo in relazione a tutto ciò il futuro di Città Studi con la perdita di centri di formazione e di assistenza di eccellenza, come l’Università e gli ospedali Besta e Istituto dei Tumori, partite ancora aperte.


L’assessore Bruzzese a conclusione dell’esposizione esprime la necessità di allineare il progetto e il futuro masterplan degli scali al PGT e in generale a una visione organica rispetto al resto delle questioni che riguardano il nostro territorio. Considerazione rilevante perché agli amministratori locali di questo Municipio interessa che quel che viene proposto per quest’area non sia slegato dai contesti più ampi. Altro tema sottolineato con forza da Bruzzese riguarda l’importanza di operare per concorsi pubblici, che non riguardino solo gli edifici ma anche gli spazi aperti. Questo è un punto che vale la pena ribadire.

Altro tema emerso, continua l’assessore: le volumetrie. E qui emergono due posizioni, la prima: nessuna volumetria, solo verde, solo spazio pubblico, e la seconda: chiediamo di ridurre il più possibile le volumetrie adducendo considerazioni tecniche e sociali. Rispetto alla prima posizione occorre considerare la necessità di risorse necessarie per realizzare verde e servizi pubblici, che si ottengono attraverso gli oneri di urbanizzazione e altre procedure urbanistiche.

Su un altro piano sta il tema di ridurre l’SLP. L’incontro che si farà il 5 con gli architetti sarà anche utile, contiua l’Assessore, ad acquisire ulteriori elementi tecnici per dire se quella volumetria ci sta o non ci sta. Perchè comunque è un area stretta e lunga, che ha dei vincoli, 20 metri di distanza minima dal rilevato derogabili a 30, il vincolo aeroportuale, ecc., vincoli che dovranno essere considerati nello sviluppo del progetto. Queste considerazioni, conclude l’assessore, ci potranno aiutare a chiedere una riduzione di volumetria.


A questo punto si sono susseguiti numerosi interventi da parte del pubblico, la maggior parte dei quali ha sottolineato temi già emersi nella trattazione della sintesi dei questionari: le connessioni tra il verde dello scalo e le grandi aree verdi della zona, attraverso il verde delle aree Galotti e Denora, il tema dell’SLP e della necessità di tener conto di dove saranno collocate le ipotetiche aree edificabili rispetto alle aree circostanti di futura edificazione e rispetto alla effettiva superficie dello scalo su cui sia possibile prevedere SLP (10.000 mq dice Michele Sacerdoti delle 34.000 ipotizzate). Alcuni cittadini hanno sottolineato che forse sarebbe stato opportuno approfondire prima certi temi, addirittura prima del primo Accordo di Programma, cioè con una maggior pianificazione in termini di mobilità e di tutto il resto. Ancora interventi sullo sport, con proposta di un ostello dello sport, e sul tema del lavoro (sport, polo museale, artigianato,…). Qualche intervento critico sull’inutilità del ricorso alle consulenze degli architetti che non devono sostituirsi alla politica, ai quali l’assessore contrappone l’utilità conoscitiva che i politici possono ricevere dai cosiddetti “progetti esplorativi” commissionati ai tecnici.

In conclusione, un lavoro estremamente interessante e ricco di spunti, che dimostra la volontà del Municipio, nella limitatezza della sua autonomia, di essere presente al tavolo di discussione del progetto e di esserci dopo aver fatto un buon lavoro di informazione e ascolto dei cittadini. Ma soprattutto i dubbi sulle volumetrie del vecchio Accordo di Programma, che peraltro a nostro avviso non deve essere considerato necessariamente un punto di partenza intoccabile nelle linee guida, ma che può essere ampiamente messo in discussione, e la chiara intenzione del Municipio laddove le volumetrie appaiono palesemente eccessive di dare indicazioni anche di diminuzione delle stesse con la richiesta di ridistribuzione in un’ottica più funzionale, sulla base di argomentazioni tecniche su cui si sta ragionando.


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