“Passeggiata” urbanistica nell’area dello Scalo di Lambrate. Sopralluogo di istituzioni e cittadini.

Il “progetto scalo” entra nel vivo: I cittadini partecipano al sopralluogo con il Municipio 3 nell’area dello scalo di Lambrate finalmente accessibile.

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Nella mattina di Sabato scorso 4 marzo l’assessore all’Urbanistica del Municipio 3  Antonella Bruzzese ha organizzato un sopralluogo nell’area dello scalo di Lambrate per consentire a cittadini, tecnici, politici e associazioni interessati di verificare “de visu” le caratteristiche e la collocazione dell’area dello scalo, che è parte del più complessivo progetto di intervento sui 7 scali milanesi di FS che dovranno essere oggetto di un nuovo accordo di programma  tra FS Sistemi urbani, il Comune di Milano e la Regione Lombardia.

Di questo tema abbiamo già parlato più volte sulle pagine di Z3XMi intervistando anche l’assessore e diversi politici e esperti con posizioni anche diverse sul futuro di quest’area.

Lo scalo di Lambrate ha un’estensione di circa 70.000 mq, è un’area di forma “lenticolare”, lunga e stretta, parallela all’asse ferroviario, dal lato verso la periferia. Nel vecchio Accordo di Programma, non approvato dal precedente Consiglio Comunale, si prevedeva una destinazione a usi residenziali di 30.000 mq circa, di cui il 90 % per edilizia residenziale sociale; questo consentiva di realizzare una volumetria abitativa corrispondente a dieci palazzi alti 10 piani, lunghi 40 m e larghi 12 m.

Per capire meglio se queste volumetrie sono fisicamente compatibili con l’area in oggetto e per verificare le condizioni reali dello spazio, insieme a molti altri cittadini siamo andati con curiosità e aspettative al sopralluogo.

Sotto una pioggia battente, presenti la Presidente del Municipio Antola e il Presidente della Commissione Territorio Monzio Compagnoni, nonché numerosi consiglieri, ex consiglieri e cittadini, rappresentanti di associazioni, comitati e non, Antonella Bruzzese ha introdotto con Paola Tessitore di FS Sistemi urbani l’incontro, inquadrando il tema e collocando questa “passeggiata” all’interno del percorso che il Municipio e il Comune stanno facendo con l’obiettivo di redigere il nuovo accordo di programma con FS, che prevederà la restituzione a uso urbano delle aree  di tutto il sistema dei sette scali di cui Lambrate fa parte, a fronte del potenziamento del trasporto pubblico su ferro. All’interno del percorso di discussione in corso, il Comune ha chiesto ai Municipi di esprimersi votando un documento sulla base delle esigenze, i temi nodali, i problemi, le questioni che riguardano la situazione locale. Il Municipio 3 per realizzare questo documento ha scelto un metodo che prevede l’informazione e la consultazione dei cittadini, a partire da un primo incontro pubblico, di cui abbiamo dato notizia come Z3XMI la settimana scorsa, tenutosi il 20 febbraio in Municipio con il supporto del Politecnico di Milano che sta aiutando il comune nella preparazione di un documento strategico  di indirizzo e alla presenza del Consigliere Monguzzi, Presidente delle commissione mobilità che insieme al Presidente Ceccarelli dell’Urbanistica stanno facendo un lodevole lavoro di ascolto e condivisione con i cittadini.

Dopo l’incontro, l’assessore Bruzzese ha organizzato questo sopralluogo e il Municipio ha preparato un questionario, reperibile sul sito, che potrà essere compilato e restituito entro domenica 12 marzo per dare ai cittadini la possibilità di esprimere il loro parere su alcuni temi importanti relativi all’uso di questi spazi. Venerdì 17 ci sarà un nuovo incontro pubblico in Municipio in Via Sansovino per discuterne i risultati.

Anche la mappa dello scalo, che in questo articolo è riprodotta in piccolo, può essere reperita nel sito del Municipio 3 laddove si parla di “materiali scalo lambrate”.

Per chi non era mai entrato nello scalo e non aveva idea della sua collocazione e del suo funzionamento, come chi scrive, la prima sorpresa è che l’area dello scalo che verrà dismessa, di 70.000 mq come dicevo,  è tutto al piano terra, tra il rilevato ferroviario e l’adiacente area del supermercato, all’inizio, snodandosi poi a fianco della via Console Flaminio e della via San Faustino Più larga nella parte centrale, va restringendosi sempre più fino ad avere una dimensione poco più larga dei binari che la percorrono nella parte finale, adiacente alle residenze per anziani e all’area verde di Via San Faustino, per intendersi  quella dell’Università concessa in uso al Municipio, la cui destinazione a giardini condivisi sarà realizzata tramite un bando.

Come ha spiegato la dottoressa Paola Tessitore di FS Sistemi urbani, parlando ai cittadini sotto la pioggia, a malapena protetti dalla tettoia dell’unico grande edificio interno allo scalo, vicino all’entrata, adibito una volta a magazzino merci, è la prima volta che si apre questo spazio al quartiere. Tessitore ha proseguito informando i presenti che, tra i prossimi appuntamenti con la città rispetto all’operazione di trasformazione degli scali, il primo sarà quello del  6 aprile durante il Salone del Mobile, che vedrà la restituzione alla città dei lavori commissionati da FS Sistemi urbani, in collaborazione con il Comune, a cinque importanti studi di architettura, di cui si parlò già nel Workshop del 15-17 dicembre, con la presentazione delle prime “vision” sul futuro degli scali. In particolare due team di livello internazionale hanno lavorato su Lambrate non partendo dal nulla ma avendo come input il lavoro del  Politecnico, l’accordo di programma esistente, la dettagliata delibera del Consiglio comunale con le linee di indirizzo per il riavvio dell’accordo di programma.  Non sono ancora masterplan, ma delle “vision” che tengano conto anche del lavoro fatto dal quartiere in passato  e soprattutto della collocazione di questo scalo all’interno di una trasformazione strategica della città.

Paola Tessitore ha spiegato che questo scalo, come gli altri. è “scalo merci” e questo carattere è segnalato dalla presenza  di fabbricati definiti “magazzini merci”. Negli anni tutti gli scali hanno abbandonato la funzione merci con il carico e scarico che veniva effettuato manualmente. Negli  anni ’80 l’ultimo scalo attivo è stato Porta Romana. La logistica si è trasformata con un sistema di trasferimento delle merci non più manuale, ma attraverso l’uso di gru e container. Lo scalo di Lambrate che aveva le medesime funzioni degli altri, è oggi ancora utilizzato per le funzioni di manutenzione della linea e i binari che si vedono sono utilizzati per due funzioni particolari di manutenzione delle linee di esercizio elettriche e dei binari. Queste funzioni saranno trasferite in altre aree completando la dismissione che in Farini e Romana è stata già completata. Le attività di uso temporaneo a Lambrate quindi non sono state ancora né attivate né pensate da parte di FS, perché ci sono ancora questi usi da parte di RFI (che gestisce la rete) che tra l’altro ha un contratto in essere.

Gli edifici di una certa dimensione presenti nell’area sono l’edificio grande davanti al quale si è svolta la presentazione iniziale, sotto la provvidenziale tettoia, che serviva come magazzino merci e che ora è utilizzato per uffici , un ex dormitorio, una casa bifamigliare abitata e alcuni altri edifici. FS ha chiesto una verifica di culturalità alla soprintendenza per quelli che hanno più di 70 anni e non sono risultati vincoli. L’assenza di vincoli rende i 5 studi di architetti liberi di ridisegnare l’area e la collocazione del costruito e del verde.

Dal punto di vista di chi scrive gli unici edifici che andrebbero conservati sono l’edificio grande (magazzino merci) all’inizio, di cui dicevo, con arcate all’interno e di gradevole aspetto e la casetta con giardino attualmente abitata.

L’area, che è percorsa in tutta la sua lunghezza da binari di servizio su cui operano gru e altre attrezzature e lavorano diversi dipendenti FS, mostra anche diversi spazi degradati, in particolare alcuni container che sono stati adibiti a abitazione di fortuna da famiglie senza dimora. L’intervento quindi coinvolge anche l’assessorato alle politiche sociali.

Un cittadino ha chiesto chiarimenti a Paola Tessitore sul tipo di incarico che hanno ricevuto i cinque studi di architettura, la risposta è stata che l’incarico non è per uno studio di fattibilità o di masterplan, ma solo per una “vision”, cioè una visione complessiva del significato degli scali all’interno della città di Milano, avendo a disposizione studi demografici, sui trend di crescita, sull’età della popolazione,  ecc..

Qualcuno ha osservato che il “cosa” mettere negli scali, cioè la strategia dell’uso spetterebbe alla politica, mentre agli architetti spetterebbe studiare e progettare il “come” metterlo. Certo, aggiungo io che non sempre la politica ha la preparazione e la visione strategica che le è richiesta su temi di questa portata  e forse per questo l’intervento di urbanisti, che abbiano ricevuto indirizzi di massima e dati sulla città, come in questo caso, possono dare un buon contributo anche nella fase iniziale. 

 A una domanda di un cittadino se gli incarichi siano stati dati tramite bando, Paola Tessitore risponde che gl incarichi sono stati incarichi diretti assegnati da FS agli studi. Questi studi verranno consegnati al Comune che li esaminera’ come esplorazioni progettuali e  non  sono progetti vincolanti.

Interessante e concreta l’idea che ho colto tra i presenti di trasformare la parte stretta e lunga finale in una ciclabile tra il fornice di Bassini e quello di San Faustino, che si raccordi con Via Corelli da un lato e che dall’altro sia la prosecuzione della ciclabile di Via Rodano-Predil, che a sua volta viene da Via Rombon. Realizzando così la cosiddetta ciclabile “nord-sud” che si raccordi con la ciclabile est-centro da Corelli a Piazza Tricolore.

Qualcuno chiedeva perché non trasferire qui le facoltà universitarie. Evidentemente è uno spazio poco adatto per la sua forma e dimensione. E poi c’è il problema delle proprietà delle aree.

Per quanto riguarda il quarto passaggio tra i due lati del quartiere,  qualcuno ha parlato di riattivare il “fornice” di Via Amadeo, o di fare un cavalcavia in fondo a San Faustino.

Nella mattinata ho ascoltato molto i cittadini che hanno seguito attentamente  l’introduzione dell’assessore e della dott.sa Tessitore. Ho notato un’ attenzione e un interesse molto positivi e penso che se, al di là dei contenuti che speriamo di migliorare, il precedente accordo fosse stato approvato nel 2016 nel silenzio istituzionale che regnava su questo tema, i cittadini non solo non sarebbero potuti intervenire, ma non ne avrebbero saputo nulla se non a cose fatte. 


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Re: “Passeggiata” urbanistica nell’area dello Scalo di Lambrate. Sopralluogo di istituzioni e cittadini.
09/03/2017 Gianluca Bozzia
Io c'ero e vorrei rendere merito a Bruzzese e Antola, insomma al nostro Municipio, per lo sforzo di ascolto e dialogo che sta facendo e che altri non hanno ancora fatto, ad oggi. E' migliorabile e completabile, spetta anche a noi cittadini contribuire con approfondimenti e critiche di qualità. La mia impressione è che abbiamo tutti l'opportunità di alimentare strada facendo un processo di partecipazione, fragile e incerto, ma che può andare oltre il "marketing per la costruzione del consenso" di decisioni già prese.


 
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