Milano Sociale

Otto intense giornate, dal 23 al 2 marzo, coinvolgono le associazioni cittadine, istituzionali e non, in un laborioso tour di appuntamenti mattutini e pomeridiani, nei diversi quartieri della città. Ecco il resoconto della prima giornata.
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Milano sociale
Il coro dei bambini dell'Istituto comprensivo Palmieri, che canta in 20 lingue diverse, con le diverse  nuance dei loro visi, rappresenta bene la multiculturalità che abita a Milano e introduce la presentazione dei numerosi temi che saranno affrontati negli otto giorni del Forum. Problemi e progetti con cui la città si confronta e che coinvolgono cittadini disabili, malati, disagiati, poveri, neonati, anziani, abbandonati, violati, immigrati.
Subito un filmato del progetto fotografico e relativa mostra dei giovani pazienti oncologici dell'Istituto Nazionale dei Tumori; perché anche in ospedale – dice Lorenzo Bossi – si può essere felici.

Si susseguono gli interventi.
La presentazione dei tavoli tematici che avranno luogo in città è incalzante, perché le organizzazioni sono davvero  numerose, più di 40 appuntamenti ed anche cori, film, lezioni e performance.

Il Comune, precisa Majorino, ha stanziato 35 milioni per interventi per  la solidarietà e sostegno al reddito.  Nonostante le difficoltà economiche che incontrano i comuni, Milano riesce a portare avanti una politica di inclusione e diventa il traino, non solo economico, per il resto del paese.  Le paure e il  mondo dei muri crescono con le disuguaglianze e quando è debole la possibilità di riscatto. Con un arcipelago di forze pubbliche e private che intervengono ad arginare disagio, paure, fragilità sociali nell'assenza di futuro, la cultura dell'inclusione rende più sicura la città. Chi ha responsabilità deve stabilire quali sono le priorità e per l'amministrazione  Comunale sono il recupero delle periferie, il potenziamento delle residenze temporanee, il recupero di edifici vuoti e dei beni delle mafie, il potenziamento dell'aiuto alle famiglie. Il portale del Comune WEMI consente di trovare la localizzazione dei centri sociali, di quelli per anziani, la casa solidale per la disabilità, l'assistenza domiciliare, la casa dei diritti, i centri servizi, lo sportello badanti, le case mediche, la casa delle donne maltrattate, la casa rifugio dei ragazzi omosessuali cacciati di casa e tanti altri.

Paolo Petracca fa presente che tutto questo lavoro è reso possibile grazie al contributo di 6100 operatori e migliaia di volontari del Comune, della Chiesa, del Mutuo Soccorso Operaio e anche dalla borghesia tramite le banche; ricorda le parole del Papa nell' “Evangeli gaudium” che raccomanda di superare le difficoltà che portano conflitti, come nelle periferie che sono incubatori sociali sia dei problemi che delle soluzioni.

Il Sindaco Sala annuncia che è stato approvato il bilancio che contiene la spesa per il welfare. Milano  si sta sempre più specializzando per difendere la sua competitività e già oggi attira 28000 studenti stranieri nelle sue 9 università e 7 milioni di visitatori grazie alle sue attività, ma deve andare incontro anche a chi soffre e deve assumersene la responsabilità.

Lo psicoanalista Massimo Recalcati presenta il centro “Jonas: la psicoanalisi per la città”, un'iniziativa che abbatte i muri che facevano della psicoanalisi una risorsa solo per i ricchi. 
Poi spiega, con la metafora del trapianto di cuore, che occorre ridurre le difese immunitarie per poter accettare l'intruso, il diverso. La condizione dell'accoglienza è la riduzione della cultura d' identità, quel tanto che renda i suoi confini porosi, affinché avvenga il transito dell'ascolto, dello scambio, dell'inclusione.

Silvia Belloni, che opera per il contrasto delle violenze di genere, evidenzia il ruolo sociale dell'avvocatura e dello sportello per le donne maltrattate, nella casa dei diritti, per consentire un percorso di uscita dalla violenza, con una rete di ausili competenti ed efficaci anche verso il cyber bullismo, interventi nelle scuole e interventi di cura verso l'uomo violento. Punto nodale è reperire abitazioni oltre la fase di emergenza della residenza protetta.

Maria Grazia Campese, del settore della cooperazione sociale, riprende il tema della governace condivisa: Milano sperimenta soluzioni inedite per l'abitare, per i disabili; loro creano percorsi attivi e nuovi per  la trasformazione di spazi, luoghi, servizi condivisi dove i cittadini si incontrano per decidere.

Per Lisa Noja ai disabili non servono solo rampe per superare le barriere architettoniche perché solo il poter fruire di ogni esperienza pubblica realizza il loro diritto alla cittadinanza. 
Ed è peraltro dimostrato che una città che agevoli il superamento delle barriere architettoniche attira visitatori: è strumento di marketing.

Aldo Bonomi ricorda come l'Italia nel 1991 - all'inizio dell'immigrazione - fosse un paese accogliente, non  per nobiltà d'animo, ma perché c'era bisogno di manodopera. Con lo sbarco degli albanesi è nata l'imprenditoria politica della paura; con la Bossi-Fini, che è ben più nociva che utile, è iniziata la ghettizzazione degli immigrati. Oggi il problema non è più giuslavorista, perché arrivano profughi che scappano dalle guerre. Occorre capire come si compone e scompone il rancore. Milano deve assumere un ruolo di coscienza civica del processo di sviluppo democratico e alzare il livello della sfida anche sulla legge di cittadinanza incagliata in parlamento.

Per Emma Bonino  l'operatività sul territorio dei servizi sociali deve esternarsi in un'azione politica di contrasto al disagio sociale; questi sono tempi difficili, perchè l'esperienza della Brexit e della Ungheria insegna che si esprimono contro gli immigrati le regioni in cui non ce ne sono. Se in Italia non si riesce a superare la Bossi-Fini, non si riesce a fare integrazione ordinata, perché non si può chiedere ai sindaci di violare la legge.

Per Gherardo Colombo le regole non funzionano se non c'è una forte condivisione e ciò avviene tramite l'educazione. Il percorso è lungo, ma intanto si dovrebbe iniziare a far chiarezza riguardo all'educazione, perché si educa attraverso i comportamenti, si superano le paure con la conoscenza e l'esperienza delle diversità, di noi stessi e di chi la pensa diversamente.

Don Colmegna parla di globalizzazione dell'indifferenza. Tutti gli operatori sociali concordano che il reato di clandestinità è l'ostacolo, anche se adesso si sta operando per cambiare la narrazione , perché il decreto Minniti è securitario: bisogna riprendere la legge Turco-Napolitano.
Così si conclude la fase introduttiva.

Nelle 8 giornate via via verranno discussi questi e altri temi che fanno capo alle associazioni e al loro operare: dal sociale per tutti, alle nuove forme di sostegno al reddito, al servizio sociale professionale, all'integrazione delle persone fragili, all'arte e alla salute, all'immigrazione, alle politiche dell'abitare, ai diritti, alle famiglie affidatarie, all'integrazione, agli anziani, all'educazione finanziaria, alla bellezza, ai disabili, alla violenza e schiavitù, alla cittadinanza attiva, al welfare condominiale, alle culture nel mondo, alle carceri, alle dipendenze, al disagio psichico, alle residenze temporanee, all'accoglienza, all'affido anziani, alle social street, alla salute mentale, allo spazio WEMI, allo sport, alle libertà. In poche parole a tutta la vita di una metropoli.


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