Assemblea pubblica in Municipio 3 sugli Scali ferroviari

Lunedì 20 si è svolta presso il Municipio 3 un'affollata Assemblea sugli Scali Ferroviari.
Un non report della serata.
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scalo lambrate   Marco Fisinghelli
Questo non è tanto un report della serata, perché cercare di riepilogare quanto detto è veramente difficile. Quello che voglio raccontarvi è l'impressione e le considerazioni che ho raccolto nel corso della serata.
Sono state dette tante cose vere sulla metodologia di svolgimento della serata quali, ad esempio, il fatto che il processo partecipato è un'altra cosa, che il promesso "Debat Public" è un'altra cosa che richiede ben altri tempi e che può anche giungere ad un'opzione 0, che non si può fare una domanda così generica di esprimere i propri pareri senza una griglia che definisca i limiti. Eppure io ho colto nella serata una grande partecipazione di cittadinanza segno che comincia ad esserci un sentimento della cosa pubblica ben differente rispetto al passato. I tanti interventi appassionati sono comunque stato un segnale positivo, pur rimanendo il dubbio che non si sia trattato di un vero processo partecipato. Del resto l'Assessore Bruzzese ha avvisato sin dall'inizio che quello di lunedì è solo il primo degli appuntamenti. Se devo fare una critica è sul fatto che nelle premesse non siano stati posti dei paletti, per cui gli interventi sono spaziati su molti argomenti, spesso fuori tema.
Uno degli argomenti solo apparentemente fuori tema è stato il ricorrente riferimento al paventato spostamento delle funzioni ospedaliere ed universitarie da Città Studi. Il riferimento dei molti interventi a questo proposito sono basati sul fatto che la contiguità tra le due aree permetterebbe lo sviluppo dell'Università senza spostamento. Tutto vero, però i referenti di questi interventi non c'erano (Università degli Studi, Regione Lombardia e Governo) e, se la loro volontà è quella di spostare le funzioni, quello che possiamo fare noi cittadini è inchiodare l'Amministrazione cittadina alla responsabilità di sostituire tali funzioni in maniera tale da migliorare la zona senza impoverirla. In riferimento a ciò penso che l'argomento fosse fuori tema, anche se sicuramente da citare.
Verde pubblico: nel preambolo di Monguzzi l'area di Lambrate, per la sua caratteristica (lunga e stretta) è stata definita poco adatta ad una funzione importante di verde . Michele Sacerdoti ha ricordato alcune questioni: l'area confinante del giardino condiviso di via San Faustino, il fatto che l'ubicazione delle eventuali residenze non possa essere in vicinanza delle case dei ferrovieri, per cui debbano essere confinate nella zona nord (verso via Saccardo), per cui lo spazio per un'area verde ci sarebbe. Importante è comunque la funzione di collegamento che può essere realizzata nell'area tramite ciclabili nella direzione nord-sud e di scavallamento della ferrovia in direzione est-ovest. Inserire nel progetto questi collegamenti è di prioritaria importanza.
Indice di edificabilità: gli intervento di Sacerdoti e Mariani hanno sottolineato l'assurdità di mantenere nello scalo l'indice di edificabilità indicato nell'accordo di programma precedente poi bocciato dal Consiglio Comunale. Nel particolare sono assolutamente d'accordo, mentre sul generale, cioè a livello cittadino, mi allineo con quanto detto da Rovelli (che a sua volta ha citato Fedreghini) e cioè che è ben più importante parlare di cosa si possa ottenere in termini di miglioramento della mobilità sostenibile a Milano, e di conseguenza in diminuizione dell'inquinamento, che di limitare i metri cubi di edificato.
Opzione zero: Sacristani ed altri interventi hanno sottolineato il fatto che le aree erano di proprietà pubblica e che Ferrovie dello Stato ne vuole fare speculazione per potersi quotare in borsa e che quindi esiste anche la possibilità di un'opzione zero e cioè di reimpossessarsi delle aree e destinarle a verde o a servizi. Mi trovo totalmente contrario all'ipotesi. Innanzitutto per ottenere la restituzione al pubblico delle aree dovrebbe cominciare una vertenza lunga e complessa che porterebbe 90 su 100 al fallimento. Nel frattempo queste sono aree che non sono accessibili alla città, inoltre sono fortemente inquinate e devono quindi essere bonificate. L'onere di bonifica (che nell'accordo precedente era a carico delle Ferrovie per circa 150 Mln di Euro) sarebbe a carico della comunità, impoverendo altre funzioni. Come già detto nel precedente paragrafo, trovo molto più importante che siano destinate importanti cifre per investimento sulla mobilità su ferro e quindi un accordo con Ferrovie deve partire da questo.
Speculazione edilizia: Mariani ha tirato ancora fuori il suo calcolo secondo cui, se l'accordo rimanesse in linea con quello precedente, il profitto delle Ferrovie sarebbe di circa un miliardo di Euro senza la certezza che ci sia una redistribuzione in interventi di miglioria sulla rete ferroviaria oltre ai 50 Mln stabiliti come investimento iniziale. A parte che il calcolo si basa su una cifra al metro quadro purmente ipotetica di 3500 €, cifra che potrebbe essere realistica se le Ferrovie si impegnassero in prima persona alla vendita, ma è altrettanto certo che cederà il patrimonio in modo forfettario e quindi sicuramente su cifre di gran lunga inferirori. Comunque il problema degli investimenti è importante, ad iniziare da quelli per la mitigazione dei rumori, a quelli per migliorare il passaggio della cinta ferroviaria, a quello della realizzazione delle citate ciclabili e, soprattutto, di miglioramento della rete ferroviaria .
Solo con un accordo molto forte da parte dell'Amministrazione è possibile avere garanzie in merito, però sarà un accordo non privo di parti dolorose.

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Re: Assemblea pubblica in Municipio 3 sugli Scali ferroviari
05/03/2017 Gianluca Bozzia
Il metodo non è perfetto, ma c'è disponibilità al dialogo e ad un percorso condiviso tra visite, incontri pubblici, siti e altro: a noi cittadini sta fare la differenza con contributi di qualità. La questione scalo Lambrate va inserita nel contesto Città Studi così come anche nel PGT, ma merita anche un'analisi puntuale. Un mix di verde, servizi pubblici e residenziale sociale mi pare ragionevole, come anche un indice diverso da quello degli altri scali. TRE QUESTIONI rimangono per me centrali e aperte (prima, durante e dopo le cinque visioni espresse dai cinque studi contrattati da FS Sistemi Urbani, di cui si potrà o meno tenere conto nell'accordo di programma):
1. quanto valgono oggi nel bilancio di FS le aree, quanto varranno teoricamente secondo gli indici e soprattutto quanto varranno realmente sul mercato (sia quello degli ipotetici fondi che investiranno in FS, sia quello degli ipotetici sviluppatori immobiliari): da lì dipende la quantità di risorse che si potranno investire per la mobilità su ferro (50% dell'utile di FS, da contrattualizzare e circostanziare però!).
2. i contratti in essere all'interno dello scalo permetteranno di impostare funzioni transitorie tra il 2018 e, diciamo, il 2023 o sarà impossibile?
3. con 50 milioni su 1.250.000 metri quadri dei sette scali (40 euro/mq), a Lambrate (70.000 mq) spettano in proporzione 2,8 milioni, oltre bonifica: la soluzione a costo economico bassissimo e a grande sforzo pubblico e civico è una certezza, non un'ipotesi, e sarà interesse anche degli eventuali sviluppatori di residenziale sociale.
L'esproprio? Condivido la posizione culturale, ma non la vedo praticabile in questo caso: e poi chi paga la bonifica? O si chiede di bonificare e poi si espropria, ricevendo un semplice addio da FS?


Re: Assemblea pubblica in Municipio 3 sugli Scali ferroviari
23/02/2017 Mario Askapen
Il tema dell'area pubblica non è poi così inutile o sbagliato. Le F.S. hanno ricevuto le aree con decreto, sono diventate S.P.A. con decreto, ed ora incassano i proventi come se fossero un privato. Vero che restituire oggi le aree al pubblico è tecnicamente difficile. Però chiedere che delle aree sia fatto un uso sociale, pubblico, utile alla collettività ed all'area metropolitana non è così fuori luogo.
Per parlare anche di questo, e per fare un sano esercizio di partecipazione concreta, potremmo andare tutti Lunedi 27 alle 21 alle ACLI di via Conte Rosso, per un percorso di progettazione partecipata.

https://www.facebook.com/events/1312518598771231/?ti=cl

P.S.
Significativo il fatto che ci siano stati 27 interventi dal pubblico tutti contrari, anche se ovviamente in modo differente gli uni dagli altri. Sono un segno di come le istituzioni non riescano più a parlare ai cittadini quando questi chiedono partecipazione e non solo briciole...


Re: Assemblea pubblica in Municipio 3 sugli Scali ferroviari
23/02/2017 Michele Sacerdoti
Oggi ho inviato al Municipio 3
un documento che riprende il mio intervento
all'incontro pubblico e calcola in un massimo
di 10.000 mq di slp la superficie massima
edificabile al posto dei 34.000 mq previsti
dal vecchio Accordo di Programma.
L'ho caricato su:
www.msacerdoti.it/scalolambratemunicipio3.pdf


Re: Assemblea pubblica in Municipio 3 sugli Scali ferroviari
22/02/2017 Silvia
"Piutost che nient l'è mej piutost. Per un milanese aver visto tutte quelle aree [Garibaldi, Darsena, Fiera] dismesse, immobili, degradate per decenni, era un'onta. Piuttosto che non farci nulla, meglio farci qualcosa, qualsiasi cosa. [...] Un progettista serio non può accettare questo modo di vivere la città. Nel nome del nuovo si accetta tutto." Con queste parole Gianni Biondillo interviene in Triennale in occasione dell'uscita del volume 161 di Lotus.
Ritengo che questo sia l'approccio che l'Amministrazione stia tenendo nei confronti di alcuni degli scali, come Lambrate e Rogoredo, per le quali le idee in campo sono davvero poche (una ciclabile?) e non risolutive dei problemi della zona. Si affermi allora con coraggio l'opzione zero laddove ci sia un vuoto di idee!


 
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