Grande cinema a Spazio Oberdan

La programmazione della Cineteca Italiana, in occasione del suo 70° compleanno, spazia tra capolavori, rarità e curiosità che rendono il cinema una risorsa di spettacolo e di cultura unica e insostituibile. Vale sempre il vecchio adagio “vedere per credere”. ()
David Lynch immagine

niziamo con dare notizia della programmazione del documentario “David Lynch: The Art Life” che sarà sullo schermo di Spazio Oberdan dal 22 febbraio al 6 marzo. Nel film, presentato nell’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, lo stesso regista “accompagna lo spettatore in un intimo e personale viaggio nel tempo, raccontando gli anni della sua formazione artistica”. Ottima occasione per cercare di venire a capo delle enigmatiche visioni che caratterizzano il cinema di Lynch, autore tra i più grandi.

Per “Cineteca 70”, rassegna “lunga un anno” programmata per i 70 anni di fondazione della Cineteca Italiana, Spazio Oberdan ospiterà dal 22 febbraio nove capolavori del cinema mondiale tutti presentati nello splendore dei 35 mm.

Dal mirabile elenco, interamente recuperabile nel sito www.cinetecamilano.it, vale presentare, in rigoroso ordine sparso di programmazione, il raro “Il potere” (1971) di Augusto Tretti, delirante allegoria del titolo attraverso 5 momenti storici dall’età della pietra al neocapitalismo contemporaneo, passando attraverso l’impero romano, la conquista del West e la nascita del fascismo.

A seguire, “Querelle de Brest” (1982) di Rainer Werner Fassbinder, poderoso omaggio al genio trasgressivo di Jean Genêt. Grande interpretazione di Jeanne Moreau che interpreta anche l’accattivante motivetto del film.

Da non perdere poi “Mon Oncle” (1958) del genio senza aggettivi Jacques Tati, grande satira del logorio della vita moderna.

In attesa di vedere il sequel (dal 23 febbraio al cinema), l’occasione è ottima per rivedere un film che è stato definito epocale. Ci riferiamo a “Trainspotting” (1996) di Danny Boyle che, vent’anni fa, raccontava una drammatica vicenda di tossicodipendenza e di malessere esistenziale.

Accompagnato dal vivo su partitura composta ed eseguita al pianoforte da Antonio Zambrini, assolutamente da non perdere il capolavoro di Eric Von Stroheim “Femmine folli” (1921), pietra miliare del cinema muto (venerdì 10 marzo, ore 21.15). Copia restaurata dalla Fondazione Cineteca Italiana.

Ultima citazione per “Anche i nani hanno cominciato da piccoli” (1969) di Werner Herzog, straziante apologo sul potere e sulle sue manifestazioni più brutali.

Il sito della Cineteca Italiana è utile per verificare la programmazione e le modalità d’accesso in sala.

Che il grande cinema sia con voi.



(Massimo Cecconi)



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