Dopo Expo, la privatizzazione della democrazia

La destinazione e l’utilizzo futuro delle aree Expo, il trasferimento delle facoltà scientifiche della Statale, il Campus e Parco della Scienza, Human Technopole, a tutto ciò penserà il concessionario che Arexpo intende individuare con il bando di gara lanciato in questi giorni.


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masterplan

Arexpo ha nei giorni scorsi pubblicato una bando di gara per la scelta di un operatore economico al quale affidare l’ideazione, lo sviluppo e la gestione completa della “Rigenerazione urbana dell’area Expo”. Un operatore quindi che si occuperà di tutte le attività necessarie alla progettazione, pianificazione urbanistica e architettonica dell’area, della pianificazione dei servizi, della gestione amministrativa e procedurale per attuare gli interventi e la definizione di un Piano Economico e Finanziario per l’intera area (oltre 1.000.000 di mq) e di un analogo piano per quella parte che verrà data in concessione.

Il bando di gara prevede una Fase 1 relativa a tutte le attività appena citate, da espletare nel termine di 12 mesi, e una Fase 2 per lo sviluppo e la gestione delle aree (sino a circa la metà delle aree ex-Expo) che verranno date in concessione con diritto di superficie per 50 anni, in base ad un canone annuo che il concorrente indicherà nella propria offerta.

Arexpo si riserva il diritto appaltare la sola Fase 1 (importo a base d’asta 3 mln di euro) e di recedere dall’affidamento della concessione, relativa ad un valore stimato pari a 2.000 mln di euro.

Abbiamo cercato di capire in base quali indicazioni gli offerenti dovranno elaborare i “Master Plan” per la “Rigenerazione Urbana“ dell’intera area Expo e il “concept” del “Parco della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione”, incluso Human Technopole. Nel bando le indicazioni di cui tener conto le troviamo nei riferimenti all’Accordo di Programma del 2011, sottoscritto per dare avvio a Expo, accordo che, dopo la gara andata deserta per la vendita delle aree per 386 mln di euro, è stato modificato con l’Accordo di Programma Integrativo del giugno 2016 tra gli enti pubblici consociati in Arexpo, Regione Lombardia, Comune e Città Metropolitana di Milano, Comune di Rho, Poste Italiane.

In seguito a questo accordo sono stati conferiti 50 mln di euro da Regione Lombardia ad Arexpo, rimasta senza soldi, al fine di assicurare i servizi di sorveglianza e presidio delle aree, che sarebbero spettati ad Expo spa, e si dà atto dell’intervento del Ministro dell’Agricoltura con la proposta di utilizzare altri attori da coinvolgere nei progetti di valorizzazione delle aree ex-Expo, nella fattispecie l’Università degli Studi di Milano per un Nuovo Campus Scientifico Integrato, Human Technopole per un centrodi ricerca a livello mondiale, un Centro di Ricerca Agro-alimentare e Assolombarda per un Polo per l’Innovation Technology. Nell’accordo si richiama anche il fatto che il Governo ha erogato a Human Technopole un primo contributo di 80 mln di euro da utilizzare in una prima fase provvisoria sfruttando le aree ex-Expo disponibili.

Arexpo indica nel bando di gara che i progetti da elaborare sono espressamente riferiti ad un “Parco della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione” comprensivo di Human Technopole, gestito dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e ad un “Campus delle Facoltà Scientifiche” dell’Università Statale di Milano, mentre non si fa cenno altre iniziative menzionate nell’Accordo di Programma Integrativo citato; per inciso notiamo che l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, promotore di Human Technopole, già riceve soldi pubblici per 100 mln di euro l’anno, ma per l’Università Statale non si prevede alcun contributo. Sarà interessante vedere come verranno reperiti i fondi necessari per il trasferimento delle facoltà scientifiche e il Campus nel Piano Economico Finanziario che i concorrenti presenteranno ad Arexpo.

Quindi tutto procede come previsto, avallando le scelte preannunciate nei mesi scorsi, ratificate mediante gli Accordi di Programma e ora messe a bando per essere progettate e realizzate da un concessionario.

A nulla sono servite le numerose critiche sollevate da tante parti al progetto Human Technopole, né le discussioni e preoccupazioni legate al trasferimento delle Facoltà Scientifiche della Statale: questo bando di gara ha come unico scopo quello di mettere in atto le decisioni già prese al di fuori di ogni confronto pubblico e come unico criterio ispiratore il recupero degli investimenti malfatti, affidando però il compito ad un soggetto privato, che avrà come obiettivo primario quello di conseguire il massimo profitto possibile, in proprio e non certo a beneficio di terzi, com’è logico che sia nella logica di qualunque imprenditore disposto ad impegnare le proprie disponibilità e risorse in un’operazione di questo tipo.

Se il successo di Expo è sicuramente da riconoscere nella valorizzazione e promozione di Milano e della sua area metropolitana come realtà in grado di competere sulla scena internazionale e di costituire un polo di attrazione di interessi culturali, sociali ed economici, destinato a garantire ricadute positive tangibili sul territorio negli anni a venire, non si vede come questo compito possa essere adeguatamente esercitato da un concessionario remunerato in base ad un canone annuale a compenso degli investimenti e fatti e della gestione della “rigenerazione urbana” realizzata. Come potrà tener conto della molteplicità degli interessi in gioco, e non ultimi quelli dei cittadini, in una visione lungimirante aperta al confronto con le esigenze attuali e future di sviluppo della società?

L’istituto della concessione in questo scenario appare come lo strumento meno adatto a realizzare una “rigenerazione urbana” degna di questo nome e sembra utile solo a far gestire al di fuori del controllo pubblico una vasta operazione puramente immobiliare. Forse dovremo rassegnarci alla mancanza di capacità propositiva delle istituzioni a cui vengono assegnate così ingenti risorse e a veder realizzati interventi di grande portata ambientale e sociale senza nemmeno ascoltare istanze, ragioni e proposte della cittadinanza.

Il Comune di Milano ha ribadito recentemente, per bocca dell’assessore Maran, che eserciterà una costante azione di controllo, anche attraverso i Municipi, a difesa degli interessi dei cittadini, che su queste e altre iniziative di grande rilevanza (vedi la questione degli Scali Ferroviari milanesi) verranno organizzati incontri e confronti pubblici, in ottemperanza alle linee guida disposte dall’amministrazione sulla partecipazione.

Difficile pensare che tutto ciò possa essere fattibile di fronte a un futuro soggetto privato assegnatario di una concessione, una scelta che in relazione alla natura e ai contenuti di questa “rigenerazione urbana” ci sembra in sostanza una privatizzazione della democrazia.




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Re: Dopo Expo, la privatizzazione della democrazia
19/01/2017 Claudio









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Re: Dopo Expo, la privatizzazione della democrazia
19/01/2017 Claudio









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Re: Dopo Expo, la privatizzazione della democrazia
13/01/2017 Paolo Burgio
Purtroppo il "mega progetto" non è assolutamente una fuffa ed abbiamo informato i lettori del bando pubblicato da Arexpo proprio perché con questo bando si sta dando avvio in modo concreto alla sua realizzazione. Intanto anche nel caso Arexpo non desse in concessione per 50 anni questa "ristrutturazione urbana", può appaltare un incarico da 3 milioni di euro per la progettazione completa, la programmazione e il piano economico delle opere, senza dover fare una vera gara internazionale a cui possano partecipare gli studi di progettazione specializzati in questi settori, cosa che consentirebbe di aprire un dibattito pubblico sulle proposte e le soluzioni da adottare, ma scegliere a scatola chiusa un progetto connesso ad un possibile concessionario.
Perciò abbiamo parlato di privatizzazione della democrazia, il metodo scelto esclude qualsiasi confronto aperto e coinvolgimento dei cittadini, verrà tutto concordato tra Arexpo ed il concorrente prescelto. Ha ragione Giuseppe Maria Greco e sarà bene che i cittadini si attivino per seguire gli sviluppi della situazione e pretendere di essere ascoltati, ovviamente ciò richiede un certo impegno e cognizione di causa.


Re: Dopo Expo, il mega progetto basato sulla fuffa
12/01/2017 Anna Brunner
Ennesimo esempio di informazione (volutamente ?) lacunosa che non riporta il punto sostanziale della vicenda. Il tanto fantomatico Human Technopole "centro di ricerca a livello mondiale" rappresenta il solito progetto sulla carta (alias campato per aria), privo cioè di un'analisi seria dei possibili scenari e senza essere stato sottoposto ad esempio al vaglio di una commissione competente, come si fa normalmente in un'operazione di questo genere. Si cerca in questo modo di rimediare al buco finanziario creato da Expo sacrificando le facoltà scientifiche dell'università Statale con l'assurdo spostamento a Rho, propagandandolo per un'operazione di grande spessore scientifico. Complimenti, anche in questo caso, ai signori della fuffa !


Re: Dopo Expo, la privatizzazione della democrazia
11/01/2017 Maurizio
La solita linea editoriale, diamo per scontato il trasferimento e presidiamo su quanto accadra' a Rho. Nessun accenno a quanto potra' succedere al quartiere di Citta' Studi. Questo e' il vero grande problema!! Avete criticato l'unica vera iniziativa nata dai cittadini (raccolta firme Fai) , avete trascurato lattivita' di comunicazione ai residenti concretizzatasi attraverso un azione capillare di volantinaggio. Forse queste attivita' non sono degne di nota e degne di critica in quanto le iniziative che partono dal basso vero esempio di cittadinanza attiva completamente slegata dalla politica (partiti e movimenti tutti) risulta fastidiosa a qualcuno


Re: Dopo Expo, la privatizzazione della democrazia
11/01/2017 Giuseppe Maria Greco
Se l'assessore Maran intende, giustamente, esercitare un controllo (su quali basi e con quale potere non so), poichè si tratta di un interesse civico sarà necessario che quest'azione sia esercitata insieme ai cittadini. I quali non dispongono di potere, e proprio per questo possono averne. Sarà però bene chiarire in anticipo, come indica il redattore dell'articolo come "ciò possa essere fattibile di fronte a un futuro soggetto privato assegnatario di una concessione". Altrimenti l'unica possibilità che resterebbe ai cittadini sarebbe una protesta vigorosa che spero non sarà necessaria.


 
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