Le vittime di estorsione e usura non sono sole: in Municipio 3 analisi del fenomeno e strategie di contrasto.

Il Presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano David Gentili, con Ferruccio Patti, presidente di SOS impresa e Erica Balduzzi di Libera presentano un percorso di aiuto per gli imprenditori vittime di estorsione e usura e parlano delle strutture di supporto legale e economico per aiutare chi cade nella rete della criminalità organizzata.

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David Gentili

La Commissione attività produttive del Municipio 3, presieduta dalla consigliera Valeria Borgese ha iniziato un percorso su un tema importante di cui si parla poco, che è fondamentale  all’interno delle linee strategiche del Municipio: la tutela del commercio e delle attività produttive dai reati collegati all’estorsione e all’usura. Il Municipio vuole partire con progetti concreti per diffondere la conoscenza di servizi che possono essere punti di riferimento per le vittime. Cosa non semplice perché si tratta di un fenomeno che, per ovvi motivi stenta ad emergere.

La lotta al fenomeno del racket delle estorsioni e dell’usura prevede da un lato azioni e misure repressive nei confronti di coloro che gestiscono  le attività illegali e dall’altro il sostegno delle istituzioni e delle leggi dello Stato alle vittime.  Accanto alle istituzioni operano le associazioni del terzo settore che sono impegnate in progetti di accompagnamento per le vittime che si ribellano.

Nell’incontro organizzato in Municipio il dicembre scorso, è intervenuto il Consigliere David Gentili (nella foto), Presidente della Commissione antimafia del Comune e due rappresentanti di associazioni che si stanno impegnando nel sostegno delle vittime delle azioni estorsive e di usura, Ferruccio Patti, presidente di "SOS Impresa Milano no racket no usura", emanazione di Confesercenti , e Erica Balduzzi di “SOS giustizia”, collegata a Libera.

Il Presidente Gentili nel suo intervento ha tracciato un quadro d’insieme del problema, citando alcuni dati ricavati da questionari distribuiti in alcune zone di Milano. Ad esempio nel quartiere Isola, su 66 risposte a un questionario  6 commercianti hanno dichiarato di aver avuto esperienza diretta di racket ed estorsioni. Quasi uno su dieci di chi ha deciso di restituire il questionario.  Dopo furti (37%) e rapine (24%), il racket è percepito come terza minaccia al quartiere (13%). 

Tra coloro che  hanno risposto  "racket", considera "molto rilevante" la minaccia il 77 per cento (percentuale molto maggiore rispetto alle altre risposte).

E’ interessante il fatto che le estorsioni ai danni dei commercianti non si esplicano solamente nella richiesta del pizzo, ma spesso si esplicano nella richiesta di chiudere l’attività e di cederla a terzi, oppure della imposizione di prodotti commerciali che il criminale sponsorizza.

In tutti questi casi è scarsissima la conoscenza dei benefici che la legge prevede per  chi denuncia l’attività usuraia: meno del 18% ne ha un’idea.

In Zona 9 su 467 questionari compilati  da commercianti, ristoratori e artigiani, l’ 8,4% dei commercianti  dichiara di pagare, o aver pagato, il pizzo.  Il 18,7% afferma di conoscere almeno una vittima di estorsione. Il 59% tramite richiesta di denaro, il 41% tramite imposizione di forniture o personale.

L’ 83% non è a conoscenza della tutela e dei benefici economici che la legge riserva a chi denuncia una tentata estorsione .

Aggiungiamo di nostro che, a proposito del ruolo di aiuto nei confronti delle vittime che il Municipio può avere,  nelle Zone sono stati aperti già dalla passata amministrazione 9 sportelli legali,  all’interno dei Consigli di Zona (“Avvocati in Municipio”) gestiti con  l’ordine degli avvocati. Questi sportelli da questa estate, a seguito di un accordo con l’assessore Majorino, si occupano anche di fornire ascolto, intervento e risposta  per le vittime di estorsione e usura:  gli avvocati orientano le persone,  in un percorso di collaborazione con altre realtà, Libera, Camera di Commercio, Confcommercio, Confesercenti, Fondazione San Bernardino, Fondazione Lombarda antiusura, che fanno parte di un tavolo che è stato avviato nello scorso mandato nel quale è stata coinvolta anche la Prefettura (nella formazione degli avvocati che gestiscono gli sportelli), che ha un ruolo fondamentale nell’attività di erogazione dei finanziamenti per le vittime (due i tipi di fondi: Fondi di prevenzione per le Fondazioni antiusura con le quali fornire alle banche garanzie sui prestiti concessi a soggetti in difficoltà e Fondi di solidarietà per gli operatori economici che hanno denunciato gli usurai).

Dopo Gentili è intervenuto Ferruccio Patti, presidente di SOS impresa, che esiste dal ’91 e si è costituita a Milano il 18 maggio di quest’anno e che è la struttura di Confesercenti che si occupa di contrasto ai racket. Patti, ha sottolineato come, grazie alla legge 106 del ’96, nei casi di usura e estorsione, a seguito di denuncia, la vittima ha diritto a ricorrere al blocco dei suoi impegni verso lo Stato, INPS, INAIL, Cassa edile, per tre anni e per un anno per i debiti privati. SOS impresa fornisce aiuto e avvocati per avviare la pratica per avere i fondi antiusura della legge 106. Se l’imprenditore ha anche i conti bloccati con le banche, esiste un accordo con l’ABI per cui chi denuncia può aprire un nuovo conto corrente. SOS impresa sostiene anche le vittime nel superare i numerosi problemi burocratici che si incontrano nel percorso.

Un aspetto importante del fenomeno, ha sottolineato l’esponente di Confesercenti è anticipare il problema e non andare in mano all’usura. L’imprenditore in difficoltà deve telefonare e chiedere aiuto prima di finire in mano all’usura. Molti imprenditori non sanno dove rivolgersi se la banca non da loro il credito. Ed ecco l’importanza dell’informazione.

E’ intervenuta poi Erica Balduzzi di “SOS giustizia”, collegata a Libera, che si è strutturata nel giugno 2015 in Lombardia con un numero di telefono unico attivo 6 giorni su 7 per 7 ore al giorno. SOS giustizia ha puntato molto, anche grazie alle camere di commercio sulla copertura telefonica più ampia possibile, proprio perché questi fenomeni sono particolari, delicati e di difficile intercettazione. Vi sono stati 82 casi da giugno 2015 a oggi di persone seguite da SOS giustizia. A parte una ventina che hanno chiamato per problemi non direttamente riconducibili alle tematiche che tratta SOS giustizia, i restanti si dividevano in modo abbastanza equo tra casi di estorsione, usura, programma di protezione, testimoni di giustizia o atti intimidatori. Nello specifico al momento SOS giustizia segue una decina di casi di usura, una quindicina di casi di estorsione, un paio di persone sotto programma di protezione, un paio di casi di intimidazione, qualche caso di corruzione. L’appoggio fornito è prettamente umano e di affiancamento, partendo dal primo ascolto telefonico e passando per l’accompagnamento “fisico” alla denuncia, senza la quale, come già visto, non è possibile fare la richiesta dei fondi dedicati. Accompagnamento “fisico” alla denuncia nel senso che le persone che si rivolgono a Libera vengono accompagnate personalmente presso le forze dell’ordine a fare la denuncia. Questo perché il momento della denuncia, in particolare quando si tratta di reati che coinvolgono associazioni mafiose è un momento delicatissimo e che terrorizza. Una volta fatta la denuncia SOS giustizia, come altre associazioni citate,  aiuta chi si è rivolto a loro a fare la domanda in prefettura per l’accesso ai fondi dedicati e li accompagna in tutto l’iter burocratico seguente.

Infine Erica Balduzzi ha sottolineato gli aspetti psicologici del fenomeno e la solitudine delle vittime che le portaper assurdo a considerare l’usuraio “un amico”, l’unico che li ha aiutati nel momento del bisogno prestando loro i soldi…... “Fa niente se poi li ha minacciati di morte”…..


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Re: Le vittime di estorsione e usura non sono sole: in Municipio 3 analisi del fenomeno e strategie di contrasto.
12/01/2017 Pierangelo Rovelli
Gentile sig. Patti, mi scuso per l'errore che provvederò a correggere subito.
Approfitto per ringraziarla dell'intervento e soprattutto del lavoro di prevenzione e sostegno che lei e Confesercenti sate svolgendo.


Re: Le vittime di estorsione e usura non sono sole: in Municipio 3 analisi del fenomeno e strategie di contrasto.
11/01/2017 Ferruccio Patti
Buonasera signor Rovelli, nell'articolo vi è un inesattezze sul mio ruolo, sono presidente di "SOS Impresa Milano no racket no usura", emanazione di Confesercenti e non di Confcommercio. Le sarei molto grato se correggesse tale inesattezza, grazie.
Colgo l'occasione per porgerLe i miei distinti saluti.


 
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