Luigi Comencini-Italia 1945/1948
Prima di fondare con Alberto Lattuada la Cineteca Italiana e di divenire uno dei registi cinematografici più interessanti della sua generazione, Luigi Comencini (Salò, 1916) si era dedicato con grande profitto in verità all’attività di fotoreporter. La mostra che la Fondazione Cineteca Italiana gli dedica è non solo un doveroso omaggio al suo fondatore ma anche il riconoscimento di un talento fotografico non comune e non banale.
Nei 52 scatti in mostra, tutti in un rigoroso ed elegante bianco e nero, si rivive il clima e il sapore profondo di un’Italia che sta lentamente uscendo dalla tragedia della guerra e che sta cercando la sua strada.
Le foto di esterni, un carro trainato da un cavallo, il gioco dei bambini nel grande spiazzo davanti al Consorzio agrario, lo scalo ferroviario, il lavoro e la fatica degli uomini, si alternano con la descrizione di personaggi colti nella vita di tutti i giorni. La ragazza del tiro a segno, l’uomo e la donna in posa nei pressi di una casa diroccata, la venditrice di robivecchi, gli anziani sulle panchine di un parco restituiscono intatta la vicissitudine quotidiana di personaggi perfettamente attendibili e identificabili nella loro varia umanità.
C’è poi nelle
fotografie di Comencini una particolare attenzione per i bambini,
quasi a presagire i suoi lavori televisivi e cinematografici che lo
porteranno poi a indagare sulla complessità dell’infanzia.
Il bambino che sbircia dietro le spalle del pittore, le ragazzine che guardano gli animali dietro le sbarre del giardino zoologico, le bimbe spensierate che giocano in un campiello veneziano, le bambine in fila lungo un marciapiede acciottolato danno il senso di una spensieratezza comunque controllata e non conclamata. Stupenda poi l’istantanea che ritrae un gruppo di ragazzini che guardano l’interno di un circo equestre attraverso buchi praticati nel tendone.
Scrive Giovanna Calvenzi, curatrice della mostra con Matteo Pavesi, nel catalogo pubblicato da Humboldt Books :” L’inquadratura rispetta le linee, gli sfondi, lo spazio costruito ed è impeccabilmente rigorosa. Le sue immagini non possiedono forse la leggiadria ridente di Robert Doisneau e la capacità di decidere l’attimo di Henri Cartier-Bresson ma, come i due maestri francesi, Comencini si muove nelle realtà che conosce, a “caccia di immagini”, senza ricercare equilibrismi formali o estetici. Alcune sue fotografie addirittura suggeriscono una narrazione in potenza, spunti di visione solo abbozzati che risolverà poi con il cinema”.
Nelle fotografie di Comencini c’è in sintesi ragionata tutta l’Italia del lavoro e dell’infanzia, del tempo libero e del disagio sociale, della dignità estrema delle donne e degli uomini che seppero interpretare quegli anni con assoluta proprietà.
La mostra apre idealmente i festeggiamenti per i primi 70 anni della Cineteca Italiana.
Una piccola mostra, solo per dimensione però, che merita un’accurata visita. Com’eravamo.
Luigi Comencini-Italia 1945/1948
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto angolo via Tadino
Ingresso libero
www.cinetecamilano.it