Otello

In scena all’Elfo Puccini sino al 13 novembre una rilettura molto notturna della tragedia di Shakespeare. Tre ore di intensità narrativa non comune per una storia nei meandri della quale rimane sempre qualcosa da scoprire. ()
Otello iammgine

La fine è nota e ci si arriva dopo tre ore abbondanti di intricate vicende umane e sentimentali in cui l’anima dei personaggi viene messa a nudo nel bene e, più decisamente, nel male.

“Otello” è tragedia in cui, più di altre dello stesso Shakespeare, vengono messi in evidenza i vizi capitali o peccati che dir si voglia.

Ira, superbia e persino accidia per il protagonista Otello, invidia per Iago, mentre la lussuria si presenta trasversale a molti personaggi. A questi micidiali ingredienti si aggiunge un sentimento infido come la gelosia (da zelos, spirito di emulazione) che spinge il Moro di Venezia a condannare definitivamente prima se stesso e poi sua moglie, senza lasciare alcun spazio alla ragione e al ripensamento.

La trama è sufficientemente nota per non soffermarsi più di tanto, in regia Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli sottolineano l’ineluttabilità del male come se il destino si debba compiere senza il conforto del dubbio. Introducono anche l’elemento del razzismo che sembra smuovere coscienze e incoscienze nella contrapposizione, in questo caso non benefica, di ciò che è noto a ciò che è ignoto.

Del resto “Otello” è opera didascalica dove tutto è svelato e rilevato, i personaggi sono pedine predisposte alla espiazione e al sacrificio per esaltare i turbamenti più reconditi dell’animo umano.

In questo senso, verrebbe da dire che il vero protagonista è Iago che presenta di sé e del suo drammatico approccio alla vita infinite sfumature di grigio e di nero. Ineluttabile a se stesso come Giuda.

Da tutto ciò ne deriva una lettura del testo molto nera e notturna sottolineata da una scenografia estremamente evocativa dei luoghi ma soprattutto dei caratteri, delle emozioni e dei sentimenti dei personaggi del dramma.

Attori adeguati alla parte, su tutti l’arrovellato Otello di Elio De Capitani e il luciferino Iago di Federico Vanni.

Applausi.


Otello

di William Shakespeare

Regia di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli

Traduzione di Ferdinando Bruni

Scene e costumi di Carlo Sala

Con Elio De Capitani, Federico Vanni, Camilla Semino Favro, Cristina Crippa, Angelo Di Genio


Per informazioni: www.elfo.org



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