Intervista a Luca Costamagna

Proseguono le interviste alla Giunta Municipale 3 con quella al giovanissimo (25 anni) Assessore Luca Costamagna,eletto in Consiglio Municipale con il maggior numero di preferenze (873) in Zona ed attualmente nominato Assessore con deleghe a Cultura e Politiche giovanili, Bibliotece, CAG, comunicazione e partecipazione, Benessere e felicità. ()
lucacostamagna

Assessore, partiamo dall'intervista al Presidente del Municipio, Caterina Antola, ed analizziamo nello specifico le sue deleghe che, ricordiamo, sono Cultura e Politiche giovanili, Biblioteche, CAG, comunicazione e partecipazione, Benessere e felicità. In attesa della definizione del Documento Programmatico del Municipio, ci racconti in poche parole come intende affrontare le sue deleghe e i progetti a cui ha dato inizio.

Il Documento programmatico del Municipio che stiamo componendo ricalca il programma elettorale che il centrosinistra ha presentato agli elettori: abbiamo atteso dagli uffici centrali istruzioni circa la struttura di questo documento. Per ogni delega intendo rafforzare ciò che c’è già in termini di iniziative (ad esempio la Stagione della Scienza, che appunto avevamo promesso nel programma e che anche quest’anno abbiamo fatto nonostante i tempi strettissimi e il cambio di alcune procedure),migliorare dove occorra (in particolare la comunicazione delle iniziative) e proporre cose nuove. Intendo affrontare le deleghe secondo due criteri principali. Il primo è sottolineare il ruolo di regia del Municipio, perché l’istituzione più vicina al territorio deve essere capace di fare rete, tra realtà già note e tra realtà nate da poco. Il secondo è portare la cultura nelle periferie non come sporadiche occasioni, ma come strumento ordinario per la rivitalizzazione e socializzazione dei quartieri che aspettano da troppo tempo tante risposte. Sul primo punto va in questo senso una delle prima delibere di giunta che ho promosso e che riguarda il censimento delle associazioni e delle realtà organizzate (gruppi, ecc…) del nostro territorio: una “chiamata” che intende coinvolgere tutti. Sul secondo criterio dico che è proprio uno degli elementi che come Giunta abbiamo voluto concorresse all’aggiudicazione di iniziative tramite gli stanziamenti messi a disposizione dal Municipio.

Lei è molto giovane, carico di entusiasmo e di voglia di fare; dalle sue parole si evince lo scoraggiamento dei vari laccioli ed impedimenti dati dalla struttura rigida dell'Amministrazione Comunale e da una mancanza di personale trasferito ai Municipi, nonché il loro scarso adeguamento alle necessità dei nascenti Municipi. Cosa cambierebbe in questa struttura?

Le regole sono necessarie, ma certi passaggi rallentano e rendono faticosa l’azione politico-amministrativa anche per le piccole cose. Un piccolo esempio: sono da pochi giorni arrivate le bacheche che ho chiesto per l’Auditorium “Stefano Cerri” e per la sede del Municipio qui di v. Sansovino. Per anni questa richiesta è stata fatta anche da Caterina Antola, che nella precedente legislatura ricopriva la carica di presidente di commissione. Deve funzionare meglio il “sapere chi fa cosa” in Comune, per evitare di perdere tempo in richieste che si fanno magari ad una persona pensando sia quella a cui rivolgersi, ma che poi arrivano alla fine di tortuoso percorso che ha coinvolto 5, 6 persone. Certo siamo a Milano, una grande città il cui Comune ha circa 15.000 dipendenti (vado a memoria) ma si devono migliorare delle dinamiche. Vorrei in particolare che una persona fosse preposta esclusivamente alla comunicazione istituzionale del Municipio, talvolta siamo “sotto” o comunque in ritardo nelle comunicazioni ma questo perché solo due dipendenti (e non possono essere di più) hanno accesso a questa pagina per cui comunque devono confrontarsi con il comune centrale ma questi due dipendenti hanno insieme altre importanti funzioni da svolgere che hanno anch’esse delle scadenze. E’ fondamentale avere dal Comune delle risorse che negli anni possano costituire un bilancio. Non è facile e non si può fare tutto subito, ma bisogna farlo in una logica di responsabilizzazione amministrativa dell’istituzione più vicina al territorio. Ho molta fiducia nella giunta Sala, proprio venerdi scorso e' stata presentata la riorganizzazione della "macchina" e la creazione di una direzione municipi conferma la preziosa importanza che questa giunta ci riserva.

Riguardo alla Comunicazione, un'altra delle sue lamentele è l'impossibilità da parte dei Municipi di comunicare in proprio, ma dipendendo sempre dalla granitica struttura del sito del Comune ed adeguandosi alle sue regole. In Zona 3 esistono, oltre a noi, importanti realtà di Informazione quali, a solo titolo di esempio: R23, Lambrate On Air, Dai nostri quartieri. Non vede in queste realtà il vero canale di comunicazione con i cittadini? Se si, come intende attrezzarsi al fine di tenere sempre aperto il flusso informativo (eventi, delibere, convocazione commissioni e consigli, attività del Municipio, etc.)

Attualmente non è ancora possibile che ogni Municipio abbia un suo sito, proprio. Non abbandono questa richiesta e ovviamente non sono l’unico a pensare che sia necessario dare una significativa autonomia anche su questo aspetto. Fino a che, comunque, non c’è una riorganizzazione della macchina amministrativa dal centro, è un “bene” che non ci sia un sito proprio, perché altrimenti avremmo un sito non in grado di essere aggiornato. Nel frattempo ho dato indicazioni perché la pagina del Municipio 3 ospitata nel sito del Comune offra una panoramica il più possibile completa di ciò che avviene nel nostro territorio in termini di iniziative promosse o patrocinate dal Municipio o comunque istituzionali e di servizi offerti ai cittadini. Le realtà di informazione che mi ha citato sono preziose perché ampliano la ricchezza e pluralità di voci e di notizie e fanno un servizio. Non vedo contrapposizioni tra il potenziamento di una comunicazione istituzionale e queste realtà. Sulla comunicazione ci saranno delle novità saranno da Gennaio.

Date la sua delega alla partecipazione, vorrei che ci raccontasse in specifico il suo progetto per un Municipio partecipato.

La partecipazione è strettamente legata alla comunicazione: l’istituzione che crea un primo livello di partecipazione è l’istituzione che è capace di comunicare, farsi conoscere, farsi capillare nel presentare chi è e cosa fa. La cittadinanza va consultata sulle questioni di maggiore interesse: su questo ci siamo impegnati e su questo faremo. L’incontro dell’11 Ottobre sul futuro di Città Studi è stato organizzato proprio in una logica di informazione e partecipazione la più ampia possibile. Non a caso ha avuto luogo nella sala istituzionale più grande di cui disponiamo e non a caso abbiamo realizzato lo streaming. Ci sono poi degli organismi di partecipazione che il regolamento istitutivo dei municipi ha creato e sui quali stiamo facendo una riflessione. Ricordo anche il bilancio partecipativo della Giunta Pisapia: su questo è bene che nel ventaglio di proposte da analizzare, istruire e far votare ci siano anche le principali criticità del territorio evidenziate dal Municipio. Sarebbe curioso che si costituissero dei gruppi su problemi altri rispetto a quelli individuati nel tempo dal Municipio. Noi ereditiamo molte delibere ben fatte su cui non ci sono state risposte, penso in particolare al quartiere Rizzoli.

Molti hanno ironizzato sulla sua delega alla felicità. Lei ha già spiegato in un nostro precedente articolo la sua posizione a riguardo. Cito: “Misurare le azioni politiche con la "cifra" della felicità. Concretamente pensiamo al miglioramento dei servizi stessi, dell'abbattimento delle barriere architettoniche pubbliche presenti, degli spazi pubblici da rigenerare sulla base del vissuto e delle esigenze del territorio.”. Un'obiezione che viene naturale è che molti di questi casi sarebbero da ricondurre ad una buona gestione della cosa pubblica, ma ci spieghi invece nel dettaglio, con degli esempi, questa delega.

Prevedevo di dare occasioni ad ironie. Ho ricevuto dei riconoscimenti favorevoli ma non sono mancate critiche e anche qualche insulto. Credo che una consigliera dell’opposizione mi saluti sempre con l’appellativo di “assessore alla felicità” con una certa ironia, pensando forse di infastidirmi… in realtà mi ricorda l’importanza del senso di una delega che ho voluto con molta serietà e consapevolezza. La delega felicità è infatti in realtà denominata “benessere e felicità”. Quando qualche anno fa si è proposta la delega “benessere” ci sono state reazioni simili, io rivendico la scelta di dare un nome a ciò che la politica deve fare con le sue azioni, dalle più piccole alle più grandi. Perché l’ideale della politica, cioè la felicità pubblica (di cui hanno parlato innumerevoli esponenti della cultura, dell’economia, della filosofia ecc…) sia concreto, ha bisogno di azioni piccole e di uno sguardo e verifica costante. Non a caso i criteri del BES comprendono la felicità, quindi come ho già detto non mi sono inventato nulla di nuovo. Recentemente ho fatto arrivare in Municipio dei libri per bambini, dal deposito centrale delle biblioteche. Il Municipio nei suoi spazi accoglie dunque i bambini dando loro la possibilità di passare del tempo annoiandosi un po’ di meno mentre fanno compagnia ai propri familiari. E’ un piccolo esempio che ci risulta essere piaciuto e preso in considerazione da altri Municipi.

Sui CAG, visto che i bandi sono scaduti a luglio e che l'Amministrazione non ha ancora lanciato il nuovo bando, quali intenzioni avete? Pensate di imitare quanto fatto dal Municipio 4, grazie al cui bando ha vinto un'Associazione di Bologna che nulla ha a che fare con la realtà del Municipio in cui lavorerà e vincendo la gara sfruttando i propri educatori con cifre orarie lorde impensabili?

I Centri di Aggregazione Giovanile hanno senso se si aprono al territorio e se si relazionano con il territorio. Il criterio della “territorialità” è fondamentale insieme alla ricchezza di un’offerta aggregativa aperta alla valorizzazione delle ricchezze e all’ascolto delle fragilità dei giovani. Infine, i CAG devono avere sempre la capacità di re-inventarsi, perché il mondo giovanile è così e domanda questo. C’è bisogno di incontrarsi, di rispondere a solitudini più o meno invisibili a cui i Centri di Aggregazione Giovanile possono dire qualcosa e offrire una presenza. E’ fondamentale che i CAG non si rivolgano ai giovani solo come “destinatari” ma come soggetti.


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Re: Intervista a Luca Costamagna
10/11/2016 Dominic
A 25 anni non mi chiamavano 'giovanissimo' il problema è che oggi vogliono apparire giovani i settantenni così uno di 25 anni viene fatto passare per 'giovanissimo'...


Re: Intervista a Luca Costamagna
24/10/2016 Roberto
Molto bella questa intervista a Luca Costamagna, e grazie per aver menzionato R23 fra le "importanti realtà di informazione della Zona 3". Un caro saluto, Roberto


 
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