Libertà di panino... o libertà dal panino..?

La sentenza del tribunale torinese che ha riconosciuto il diritto agli alunni delle scuole elementari di portarsi da casa il pasto di mezzogiorno ha provocato discussioni e polemiche anche a Milano. La questione ha pure valicato i confini ed è stata ripresa dall’autorevole giornale inglese The Guardian. ()
tonno pomodoro

Cerco di seguire, di sfuggita e per quanto mi riesce a causa della difficoltà della lingua, quello che pubblica il quotidiano inglese The Guardian. Con mia sorpresa trovo nell’edizione on line di alcuni giorni fa un articolo sul panino che un alunno milanese aveva portato da casa, cosa che ha suscitato polemiche e discussioni tra genitori, responsabili della scuola e amministrazione comunale, riportate in prima pagina dal Corriere della Sera. Forse per questo la diatriba è salita agli onori delle cronache d’oltralpe. 

Citiamo in breve I fatti.

Il tribunale torinese a cui si erano appellati alcuni genitori lamentando la cattiva qualità del cibo fornito dalla mensa scolastica ha riconosciuto il diritto di portare da casa il pasto per i propri figli. Il Ministero dell’Educazione ha fatto ricorso contro questa sentenza.

Una mamma milanese ha deciso di mandare a scuola il figlio con un panino farcito di tonno e pomodori in sostituzione del pasto scolastico. I responsabili della scuola hanno allontanato il bimbo della mensa, che è stato portato in classe per consumare il suo panino da solo, avendo rifiutato il cibo offerto dalla scuola.

Ne è seguita una diatriba tra genitori, autorità scolastiche e amministrazione comunale, che ha assunto i toni della rivendicazione politica. I genitori, supportati da esponenti di Forza Italia, vogliono essere liberi di portare da casa il pasto dei figli, l’amministrazione comunale di centro-sinistra difende il rispetto delle regole, che devono valere per tutti, senza creare discriminazioni tra coloro che, grazie al servizio pubblico, possono godere di pasti a costi ridotti, e difende anche il valore educativo del pasto in comune, senza distinzioni di condizione sociale.

Diversa questione è la richiesta di genuinità del cibo e di qualità del servizio, che onestamente non ci sentiamo in grado di giudicare, non avendo esperienze dirette in merito.

Certo è che ai miei tempi (quasi cinquant’anni fa) la battaglia condotta da noi genitori era quella di avere il doposcuola, la mensa scolastica per tutti, condizioni di miglior favore per le famiglie disagiate, senza distinzioni di posizioni politiche o ideologiche; si chiedeva il riconoscimento nella scuola pubblica di diritti uguali per tutti.

Mi viene anche in mente di aver letto allora con interesse, volendo considerare la questione da un punto di vista ideologica, o meglio razionale, le tesi esposte da un eminente filosofo, Isaiah Berlin, profugo russo, rifugiatosi in giovane età dopo la rivoluzione bolscevica con la famiglia ebrea in Inghilterra, dove studiò e visse insegnando Teoria Politica e Filosofia ad Oxford.

Berlin è celebre per i suoi saggi e in particolare per un saggio sulla libertà, in cui discute su due visioni opposte del concetto di libertà. Da una parte la libertà di.., la libertà intesa come positiva affermazione della propria volontà, di padronanza del proprio destino, di realizzazione di sé, in contrapposizione al concetto dilibertà da.., libertà dai condizionamenti esterni che ci impongono scelte e stili di vita che ci limitano e non ci consentono di essere quindi veramente liberi.

Entrambi i concetti sono certamente validi e sostenibili, ma Berlin ritiene che in ultima analisi la libertà di.. porti come conseguenza politica all’apparente contraddizione dell’affermazione di forme politiche autoritarie, a regimi antidemocratici. E infatti Berlin fu sempre in polemica con Popper, alfiere del liberismo, come oggi viene inteso, che afferma la prevalenza dell'interesse privato su quello pubblico.

Sarebbe interessante conoscere il parere dei lettori su due questioni del tutto indipendenti tra loro, ma che comportano poi scelte politiche divergenti, magari inconsapevolmente.

La prima, diciamo ideologica, libertà di panino libertà dal panino; ossia è giusto che ciascuno decida di portarsi il proprio cibo da casa o è più giusto che i bambini condividano il pasto comune della mensa scolastica?

La seconda, se i genitori ritengono adeguato o meno il servizio di Milano Ristorazione; è evidente che se si vuole libertà di panino, poco importa la qualità del servizio, che beninteso deve comunque essere adeguato, se si vuole la libertà dal panino occorre impegnarsi a controllare e valutare il servizio pubblico, e in caso di inadeguatezza agire di conseguenza.


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