Spostamento università scientifiche: chiuso per vacanze, oppure no?

Dopo l'annuncio del Senato Accademico di proseguire con il progetto di spostamento delle facoltà scientifiche in area ex-Expo, la zona, nonostante il periodo estivo, è in fermento ()
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Nonostante il periodo estivo, sono molte le voci che si stanno levando riguardo allo spostamento delle facoltà scientifiche in area Expo.
Incominciamo con una delle prime delibere di Giunta del Municipio 3 che recita:
LA GIUNTA DEL MUNICIPIO N. 3
Preso atto delle decisioni del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico dell'Università Statale di procedere con un atto formale di manifestazione di interesse per il trasferimento da Città Studi nelle aree di Expo del campus,
DELIBERA
Di promuovere un'ampia discussione pubblica sul futuro di Città Studi che metta al centro la qualità urbana, la vitalità del quartiere e la sua vocazione socio culturale, nelle forme e nei modi previsti dal regolamento istitutivo dei Municipi.
In pratica è il primo atto per la convocazione di un tavolo tematico sull'argomento. A questo appuntamento la cittadinanza dovrà arrivare con una propria rappresentanza già costituita, al fine di poter portare le proprie esigenze e posizioni.
Su Facebook continua a prendere sempre più piede il gruppo "Che ne sarà di Città Studi" che sta raccogliendo idee ed opinioni proprio in vista di un primo incontro di settembre.
Scrive Adriana Berra, fondatrice del gruppo:
"...stiamo lavorando per organizzarci e che ci saranno degli incontri preliminari. Non ritengo di dire altro a riguardo perché, appunto, questa non è la sede per fare una strategia. Ne parleremo di persona a settembre."
Il Presidente del Municipio 3, Caterina Antola, è uscita, sempre su Facebook, con un proprio Post che recita:
Oggi con gli Assessori di Municipio Antonella Bruzzese Luca Costamagna Massimo Scarinzi abbiamo appreso le decisioni del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico dell’Università Statale di procedere con un atto formale di manifestazione di interesse per il trasferimento da Città Studi nelle aree di Expo del campus e di circa 20.000 studenti, ricercatori e docenti.

Questa scelta avrà delle conseguenze importanti sul quartiere che già subirà il trasferimento dell’Istituto Besta e dell’Istituto dei Tumori, conseguenze che riguardano sia la perdita di funzioni qualificanti, storiche e di eccellenza come l’università e gli ospedali, sia l’incertezza sul destino delle aree e dei 33 immobili che si svuoteranno – alcuni dei quali sottoposti a vincolo dei Beni Culturali e con destinazione urbanistica a università e ricerca.

Di fronte a questi sviluppi, la giunta del Municipio 3 intende promuovere una discussione pubblica ampia sul futuro di Città Studi che metta al centro la qualità urbana, la vitalità del quartiere e la sua vocazione socio culturale. Conferma, inoltre, tutto l’interesse e l’impegno - come da programma elettorale della coalizione di centro sinistra - a seguire ogni passo della vicenda affinché il proposito di valorizzare il patrimonio immobiliare per finanziare il trasferimento, non diventi una mera operazione speculativa.
In effetti la questione Città Studi era stato uno dei punti del programma di coalizione di Centro Sinistra:
il Municipio 3 perseguirà l’obiettivo di mantenere le storiche vocazioni scientifiche e culturali;
le numerose aree pubbliche che dovrebbero liberarsi nel Municipio 3 (ad esempio ancora Città Studi ma anche la Caserma a Lambrate-Rubattino), che dovranno essere occasione per una riqualificazione dei luoghi e la realizzazione di servizi per i cittadini, e non essere oggetto di speculazione immobiliare;

Infine è importante riportare la posizione della rappresentanza sindacale FLC CGIL dell'Università degli Studi di Milano:
L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA...
iL Nel comunicato stampa "II Campus nell'area Expo: la manifestazione di interesse della Statale- pubblicato in tempi record, nella prima pagina del sito d'ateneo, si afferma che gli edifici di Città Studi sono una sorta di residuato bellico, costruiti prima del 1930, e che trasferirsi nella più florida e ridente ex zona Expo, di Rho, ci farebbe scalare nuove vette nelle classifiche internazionali della ricerca. Peccato che il progetto in quanto tale non ci sia ancora: non sappiamo dove saranno le aule, i laboratori, gli studi, eccetera, né quanto misureranno, data la drastica riduzione degli spazi.
A quanto pare si insegnerebbe anche meglio, probabilmente per merito dei PM10 dell'attigua tangenziale.
Ma non basta, se andiamo a vedere le sfide del "progetto. della "Science for citizens. scopriamo che il nostro ateneo è la prima università italiana generalista per innovazione, ha 65 000 iscritti, 126 corsi studio ed è tra il 10% degli atenei più produttivi al mondo.
Beh, con questi numeri, verrebbe da pensare che anche in Città Studi, didattica, ricerca e servizi non vadano affatto male! Oppure, che le informazioni contenute nelle Gilde siano faziose e riportino il ranking a noi più favorevole. In ogni caso nulla che ci rassicuri in merito all'affidabilità e l'oggettività dei dati riportati, chiaramente finalizzati a far amare questo progetto, oltre ogni ragionevole dubbio e indebitamento.
A nostro avviso sarebbe più onesto e sensato ammettere che gli spazi in Città Studi sono mal gestiti, presentare un progetto, per riorganizzarli e non abbandonarli sperando che qualcuno li compri.
Inoltre, non di soli ruderi è fatta Città Studi.
Il settore didattico Golgi, con i suoi 4 piani, 5 ingressi e le sue aule moderne e climatizzate, al terzo piano ha laboratori didattici usati, al massimo del loro potenziale, per 3/4 settimane all'anno e spazi cosi inutilizzati da creare l'eco. Non solo, alcuni laboratori sono interdetti al pubblico e completamente abbandonati.
Siamo disponibili per gite organizzate, tanto siamo sicuri di ciò che affermiamo.
Solo Golgi? No, anche Mangiagalli, 25!
Un settore neonato, per il quale abbiamo appena speso 300 mila euro, per metterlo in sicurezza, a riprova del fatto che non tutto ciò che è nuovo è all'avanguardia! Anzi, la situazione è ancora aperta e andrebbe risolta il prima possibile, non lasciata in sospeso, per aprire un nuovo cantiere a Rho.
Solo Golgi e Mangiagalli?
No, anche il palazzo d'informatica!
Un cantiere che ancora non abbiamo inaugurato e già ha il cartello vendesi, al miglior offerente... "chi è Politecnico per intendere, intenda!"
Per non essere faziosi, come il comunicato stampa che campeggia sul nostro sito, non è nostra intenzione dire che tutte le strutture siano ultra moderne e solo mal utilizzate. Sappiamo che il palazzo di chimica ha bisogno di interventi onerosi e anche quello dell'ex DMU (ora Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute) di via Mangiagalli, 31, che però è in parte già ristrutturato, dato che le aule sono nuovissime e ulteriori rifacimenti sono previsti entro settembre.
Queste strutture resteranno coi loro problemi in attesa del nuovo Campus, magari per una decina di anni? Oppure si dovrà intervenire aggiungendo le ristrutturazioni di Città Studi alle spese per la nuova costruzione?
Continuando a parlare di nuove strutture e dati certi, non aleatori, non possiamo esimerci dal sottolineare che i costi per il polo di Lodi, a preventivo, erano pari a 13,9 rnIn a consuntivo, ben 43,5 mln, ovvero oltre il 300%, in più!

FLC CGIL - Università degli studi di Milano
Comitato degli Iscritti web: www.cgil.unimi.it — mali: cgii@unimi.it

Insomma, andiamo in vacanza, ma con il cuore che già guarda a settembre per una nuova stagione in cui i temi caldi saranno tanti, anche perché, ancora più caldo dello spostamento dell'Università, si aprirà la partita degli Scali Ferroviari.

A settembre!


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Re: Spostamento università scientifiche: chiuso per vacanze, oppure no?
30/07/2016 non_importa
Insomma, il tirannello sta cercando di coprire le spalle al suo vassallo e compagnia milanesi reduci dai "trionfi" di Expo e io dovrei credere che i relativi valvassori e valvassini s'impegneranno seriamente per salvare il quartiere? poveri servi della gleba...


 
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