Le mele di Kafka

Il nuovo romanzo di Andrea Vitali si ispira a un episodio della vita di Franz Kafka intorno al quale va in scena il collaudato teatrino di personaggi inventati dallo scrittore bellanese.


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Si dice che il dottor Andrea Vitali, già medico di base in quel di Bellano, paese rivierasco della sponda di Lecco del lago di Como, esercitasse la professione non tanto per amore della scienza medica, quanto per l’interesse alle persone e alle loro storie che la professione gli permetteva di incontrare e conoscere.

Più non vero che vero, sta di fatto che Andrea Vitali, che nel frattempo ha smesso il mestiere di medico, ha coltivato in decine di romanzi e in centinaia di racconti l’arte sottile della narrazione, proprio attingendo a quegli umori e a quei linguaggi narrativi facondi e fecondi che derivano dal contatto con persone di estrazione sociale varia e di appartenenza tenace a un territorio specifico. Indubbio quindi il valore antropologico di uno studio accurato di usi e costumi di una popolazione che, non solo per collocazione narrativa, ha passato la propria vita sulle rive di un lago, ricavandone sapori, odori, rumori del tutto particolari e originali.

L’ultima fatica letteraria di Andrea Vitali reca l’evocativo titolo di “Le mele di Kafka” e racconta in poco più di duecento pagine, divise in 95 capitoli di non più di due pagine l’uno, una curiosa vicenda ambientata naturalmente in quel di Bellano alla fine degli anni ’50.

Al centro della storia una partita di bocce che deve essere giocata e che crea le aspettative dell’intero paese in cerca di rivalse e di affermazioni socialmente pubbliche.

A complicare la vita all’organizzatore della gara, il gestore del locale Circolo dei Lavoratori a cui l’incontro infelice con una pressa gli ha amputato il braccio destro, la morte a Lucerna, in Svizzera, di un parente del campione locale del gioco delle bocce.

Nell’avventuroso viaggio in Svizzera, via passo del San Bernardino, si inseriscono vicende familiari ricche di struggenti quanto impossibili storie d’amore nonché la descrizione precisa di caratteri e di ruoli, che è una costante caratteristica narrativa di Andrea Vitali. La lettura incalza nell’attesa di un positivo epilogo ma, per lo spessore del racconto, a volte è bene ciò che non finisce bene. E non diremo una parola di più.

Ma invece, cosa c’entrano le mele e Kafka, o meglio Cafca, come viene italianamente ribattezzato?

Sembra proprio che l’autore si sia ispirato a un aneddoto legato a un soggiorno dello scrittore praghese in quel di Lucerna.

Per scoprire di cosa si tratti e come va a finire la tanto attesa partita di bocce non vi resta però che leggere il romanzo…

Popolato da decine di personaggi spesso bizzarri, molti dei quali indossano nomi o soprannomi decisamente originali come Moribonda o Bigonio, con l’immancabile presenza di prevosto e perpetua, il racconto scorre piacevole come uno di quei ruscelli che dalle montagne sovrastanti si tuffano nel lago sottostante.


p.s. Sembra che i nomi dei personaggi dei suoi racconti l’autore li attinga dall’inesauribile Almanacco di Frate Indovino…



Andrea Vitali

Le mele di Kafka

Garzanti, pp. 225, € 16,90



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