Intervista a Vincenzo Viola, candidato presidente del Municipio 3 per il centro-destra

Abbiamo intervistato Vincenzo Viola, candidato alla presidenza del Municipio 3 per la coalizione di centro destra (composta da Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Milano Popolare, lista civica per Parisi, Pensionati). ()
Vincenzo Viola web
Mi chiamo Vincenzo Viola, ho 32 anni, mi sono diplomato al Liceo Classico, ho svolto studi giuridici, sono un libero professionista, sono nato ed ho sempre vissuto a Milano in zona 3, ho frequentato asilo, elementari e medie nella scuola Bacone. Nel 2011 sono stato eletto Consigliere di Zona 3 con 467 voti, primo degli eletti tra i banchi dell’opposizione. In questi 5 anni ho rivestito anche il ruolo di rappresentante di opposizione nel DUC Buenos Aires. Sono un Dirigente Nazionale di Fratelli d’ Italia Alleanza Nazionale. È mio stile essere preciso ed attento ai dettagli ed ai particolari, ritengo che il territorio non abbia "colore politico", ma abbia la necessità di interventi utili a noi residenti, senza preconcetti ideologici; mal sopporto l'indifferenza e il poco senso civico che ormai viene considerata una "normalità", ma che io considero maleducazione verso se stessi ed il prossimo.

D. Come considera questi cinque anni passati all’opposizione in Consiglio di Zona 3?

Questa è stata la mia prima esperienza nell’amministrazione locale. Mi aspettavo di più. Innanzitutto la partecipazione popolare, tanto ventilata dal sindaco uscente, non c’è stata. Le decisioni sono state prese nelle stanze dei bottoni e senza ascoltare il Consiglio di Zona.  Ritengo questa una carenza molto grave perché si sono allontanati i cittadini che prima partecipavano. È mancata la comunicazione, non si sono informati i cittadini dell’attività del Consiglio di Zona.
Inoltre abbiamo avuto una presidenza più ideologica che altro, avremmo dovuto occuparci dei problemi concreti della zona, invece le istanze dei cittadini non sono state ascoltate, molte richieste disattese e le mozioni dell’opposizione sono state spesso rinviate senza essere prese in considerazione.


D. Quindi vede positivamente la nascita dei nuovi Municipi, soprattutto in relazione alla possibilità di una miglior e più concreta partecipazione dei cittadini alla pubblica amministrazione?

Certo. La partecipazione popolare deve essere alla base dei nuovi Municipi. I cittadini devono essere ascoltati e si devono affrontare i problemi della zona con buon senso. Avevamo cinque anni di tempo per realizzare i Municipi ma, anche se l’impostazione generale è condivisibile, restano da definire alcune questioni fondamentali che si erano discusse al tavolo delle trattative sul regolamento. Si erano disegnati i Municipi sull’esempio di quelli romani che sono dei veri Municipi. Chiunque vinca dovrà lottare per ottenere deleghe, personale e risorse adeguate; nel nuovo regolamento è stato comunque inserito un osservatorio per poter rivedere, correggere e rendere il decentramento un organismo atto a snellire l’amministrazione centrale nell’interesse dei cittadini.


D. Una prima domanda che rivolgo a tutti i candidati presidenti al Municipio 3. Ritiene che il consumo di suolo per uso immobiliare e la destinazione a verde come previsti nell’accordo che la giunta Pisapia non è riuscita a concludere siano adeguati o da rivedere e correggere, e se sì in quale senso?

Ritengo che il PGT deliberato dall’attuale amministrazione abbia bloccato lo sviluppo della città.  Ad esempio piazza Gae Aulenti, che tutti oggi ammirano ed apprezzano, con l’attuale PGT non si sarebbe potuta fare e a suo tempo fu osteggiata dall’attuale maggioranza. È importante che la città si sviluppi con giardini, servizi e residenze e con la riqualificazione delle aree dismesse. A Lambrate e nel quartiere Rubattino ci sono quindici aree ex industriali che vanno riqualificate con un mix di interventi che comprendano servizi, edifici residenziali, commerciali, terziario. Giudico un grave errore non aver approvato l’accordo sui rilevati ferroviari e l’aver eliminato la circle line che le ferrovie statali avrebbero potuto realizzare a servizio dei cittadini. Sarà importante riutilizzare la massicciata ferroviaria con interventi atti a valorizzare i quartieri della zona.


D. L’indice di edificabilità del 60% che viene concesso in zona 3 è da molti giudicato eccessivo, tenendo conto che non occorre più soddisfare una domanda di edilizia residenziale e commerciale, per il surplus di costruito e la mancanza di richiesta del nuovo...

Ritengo che non si debba guardare all’oggi, ma a quello che sarà lo sviluppo futuro.  Abbiamo assistito a un periodo di stagnazione e mancanza di investimenti in nuovi immobili, ma penso che le difficoltà del momento verranno superate. Possiamo discutere sul valore del 60%, ma non si devono bloccare gli investimenti, gli investitori devono essere incentivati e non lasciare all’abbandono le aree dismesse. Posso citare l’esempio del proprietario di un’area occupata abusivamente che si lamenta dell’attuale PGT, poiché riducendo le volumetrie edificabili è impossibile oggi pensare a una valorizzazione di quel terreno.


D. Si deve però ragionare sul modello di sviluppo che abbiamo in mente per la città, se quello avvenuto nell’ultimo secolo in cui la città ha inglobato il territorio circostante senza costruire sinergie tra la città e la campagna, o un modello capace di integrare cascine e ambiente agricolo in quello urbano. Proprio pensando al domani e come si evolverà l’economia si deve immaginare un trend di sviluppo per il futuro.

Negli ultimi decenni la città si è svuotata. I giovani per motivi economici hanno dovuto andare fuori Milano. Questo è sbagliato, un trend da invertire. Come farlo dipenderà certo dall’andamento dell’economia, ma l’amministrazione deve immaginare una città aperta in futuro ai giovani, alle famiglie e non solo pensare agli anziani, che rimangono una preziosa risorsa della nostra città. Per quanto riguarda l’ambiente agricolo consideriamo che la dimensione della città è quella metropolitana, oltre tre milioni di abitanti, molti dei quali per necessità devono recarsi in ufficio con l’auto, per una carenza di trasporto pubblico capillare soprattutto nella provincia esterna. Non possiamo allora guardare al passato, la realtà è quella di oggi, bisogna quindi guardare al futuro senza interrompere lo sviluppo dei servizi, della riqualificazione di aree della città dismesse trasformandole in nuove risorse per la città senza trascurare il verde, che deve essere ampliato e più curato.


D. Una seconda domanda per tutti i candidati: sulle questioni che riguardano il ventilato trasferimento delle facoltà della Statale alle aree dopo Expo e le decisioni prese in merito allo spostamento dell’Istituto Besta e dell’INT a Sesto S. Giovanni, che posizioni ha?

Città Studi ha una forte tradizione universitaria e questo è un valore per la nostra zona e per tutta la città. Sia nel caso delle facoltà della Statale, che del Besta e INT, ritengo che quando si decide il trasferimento di questo tipo di strutture lo si fa per creare spazi più adatti a svolgere le funzioni a cui sono destinate e migliorare la qualità dei servizi, qualità che non dipendono dal luogo, ma dalle condizioni in cui si opera e dall’agibilità per i cittadini e per i parenti che li accudiscono. In questo caso lo spostamento è una cosa positiva, senza comunque dimenticare che gli spazi lasciati vuoti dovranno essere valorizzati e sviluppati prendendo come punto di riferimento il Politecnico come polo di eccellenza.


D. Una domanda di prammatica sul tema della sicurezza. Condivide la campagna dai toni populistici portata avanti da Matteo Salvini o ritiene invece che abbiamo tutte le leggi e norme necessarie a contrastare abusi e comportamenti illeciti, mentre il vero e sostanziale problema che dobbiamo combattere è quello dell’illegalità diffusa e della criminalità organizzata?


Le posizioni di Matteo Salvini, che condivido, non sono populiste, sono quelle della gente preoccupata, a ragione, dell’attuale situazione di sicurezza in città. Ciò non vuol dire che non dobbiamo lottare contro la criminalità organizzata e l’illegalità diffusa. Sono problemi che vanno legati. Di leggi, in Italia, ce ne sono anche troppe, vanno meglio chiarite e rese applicabili all’uso quotidiano sul territorio. Ad esempio l’accattonaggio molesto e il bivacco sulla strada erano contrastati dalle ordinanze fatte da Letizia Moratti, e avevano dato risultati, prima di venir cancellate dalla Corte Costituzionale. Vanno ripristinate, seguendo il corretto iter legislativo, perché queste situazioni di degrado diffuso e di microcriminalità sotto traccia si accompagnano allo sfruttamento del lavoro nero, dei minori, della prostituzione e vanno di pari passo con le politiche sociali che hanno erogato fondi a pioggia a cooperative varie, mentre i clochard non accettano di farsi ricoverare nei dormitori per paura di essere picchiati e gli immigrati si trovano ugualmente in mezzo alla strada.
Il presidio del territorio è stato inesistente, la polizia locale è stata ridimensionata, i vigili di quartiere del tutto insufficienti: nel 2011 il Comando di Zona 3 aveva 170 unità, oggi sono 98 e gli operativi 48, su 4 turni, con una sola pattuglia a disposizione per tutta la zona.
È mancata un’organizzazione efficiente della polizia locale e un presidio interforze del territorio, che è il primo deterrente per contrastare i malintenzionati.


D. Sul tema dell’immigrazione, ritiene che l’unica risposta da dare all’imponente migrazione in atto da tempo ormai verso di noi e verso l’Europa sia quella di respingere e chiudere (ammesso che ci si riesca) le frontiere o piuttosto che l’azione politica dovrebbe cercare opportunità di crescita e di integrazione sociale e culturale per un futuro più vivibile per noi e per loro?

L’immigrazione è incontrollata e senza regole. Solo il 4% degli immigrati si può comprendere nella categoria dei profughi aventi diritto di asilo. Le altre persone non hanno diritto a stare da noi. Perché non si va nel Nord Africa con la Croce Rossa e altre Associazioni internazionali per portare aiuto là dove ce n’è bisogno? La creazione di una fascia cuscinetto, protetta da un contingente militare delle Nazioni Unite (caschi blu),  permetterebbe di evitare respingimenti e costituirebbe una barriera a un’immigrazione incontrollata. Il solo Comune di Milano ha speso negli ultimi anni 61 mln di euro per gli immigrati. Sarebbe stato meglio destinare parte di questi soldi ad aiuti umanitari direttamente destinati ai paesi di provenienza di queste persone, sotto l’egida della Nazioni Unite, sostenendo i governi legittimi.
Non si può definire integrazione quello che sta succedendo. Non ci può essere integrazione  quando le persone che arrivano sono migliaia e migliaia. Gli italiani emigrati all’estero in altri tempi hanno seguito le regole di quei paesi, c’era necessità di manovalanza, c’era lavoro e hanno fatto onore all'Italia. Oggi le persone che vengono qui vengono sfruttate, alimentando fenomeni di lavoro nero, prostituzione, microcriminalità. Costano un sacco di soldi allo Stato italiano senza alcun ritorno e si rischia di non poter esercitare un effettivo controllo. Con l’accordo di Dublino le persone che arrivano in un paese europeo e chiedono asilo devono venir identificate e poi rimanere nello stato in cui sono state identificate. È una pazzia.
L’integrazione ci deve essere con le persone che hanno diritto a  rimanere secondo le nostre regole. Oggi un'immigrazione incontrollata non può essere il preludio all’integrazione, perché le persone che arrivano si ritrovano a vivere in mezzo a una strada.


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Re: Intervista a Vincenzo Viola, candidato presidente del Municipio 3 per il centro-destra
23/05/2016 Mario Sorice
Nello spsotamento delle facoltà e del Besta di Città Studi, qulacuno ha pensato all'effetto che avrà sulle attività commerciali della zona? (cpisterie, pizzerie, ristoranti...) Inoltre dislocare il tutto fuori città non graverà di più per studenti fuori sede, pendolari...oltre all'onesoso affitto di un posto letto, si dovrà tener conto anche dei trasposrti/logistica.
Infine si parla sempre al condizionale, ma un verò progetto della riqualificazione della zona qualcuno l'ha pensato già o dovremo vedere palazzi abbandonati e degrado per molto tempo?

Grazie


Re: Intervista a Vincenzo Viola, candidato presidente del Municipio 3 per il centro-destra
22/05/2016 maurizio ombra
Un'aggiunta: city bike. Mancano 3 stazioni: 2 davanti alla stazione di Lambrate e 1 davanti al deposito atm in via teodosio: quando le installeremo (magari ancheconl'aiuto degli sponsor)???


Re: Intervista a Vincenzo Viola, candidato presidente del Municipio 3 per il centro-destra
20/05/2016 Erica Vecchi
Egregio Dottor Viola,se lei ritiene che il territorio non abbia "colore politico", ma abbia la necessità di interventi utili a noi residenti, senza preconcetti ideologici ,perché appoggia le azioni delle persone vicine a Lambrateinforma volte a ostacolare il faticoso e paziente lavoro di riqualificazione della piazza Rimembranze di Lambrate e della zona di Lambrate che sta svolgendo Vivilambrate ?
Grazie


Re: Intervista a Vincenzo Viola, candidato presidente del Municipio 3 per il centro-destra
20/05/2016 Vincenzo Viola
Buonasera Sig. Castelli, inizialmente ho riso per la sua risposta, visto che non si può pensare seriamente di leggere commenti del genere pensando siano stati scritti seriamente, se non con il furore della ideologia e la voglia di contrapporsi a prescindere. Da tempo ho lanciato la sfida ad un confronto pubblico, magari da tenersi in Rubattino, come già avvenuto per i Candidati Sindaci, alla mia "avversaria" Caterina Antola, che ad oggi non ha ancora accettato. Non sfuggo mai ad un confronto democratico. Io ci sono!


Re: Intervista a Vincenzo Viola, candidato presidente del Municipio 3 per il centro-destra
19/05/2016 Cesare Castelli
Nel leggere queste risposte appare molto chiaramente l'auspicio di Viola per una cantierizzazione asservita alla speculazione immobiliare selvaggia di buona parte della zona che porterebbe degrado e avrebbe sicuramente effetti devastanti per la popolazione senza alcun beneficio in particolare per gli anziani. Mentre nulla dice sulle problematiche legate ad esempio su un ridisegno viabilistico di tutta la zona Buenos Aires Loreto. Per quanto riguarda i profughi dia lui il buon esempio trasferendosi in Africa, avrebbe il plauso di tutti


 
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