Intervista a Caterina Antola, candidata presidente nella lista PD al Municipio di zona 3
Caterina Antola è nata a Milano 56 anni fa e vive da sempre in zona 3, sposata con due figlie ormai grandi. Avvocato civilista, ha uno studio insieme ad altri due colleghi amici. E' esperta di diritto civile e famigliare. Nel 2011 è stata eletta in Consiglio di zona 3 come indipendente nelle fila del Partito Democratico, raccogliendo il maggior numero di preferenze tra i consiglieri eletti, ben 913, e dal 2013 è iscritta al Partito Democratico. In questi 5 anni come Presidente della Commissione Educazione e Istruzione Pubblica, si è occupata dei problemi della scuola a contatto con gli istituti scolastici, i giovani, la famiglie.
D. Da cosa deriva il suo interesse alla politica, da quale particolare spinta personale a assumere un incarico, che con la prossima entrata in vigore della nuova Municipalità, richiederà un impegno non indifferente?
Il
mio interesse alla politica risale ai tempi in cui frequentavo il
Liceo interessandomi ai problemi della scuola, e poi più avanti alla
difesa dei diritti civili e sociali. La mia professione mi ha portato
ad occuparmi dei problemi delle famiglie e delle persone. Quando mi
sono candidata ho avuto il sostegno di tanti elettori e da lì è
partita una bellissima esperienza. Ho assunto con entusiasmo
l'incarico di Presidente della Commissione Educazione, che mi ha
messo in contatto con le scuole della zona, i dirigenti scolastici, i
genitori e i loro problemi. Penso di aver fatto qualcosa grazie alla
mia capacità di mettermi in ascolto e di saper stabilire relazioni,
anche rispetto alle istituzioni e agli
uffici delle amministrazioni. Questa capacità penso sia importante
con l'avvento della Municipalità, che nasce grazie ad un nuovo
regolamento emanato lo scorso aprile. Occorrerà un grosso sforzo per
realizzare una vera autonomia locale. Oggi sto vivendo una sfida che
mi appassiona e mi coinvolge completamente.
D. Pensa che lo scarsissimo gradimento, per non dire avversione dei cittadini verso la politica, possa essere almeno a livello locale in parte recuperato se i cittadini vengono resi partecipi delle questioni che in Consiglio Municipale si devono discutere?
E' vero, c'è avversione verso la politica, in gran parte dovuta ai politici stessi, ma in questi cinque passati anni all'interno di una organizzazione politica ho potuto vedere persone davvero motivate e interessate a risolvere i problemi della collettività, non solo nell'ambito locale, ma anche in quello cittadino. In questo senso ho notato davvero un cambio di passo. Nella mia esperienza personale i contatti che ho avuto con i cittadini sono sempre stati improntati alla positività, non ho mai avuto problemi.
Il programma di Beppe Sala è stato formulato tenendo presenti le istanze e le richieste dei cittadini, interpellati tramite un questionario a cui hanno risposto più di 1300 persone nei quaranta quartieri della città, oltre a trenta tavoli tematici in altrettanti ambiti (scuola, salute, sport, ambiente, politiche sociali e giovanili ecc.) e sempre formati da cittadini. Nel programma sono stati inseriti i progetti indicati dai cittadini e questa amministrazione si impegnerà a portarli a termine con la precisa volontà di ascoltare e realizzare una reale partecipazione della cittadinanza. Anche nella nostra zona il programma che abbiamo redatto vuol promuovere innanzitutto la partecipazione dei cittadini.
D. Per fare quanto sopra cosa occorre innanzitutto?
La partecipazione non deve essere una parola vuota di significato. In Consiglio di zona abbiamo cercato di realizzare eventi e manifestazioni per coinvolgere i cittadini, ma ci sono mancati gli strumenti adatti a stabilire una efficace comunicazione, ad esempio bacheche ove pubblicare le notizie o un sito gestito direttamente dal Municipio a cui i cittadini potessero accedere per avere informazioni e per interloquire con l'amministrazione. A questo proposito voglio ricordare che la semplificazione amministrativa sarà un obiettivo importante della giunta Sala e che a Milano si vogliono in anteprima introdurre le nuove pratiche che il governo ha allo studio per fare un importante passo nella gestione della pubblica amministrazione sfruttando le nuove tecnologie. Milano dovrà essere all'avanguardia nell'informatizzazione della Pubblica Amministrazione, dotando i cittadini di un PIN unico per l'accesso agli uffici degli Enti in modo da rendere più efficace ed agevole il rapporto del cittadino con l’amministrazione.
D. Veniamo alle questioni “calde” che il nuovo Consiglio Municipale dovrà affrontare, innanzitutto quella relativa all'utilizzo delle grandi aree dismesse dalle FS. E' d'accordo con la delibera che la giunta Pisapia volevaas far approvare a fine mandato in cui si destinavano a edilizia residenziale a Milano circa il 60% delle aree in questione, tenendo presente che la questione del verde non è solo un fatto paesaggistico, è una questione ambientale che incide sulla qualità della vita.
L'accordo raggiunto dopo lunghe trattative tra Comune e FS, dopo anni passati a discutere senza arrivare ad alcun compromesso, va considerato un successo di mediazione tra opposti interessi. Queste aree rimaste così a lungo inutilizzate offrono di certo una grande occasione di sviluppo futuro per la città. Non possiamo comunque rimettere in discussione la portata dell'accordo, che il candidato sindaco Sala si è impegnato a riprendere in mano tra i primi atti della nuova giunta. Anche se le Municipalità non potranno decidere i termini dell'accordo ritengo giusto che ogni zona (e abbiamo incluso questo punto nel nostro programma di zona 3) possa essere coinvolta e faccia sentire le proprie esigenze. Il Municipio dovrà essere parte attiva in questo processo di riutilizzo e riconversione della grandi aree dismesse.
Il verde è un bene prezioso e un obiettivo importante e su questo tema vorremo discutere con la giunta, tenendo conto dei margini che potremo avere per incidere sull'accordo generale. Il piano di recupero dovrà essere il più equilibrato possibile e vogliamo sedere al tavolo delle trattative per far recepire questo punto, ovviamente entro i limiti che ci competono.
D. In zona 3 altra questione di rilievo riguarda il futuro di Città Studi, sia per il ventilato spostamento delle facoltà di Agraria e la destinazione delle strutture lasciate libere, sia per lo spostamento del Besta e dell'INT a Sesto s. Giovanni. Che idee ha in proposito?
Un grande tema in cui saremo coinvolti. Abbiamo una zona di alto valore sociale e culturale che non dovrà essere persa, se questi trasferimenti verranno attuati. In Consiglio di zona 3 ci siamo attivamente occupati di questi argomenti aprendo un dibattito pubblico di indubbio interesse. Anche in questo caso vogliamo essere seduti al tavolo delle trattative. Sono processi in corso che non dipendono dal Municipio e non sappiamo ancora come verranno attuati, ma vorremo essere interpellati perché non venga snaturata la vocazione sociale e culturale del quartiere. Io mi impegnerò al massimo perché questo non avvenga e non si consentano grandi speculazioni immobiliari sulla zona.
D. Una questione che sta diventando preoccupante è lo stato di abbandono di diversi edifici in costruzione a causa del blocco dei lavori e la chiusura dei cantieri. Con conseguente degrado ambientale e problemi di sicurezza. Cosa può fare la Municipalità in queste situazioni?
Parliamo di edifici privati dove il pubblico ha difficoltà di intervento. E dove viene certamente messa in pericolo la sicurezza ci si trova di fronte a problematiche complesse, l'intervento non può essere immediato, richiede tempi lunghi, al di là della volontà dell'amministrazione. Le azioni di sgombero, se necessarie, non possono essere attuate come quando si tratta di occupazioni di suolo pubblico. L'amministrazione comunale si è attivamente impegnata e ha avviato anche procedure più snelle e meno vessatorie per i proprietari, per consentire di intervenire più efficacemente nonostante le difficoltà imposte in queste situazioni dal rispetto della proprietà privata
Il regolamento appena approvato migliora alcune cose rispetto al passato riguardo alla polizia locale, che resta centralizzata, ma si apre la possibilità per il Municipio di essere innanzitutto informato e poi di controllare l'azione della polizia locale effettuando le verifiche dei risultati e dell'attività svolta. Sarà quindi possibile una maggior presenza della Municipalità rispetto alla sicurezza, un problema che oggi ha assunto nuove dimensioni e caratteristiche rispetto al passato. Milano ha dato d'altra parte prova di una grande capacità di impegno di fronte all'emergenza profughi fronteggiando situazioni veramente difficili. Credo vada dato atto all'amministrazione di aver operato al meglio.