Fuocoammare

L’isola di Lampedusa nell’impietoso confronto tra normalità ed emergenza. Tra le banalità di vita quotidiana e le tragedie della storia. Assolutamente da vedere. ()
Fuocoammare di Gianfranco Rosi immagine

La vita sull’isola di Lampedusa attraverso gli occhi disincantati e persino divertiti di un ragazzino che in piena libertà vive gli spazi del suo territorio tra terra e mare, più terra che mare, parla con coetanei e adulti, apprende cammin facendo il difficile mestiere di diventare grandi.

Accanto a lui altri personaggi dell’isola, pescatori di ricci e intrattenitori radiofonici, la nonna che cucina la pasta con il sugo di calamari o rifà il letto, compagni di giochi, il marinaio sulla barca. L’unico legame con quello che tragicamente ha sconvolto Lampedusa negli ultimi anni è il dottor Bartolo, il medico condotto che cura gli isolani e si prende anche cura, da vivi e da morti, con profonda pietas, delle migliaia di profughi che dall’abisso dei loro inferni sono approdati all’isola siciliana.

Ci sono certamente le immagini dei barconi con i loro carichi di speranza e di disperazione, ci sono, nelle scene finali, le decine di morti in una stiva angusta e micidiale. Non c’è alcun compiacimento, non c’è l’impudicizia di mostrare la sofferenza e la morte di bambini, uomini e donne che hanno attraversato il mare, almeno quelli che ci sono riusciti, con la speranza di cambiare la propria vita.

Sappiamo quanto sia tragica la vicenda dei migranti, la lettura che ne dà nel suo bellissimo documentario Gianfranco Rosi è ricca di umanità e di partecipazione.

Lo scenario invernale dell’isola è quanto di più anonimo si possa immaginare, il dramma sta nei gesti e negli occhi delle persone in questo assordante e accecante “fuocoammare” che è tale e quale a una terribile guerra in atto di cui non si vede né si intuisce la fine.

Verrebbe da parafrasare Primo Levi e dire:” Meditate che questo è”.


Fuocoammare

di Gianfranco Rosi

Documentario ITA-FRA 2016 107’


In programmazione al cinema Palestrina



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